La top model australiana ricorda il suo passato e la sua dipendenza dall'alcol nel suo nuovo libro autobiografico
“La mia vita sembrava perfetta a tutti. Da fuori sembrava che stessi facendo un ottimo lavoro, ma dentro di me stavo davvero lottando”. Sono queste le parole con cui Elle Macpherson, top model australiana, oggi 60enne, apre al pubblico il suo passato, lo racconta nei minimi dettagli, compreso quelli più difficili, come la sua dipendenza dall’alcol che, per un certo periodo, ha avuto la meglio su di lei.
Ne parla nel suo ultimo libro autobiografico, Elle: Life, Lessons & Learning to Trust Yourself. Un viaggio nei ricordi di una supermodella la cui perfezione, agli occhi degli altri, ritorna a essere nominata ciclicamente, da quella del suo corpo, tale da essere soprannominata The Body, a quella di una mamma, una moglie e una modella che sentiva di dover essere, appunto, perfetta. Ma, mentre nessuno guardava, era tutto diverso: dalla nascita del suo ultimo figlio, Cy, oggi 21enne, la modella ha iniziato a bere nonostante gli fosse stato consigliato di non cominciare subito dopo il parto perché avrebbe potuto alterare il suo equilibrio mentale.
Alla fine, così è stato. E più aumentava la voglia di bere e più doveva trovare soluzioni affinché riuscisse a nascondersi dagli occhi di quel pubblico che la amava per la sua perfezione: “Dovevo essere organizzata, perché bevevo e volevo che nessuno lo sapesse – racconta Macpherson -. Mi assicuravo che la casa fosse sempre in ordine, che io apparissi sempre al meglio e che i miei figli fossero perfetti”. Anche la relazione con il finanziere francese Arpad ‘Arki’ Busson, spesso assente per lavoro, potrebbe aver influito in qualche modo: “Mi piaceva passare del tempo con Arki e volevo dimostrargli che sarei stata la sua compagna di divertimento e di lavoro mentre ero la madre dei suoi figli. Uscivo, bevevo, facevo festa e mi ammalavo di nuovo: ero in una spirale discendente orribile“, scrive Elle.
E le sue condizioni di salute iniziarono a peggiorare. Cominciarono i blackout: “Parlavo con qualcuno e poi dimenticavo quello che stavo dicendo. Mi guardavano perplessi, aspettando che continuassi”. E la donna iniziò a rifugiarsi nelle sue abitudini: “Spesso bevevo dopo aver messo a letto i miei figli. Mi sedevo da sola e bevevo shottini di vodka, poi scrivevo liste di cose da fare e lettere alla mia famiglia. Sbrigavo le faccende domestiche, ascoltavo musica fino alle 23 circa, poi andavo a letto e crollavo. Mi infilavo le dita in gola e mi assicuravo di vomitare tre volte prima di andare a dormire. Dovevano essere sempre tre volte“.
Sono state le persone a lei vicine che le hanno consigliato di disintossicarsi. Cominciò un percorso di cura in una clinica e riuscì a non bere per le prime settimane, ma tutto sfumò durante una serata con Arki e i suoi amici, quando, presa dalla necessità di bere, ruppe il tappo di vetro di una bottiglia di vodka che non riusciva a stappare: “Versai in fretta uno shot che poteva contenere frammenti di vetro. E lo bevvi. Ricordo di aver pensato: ‘Adoro questa sensazione. Mi era mancata così tanto'”.
Ma, alla fine, Elle è riuscita a superare la sua dipendenza e lo scorso anno ha festeggiato i 20 anni di sobrietà: “Ho smesso di bere nel 2003 perché sentivo di non riuscire a essere pienamente presente nella mia vita, e quello è stato un trampolino per conoscermi meglio. È molto difficile conoscere davvero te stesso se ti stai anestetizzando”, conclude la top model.