Calcio

Calcio all’antica e giovani talenti: l’incredibile storia dell’Uzbekistan che sta raggiungendo la sua prima qualificazione ai Mondiali

Il 3 settembre 2005, allo stadio Pakhtakor di Tashkent, Uzbekistan e Bahrein stanno giocando l’andata del playoff AFC con vista sul Mondiale: da quella partita, di fatto, uscirà la sfidante di Trinidad e Tobago nell’ultimo, decisivo barrage prima di Germania 2006. Al 39esimo quando il direttore di gara, il giapponese Toshimitsu Yoshuda, fischia un calcio di rigore per l’Uzbekistan, i Lupi Bianchi stanno già conducendo per 1-0, grazie alla rete segnata appena prima del quarto d’ora da Mirjalol Qosimov.

Dal dischetto si presenta Sergey Djeparov, ancora oggi recordman all-time della nazionale uzbeka, e non fallisce: 2-0. Anzi, no, perché l’arbitro, accortosi della presenza di alcuni giocatori uzbeki in area di rigore, decide di annullare. A sorpresa, però, anziché optare per la ripetizione del penalty, come previsto dal regolamento, decide di far riprendere il gioco con un calcio di punizione indiretto in favore del Bahrein. L’Ufa, la federazione uzbeka, non ci sta. Impugna la decisione e presenta un ricorso ufficiale, invocando la vittoria a tavolino. La Presidenza del Comitato Organizzatore della Coppa del Mondo Fifa 2006 accoglie la protesta formale dei Lupi Bianchi, ma lo fa solo parzialmente: l’Ufficio, tenendo conto anche dell’ammissione dell’arbitro, prende atto dell’errore tecnico stabilisce la ripetizione della partita, respingendo la richiesta dell’Ufa.

Anche se ancora non lo possono sapere, è questo l’esatto momento in cui il sogno dei Lupi Bianchi di qualificarsi per la prima, storica volta ad un Mondiale, va in frantumi. La decisione della Fifa, infatti, penalizzerà l’Uzbekistan: dopo due gara tiratissime, culminate con due pareggi (1-1/0-0), sarà proprio il gol in trasferta di Talal Yousef – segnato nella ripetizione della gara incriminata – a sancire l’uscita di scena dell’Uzbekistan, lanciando il Bahrein verso lo spareggio interzonale con Trinidad e Tobago, poi comunque perso.

Nove anni più tardi, nel playoff AFC con la Giordania, sarebbero stati invece i calci di rigore a sbarrare la strada dello spareggio interconfederale all’Uzbekistan. Una vera e propria maledizione, quella del Mondiale, per i Lupi Bianchi. L’Uzbekistan, infatti, si è sempre qualificato alla Coppa d’Asia, dal 2004 scollina costantemente il girone iniziale e nel 2011 ha raggiunto anche le semifinali del massimo torneo continentale dell’AFC. Ma non è ancora riuscito a qualificarsi alla fase finale di un Mondiale. Un sortilegio che, però, anche grazie all’allargamento del format a 48 squadre, sembra finalmente sul punto di essere spezzato. Dopo il successo con la Corea del Nord, i Lupi Bianchi guidano insieme all’Iran il gruppo A della terza fase delle qualificazioni asiatiche (le prime due vanno al Mondiale direttamente), a distanza di sicurezza da Qatar e Arabi Uniti. Secondo We Global Football, un portale specializzato in stime probabilistiche sul calcio, la nazionale timonata dall’ex doriano Srečko Katanec avrebbe oltre l’80% delle probabilità di staccare il pass diretto per il Nordamerica.

L’ascesa della nazionale uzbeka, la più blasonata dell’Asia Centrale, però, parte da lontano. La semina a livello giovanile è stata di quelle importanti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: solo per restare agli ultimi anni, a livello juniores, i Lupi Bianchi hanno conquistato la Coppa d’Asia U23 (2018) e raggiunto altre due finali (2022, 2024), vinto la Coppa d’Asia U20 (2023, nella foto in evidenza), raggiunto gli ottavi di finale al Mondiale U20 (2023) e partecipato per la prima volta alle Olimpiadi (2024). Conferme arrivano anche dal ranking Fifa, in continua e progressiva arrampicata: i Lupi Bianchi siedono ora al posto numero 58 della classifica mondiale, 13 posizioni sotto il record storico, segnato tra il 2006 e il 2007.

Gran parte del merito è di Srečko Katanec. Atterrato sul pianeta uzbeko nel 2021, per ricostruire sulle macerie tecniche ed emotive di una mancata qualificazione all’ultimo turno delle eliminatorie (mai accaduto nella storia della Ufa), l’allenatore sloveno è vicinissimo a portare a compimento la missione iridata, grazie ad un’idea di calcio pragmatica, e per certi versi reazionaria, alla quale è rimasto però sempre fedele. “Non mi piace questo calcio moderno di oggi. Non possiamo pressare per 90 minuti. Si possono ottenere risultati anche in un altro modo”, ha dichiarato, fotografando un po’ l’essenza del proprio credo.

Katanec, poi, è stato particolarmente intelligente nel mettere il turbo al ricambio generazionale, valorizzando e sfruttando il sempre più ricco serbatoio di talento delle selezioni giovanili. Al fianco del romanista Eldor Shomurodov, stella, anima e guida carismatica della selezione uzbeka – miglior marcatore internazionale del 2022 proprio grazie ai suoi gol in nazionale – sono spuntati i vari Urunov, Khusanov, ma soprattutto Abbosbek Fayzullaev, elettrico ed estroso esterno, nominato miglior giocatore dell’ultima Coppa d’Asia U20.

I giocatori chiave, però, non giocano in patria. L’Uzbekistan, infatti, ha iniziato a esportare talenti all’estero, anche verso i Top 5 campionati europei: oltre al romanista Shomurodov, per esempio, Khusanov vale già circa 5 milioni di euro (fonte Transfermarkt) e già da un anno e mezzo gioca in Ligue 1 con i francesi del Lens. L’embargo calcistico dell’Occidente alla Russia, poi, ha fatto il resto. Ha costretto le squadre russe a pescare in Asia Centrale, accelerando di fatto il travaso di giocatori verso la RPL: è il caso, ad esempio, della stellina Fayzullaev, ingaggiata dal CSKA Mosca. Se da un lato tutto ciò ha impoverito il campionato locale, dall’altro ha favorito lo sviluppo dei giocatori uzbeki, contribuendo alla crescita della nazionale, arrivata ormai ad un passo dal Mondiale. Con quattro gare da giocare e le inseguitrici dietro di sei punti, per l’aritmetica manca ancora un po’, ma la strada sembra ormai tracciata. I Lupi Bianchi vedono il Mondiale e sono pronti ad azzannarlo.