Un uomo di origine egiziana ha aggredito un bambino di dieci anni all’esterno di una scuola elementare frequentata anche dalla figlia. L’uomo avrebbe afferrato il bambino, figlio di un suo connazionale, per il collo, sollevandolo da terra, il tutto sotto gli occhi di altri genitori e della madre del bambino, che sarebbe stata minacciata di morte.

Il bambino, portato in ospedale il giorno successivo, è stato diagnosticato con una “contrattura muscolare cervicale post-traumatica in distrazione del rachide cervicale”. L’episodio è stato raccontato dal Giornale di Brescia, che ha raccolto anche la testimonianza di Karima, una mediatrice culturale intervenuta per evitare vendette tra le famiglie. “All’inizio – racconta la donna – mi ha detto: “Vado a cercarlo”, poi l’ho fatto ragionare spiegando che rischiava di buttare via i 20 anni vissuti a Brescia se avesse agito con violenza. Ha capito ed è stato molto collaborativo. Dopo aver portato il figlio in ospedale è andato dai carabinieri e ha sporto denuncia“, ha dichiarato la mediatrice.

Secondo quanto messo a verbale dal padre del bambino: “Ha aggredito mio figlio, stringendogli le mani al collo e non facendolo respirare per qualche secondo. Lo stesso uomo offendeva in lingua egiziana mia moglie e la minacciava di morte”. Il padre, informato dell’accaduto dal bambino che lamentava dolore al collo e non voleva tornare a scuola, ha deciso di denunciare nonostante la moglie avesse evitato di raccontargli l’episodio per timore di reazioni violente. I carabinieri hanno aperto un fascicolo per ricostruire la dinamica dei fatti e comprendere le motivazioni che hanno portato all’aggressione.

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