Tra assoluzioni e prescrizioni, nel processo d’appello nato dall’inchiesta “Sistema-Assenzio” sono cadute le accuse per l’ex assessore e consigliere comunale di Reggio Calabria Dominique Giovanni Suraci che, in primo grado, nel giugno 2018 era stato condannato a 12 anni di carcere per concorso esterno con la ‘ndrangheta. La sentenza è arrivata ieri sera quando i giudici di Piazza Castello hanno assolto pure l’imprenditore Giuseppe Crocé, lo storico socio di Suraci che in primo grado era stato condannato a 8 anni e 6 mesi di carcere sempre per concorso esterno.
Il sospetto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria era che l’ex consigliere comunale Dominique Suraci (un tempo di Alleanza Nazionale) fosse stato la ‘mente’ di un sistema affaristico che, in breve tempo lo avrebbe portato, grazie agli accordi con la cosca Tegano, ad aprire e gestire numerosi supermercati in tutto il territorio reggino. In sostanza, per i pm, la ‘ndrangheta, anche grazie a Suraci, era riuscita a intrecciare i suoi interessi per la grande distribuzione con il rastrellamento di voti che servivano al politico locale per essere sempre rieletto a Palazzo San Giorgio. Stando all’impianto accusatorio, Suraci aveva favorito gli interessi delle cosche garantendo ad un ampio numero di operatori economici legati alle famiglie mafiose, la possibilità di partecipare alla fornitura dei supermercati a marchio Sma, di proprietà della Sgs Group.
Da qui l’accusa, contestata all’ex consigliere comunale, di concorso esterno con la ‘ndrangheta. Se per questo reato, Dominique Suraci è stato assolto “perché il fatto non sussiste”, i giudici di secondo grado hanno dichiarato la prescrizione per gli altri due capi di imputazione relativi all’accusa di associazione a delinquere semplice e a reati fallimentari che erano contestati, a vario titolo, anche ad altri imputati: Giuseppe Crocè, Mario Giglio, Rocco De Angelis, Antonio Cotugno e Marcello Brunozzi. La Corte d’Appello, inoltre, ha assolto dall’accusa di illecita concorrenza con minaccia e violenza gli imputati Michele Crudo, Carmine Polimeni, Domenico Polimeni, Pasquale Utano e Luciano Falcomatà. Quest’ultimo, inoltre, è stato assolto anche dall’accusa di associazione mafiosa e di intestazione fittizia. Per il reato di intestazione fittizia, inoltre, sono stati assolti pure Pasquale Utano e Francesca Calafiore.