I diversi raid israeliani su Gaza hanno causato 88 morti nella notte tra mercoledì e giovedì, secondo le autorità locali. 66 vittime si contano soltanto per un bombardamento di una zona residenziale nei pressi dell’ospedale Kamal Adwan, a Beit Lahia, l’unico ospedale funzionante nel nord della Striscia. Secono fonti locali, la maggior parte delle vittime sono donne e bambini, i feriti e i dispersi sarebbero decine. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha definito il raid “un orribile massacro”. Nel raid sono state colpite almeno cinque abitazioni, secondo il direttore dell’ospedale Kamal Adwan il personale medico è impegnato nei soccorsi tra le macerie a causa della mancanza di ambulanze. Le altre 22 persone invece sono morte in un bombardamento su Gaza City che ha colpito un edificio a più piani nel quartiere di Sheikh Radwan, riducendolo in macerie. Giovedì i sistemi di difesa israeliani hanno intercettato un razzo lanciato dal sud della Striscia verso la comunità di confine israeliana di Keren Shalom. Non sono stati segnalati feriti.
Sono saliti invece a 68 i morti in Siria, vittime di un attacco israeliano lanciato mercoledì contro tre siti della città di Palmira, nel centro del Paese. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione basata nel Regno Unito, tra i morti sono per la maggior parte miliziani filo-iraniani siriani e di altre nazionalità del gruppo Harakat Hezbollah al Nujaba, a cui si aggiungono quattro membri del partito sciita armato libanese Hezbollah. Almeno sette dei 50 feriti sono civili.
????????Israel strikes Syria’s Palmyra, killing 36 and injuring more than 50. pic.twitter.com/VByVOyWXyy
— Intel Slava (@Intel_Slava) November 20, 2024
Arrestati tre palestinesi in West Bank: “Volevano uccidere Ben-Gvir” – Tre palestinesi sono stati accusati di aver complottato per uccidere il ministro israeliano della sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir. Secondo le informazioni rivelate dalla polizia israeliana, la cellula era composta da residenti della città di Hebron, nella Cisgiordania meridionale, e guidata da Ismail Ibrahim Awadi, che nel luglio 2024 aveva stabilito contatti con Hezbollah e Hamas per organizzare una serie di attacchi pianificati. I 3 sospettati hanno sorvegliato Ben Gvir e i suoi figli che vivono nel vicino insediamento illegale di Kiryat Arba, annotando i loro percorsi, il modello dei veicoli su cui il ministro viaggiava e i dettagli sulle sue guardie del corpo. L’esercito israeliano ha comunicato anche di aver assistito lo Shin Bet in una serie di operazioni antiterrorismo a Jenin, negli ultimi due giorni, nell’ambito della quale sono state uccise nove persone.
Libano, bombe su Beirut nella notte – Tra mercoledì e giovedì le Israeli defense forces hanno condotto altri raid aerei nei sobborghi meridionali di Beirut, il quartiere di Dahieh considerato roccaforte di Hezbollah. Gli attacchi si erano fermati negli ultimi giorni per via della presenza dell’inviato speciale statunitense Amos Hochstein in Libano, che mercoledì sera si è spostato in Israele.
الغارة الإسرائيلية التي استهدفت #حارة_حريك، كما وثقها أحد المواطنين عبر عدسته pic.twitter.com/32TgVEDfLK
— Lebanon Debate (@lebanondebate) November 21, 2024
La notte è stata violenta anche a sud del Libano, con bombardamenti in diverse città in cui sono morte complessivamente 20 persone secondo il ministero della Sanità di Beirut. L’Idf ha dato notizia della morte di un altro soldato nelle operazioni del sud del Paese dei cedri, mentre Hezbollah ha rivendicato giovedì mattina alcuni attacchi missilistici contro il nord dello Stato ebraico. L’Idf ha colpito anche la città costiera di Tiro e il distretto di Sidone, dopo aver emesso ordini di evacuazione: non ci sono notizie di vittime o feriti.
More footage of IDF attacks in Beirut. https://t.co/EugO0ntqgF pic.twitter.com/Gtg5s6ivzy
— Clash Report (@clashreport) November 21, 2024
L’inviato Usa Hochstein incontrerà giovedì il premier israeliano Benjamin Netanyahu per discutere il piano di tregua temporanea nel conflitto, negoziato negli ultimi giorni. Giovedì il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, vicino a Hezbollah, ha dichiarato che “O Netanyahu accetta l’accordo o lo rifiuta e allora ci troveremo davanti a scenari peggiori”. Ieri il partito di Dio ha fatto sapere di aver presentato le sue condizioni agli Stati Uniti, attraverso la mediazione del governo libanese. “Abbiamo lavorato sul quadro dell’accordo per due settimane e negli ultimi due giorni abbiamo discusso accuratamente ogni dettaglio dell’intesa, preso in considerazione ogni aspetto”, ha detto Berri.
Il Senato Usa boccia la mozione di Sanders per lo stop alle armi – Dopo aver messo il veto all’Assemblea generale dell’Onu, che ha bloccato ieri l’ennesimo tentativo di approvare una risoluzione per il cessate il fuoco, gli Stati Uniti hanno bloccato anche la mozione della sinistra del partito democratico per fermare l’invio di armi a Israele. Il Senato ha respinto nella notte le tre risoluzioni presentate dal senatore socialista del Vermont Bernie Sanders, con una maggioranza schiacciante di 79 a 18. I testi volevano bloccare l’invio di munizioni per i carri armati, granate da mortaio e kit per teleguidare le bombe ad alto potenziale e trasformarle in ordigni di precisione.
Per Sanders, “è illegale che il governo statunitense fornisca a Israele altre armi offensive” perché “secondo le Nazioni Unite, gran parte della comunità internazionale e tutte le organizzazioni umanitarie presenti a Gaza, Israele sta chiaramente violando il diritto umanitario internazionale”. Ma la maggior parte della politica americana non lo ha seguito.