L’attaccante dell‘Inter e della Nazionale francese Marcus Thuram è stato eletto “Uomo dell’anno” dalla rivista GQ. Oltre che per le grandi doti calcistiche e i successi ottenuti, l’anno di Tikus fuori dal campo è stato altrettanto significativo. Il numero 9 è stato impegnato dal punto di vista sociale e politico, confermando di essere un calciatore con una coscienza critica non banale.

Se il francese è la persona che ammiriamo oggi, lo deve soprattutto al padre Lilian che non è stato solo un delizioso ed efficacissimo difensore: è stato un protagonista delle prime vere battaglie antirazziste ambientate nel mondo del calcio, è stato un uomo-simbolo dell’integrazione possibile attraverso lo sport: “Ho vissuto in Italia, in Spagna, in Germania, in Francia. In tutti questi Paesi ho imparato la lingua e ad amare le tradizioni locali, soprattutto il cibo. Per me è stato un vantaggio, senza dubbio. Aver conosciuto dall’interno così tanti luoghi mi ha reso diverso da chi, tanto per fare un esempio, nasce e resta sempre nello stesso posto, senza muoversi mai. Io accetto tutti, anche chi è diverso da me. Chi invece non è abituato a vedere persone diverse tra loro fa più fatica ad accogliere certi cambiamenti. Ma non si tratta di cattiveria, semplicemente le persone hanno paura di ciò che non conoscono. Io sono convinto che non esistono differenze tra le persone. E credo che, se vogliamo fare e avere un bel mondo, c’è bisogno di tutti. Senza distinzioni”, ha dichiarato l’interista a GQ.

Parlando di politica, dell’influenza che possono avere i calciatori sul loro pubblico quando si occupano di certe questioni: “I calciatori di oggi non sono come erano ai tempi di mio padre: allora non c’erano i social, erano considerati degli sportivi e basta. In pochi si esponevano davvero su temi politici e sociali. Adesso invece siamo degli esempi per chi ci segue, ciò che diciamo e i nostri comportamenti possono avere un impatto, le nostre interviste possono muovere le persone. Un calciatore contemporaneo deve capire che deve esporsi, che non può tacere su determinate cose.”

Un episodio molto significativo è avvenuto proprio nel 2024: la netta e decisa presa di posizione contro Rassemblement National (RN), il partito di estrema destra che ha concluso in testa il primo turno delle elezioni legislative francesi e che poi è stato battuto al secondo turno. Proprio nell’intervallo tra le due tornate elettorali, Thuram e altri suoi compagni di Nazionale, in quel momento impegnati agli Europei, si sono schierati pubblicamente contro RN: “Questa estate RN stava per andare al potere, e così io e altri giocatori della Francia siamo andati in conferenza stampa e abbiamo detto quello che pensavamo, quello che ritenevamo giusto. Credo che siamo riusciti a esprimere il pensiero di tanti ragazzini neri o di altre minoranze che vivono in Francia, e che non possono assolutamente accettare certe politiche. In fondo anche noi eravamo così, dei ragazzini francesi, quindi sapevamo di cosa stavamo parlando. E siamo riusciti a fermare ciò che volevamo fermare”.

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