La nuova assemblea legislativa si colora decisamente di rosso. Il Pd è l’indiscusso vincitore di queste elezioni regionali in Emilia Romagna. Oltre a essere il primo partito in regione (con quasi il 43%), è riuscito anche ad aggiudicarsi 27 dei 50 posti nel parlamentino di Viale Aldo Moro. Il presidente neo eletto Michele de Pascale e i partiti di maggioranza, con il 56% dei voti, conquistano molto più della metà dei seggi (ben 33) e cinque in più rispetto alle elezioni del 2020 vinte da Bonaccini. Tre seggi andranno ad Alleanza Verdi Sinistra, due a Civici con de Pascale e uno al Movimento 5 Stelle. L’opposizione si difende con 11 seggi assegnati a Fratelli d’Italia (secondo partito con quasi il 24%), due a Forza Italia (che ha circa raddoppiato i voti), uno alla Lega e due ai civici, compreso quello di Elena Ugolini, uscita dal voto con il 40% dei consensi.
La candidata più votata in assoluto è stata la dem Isabella Conti: ha incassato 19.414 preferenze. Sembra difficile, a questo punto, che il neo presidente possa ignorare la valanga di voti presa dall’ex renziana (19.414 voti) che appare addirittura avviarsi verso la vicepresidenza, con deleghe importanti come il Welfare o l’Ambiente, anche se de Pascale era inizialmente propenso ad assegnare questa carica a un esponente dei partiti alleati. L’ex sindaca di San Lazzaro per due mandati, rieletta dai suoi cittadini con percentuali bulgare, ha attraversato diverse vicissitudini. Dal Partito democratico era andata via dopo la dolorosa rottura legata alla battaglia della “Colata di Idice” (la denuncia di pressioni per la sua opposizione a nuove costruzioni), a San Lazzaro e in tribunale, e aveva seguito il “cambio di verso” renziano. Poi sfidò Matteo Lepore, proponendosi come alternativa alla guida di Bologna nelle primarie di centrosinistra del 2021 e, infine, rientrò nel partito nel 2023. In pole position anche l’assessore uscente all’Agricoltura, il reggiano Alessio Mammi, che ha incassato 18.394 preferenze e che è stato largamente sostenuto dal mondo agricolo. Terza sul podio, la presidente della Regione facente funzioni, almeno fino alla proclamazione di de Pascale, Irene Priolo, al terzo posto tra i più eletti con 16.818 preferenze e che dovrebbe, secondo le indiscrezioni, ricoprire il ruolo di presidente dell’Assemblea legislativa. Ma la partita per i posti in Giunta non è ancora chiusa e potrebbe riservare delle sorprese. Le preferenze, in queste regionali, hanno decisamente premiato le donne.
Passando al centrodestra, infatti, tra i candidati più votati c’è Marta Evangelisti di Fratelli d’Italia, riconfermata in Assemblea legislativa con quasi 16mila voti. Sotto di lei, nuovamente, una sfilza di candidati del Partito Democratico che hanno fatto il pieno di preferenze: Gian Carlo Muzzarelli (13.522 voti), ex sindaco di Modena per due mandati; Elena Carletti (13.482), sindaca uscente di Novellara, particolarmente apprezzata per come ha gestito la vicenda della tragedia di Saman, la 18enne pakistana per il cui omicidio sono stati condannati all’ergastolo i genitori; Maria Costi (11.876), modenese, ex sindaca di Formigine, per la quale si parla addirittura di un posto in Giunta; Raffaele Donini (11.661), assessore uscente alle Politiche della Salute e Maurizio Fabbri (11.486), ex sindaco di Castiglione de’ Pepoli (Bologna).
Dopo Evangelisti, tra le fila dell’opposizione sono da sottolineare le ottime performance di Annalisa Arletti (7.764), Nicola Tagliaferri (7.539) per Fratelli d’Italia e dell’ex sindaco di Parma, Pietro Vignali (7.870), in quota Forza Italia. Anche nella seconda lista che ha incassato più voti a Bologna, Alleanza Verdi e Sinistra, si è registrato un testa a testa tra due donne, come nel Pd tra Conti e Priolo. Si tratta in questo caso di Simona Larghetti, consigliera comunale e Silvia Zamboni, consigliera regionale uscente. Ha vinto la prima con un buon margine, conquistando un posto in Assemblea legislativa. La lista civica di Michele de Pascale, invece, a Bologna ha portato al successo Giovanni Gordini, il medico che soccorse il compianto pilota Ayrton Senna, a lungo colonna portante dell’Ospedale Maggiore.
In Assemblea legislativa, per FdI, il bolognese Francesco Sassone, già capogruppo in Comune, è secondo nelle preferenze. Per quanto riguarda la lista Ugolini, oltre alla candidata presidente che entrerà in automatico in Regione, anche Marco Mastacchi (primo della sua lista) si è aggiudicato uno scranno e farà il bis dopo il primo mandato. In Forza Italia, infine, si riconferma Valentina Castaldini, capogruppo uscente. Il M5s infine, incassa un unico eletto, il bolognese Lorenzo Casadei che ha preso appena 473 preferenze. Sia Federico Serra che Luca Teodori, candidati alla presidenza della Regione, restano fuori. Le preferenze raccolte sono troppo poche, infatti, per entrare in Viale Aldo Moro. Stessa sorte per il candidato renziano di punta, ‘ospitato’ nella lista civica di de Pascale: il segretario regionale Stefano Mazzetti. Italia Viva, infatti, resta fuori dal parlamentino regionale con un numero di voti insufficiente. Destino identico per la lista dei Riformisti, ‘Emilia-Romagna Futura’, composta da Azione, Europa +, Psi e Pri e in coalizione con il centrosinistra, che ferma all’1,7%.