“Ci sono donne che si stanno ribellando e questo numero sta crescendo: chiedono di cambiare vita e sottrarsi a un destino segnato. C’è una ribellione dei cuori e delle coscienze di tante persone: sono donne, molte delle quali con figli, nate e cresciute in contesti criminali che sentono oggi il bisogno allontanarsi da quei contesti, un pò per preservare la loro vita ma anche quella dei loro figli”. Così don Luigi Ciotti durante un’audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, presieduta da Chiara Colosimo. Partendo dal progetto ‘Liberi di scegliere’, una rete di supporto alle donne e ai minori che si allontanano dai contesti mafiosi, Don Ciotti ha fatto riferimento alle “storie di liberazione” che “siamo riusciti a realizzare”, sottolineando che va fatto di più e anche “in fretta”. “Queste donne, per noi che le abbiamo conosciute, sono storie di liberazione – ha aggiunto – perché c’è questo essere libere nello spirito perché desiderano un destino diverso da quello ereditato magari per nascita in quel contesto mafioso”. Queste donne desiderano liberazione ma “sono prigioniere se non si fa qualcosa“, ha proseguito, evidenziando che “noi abbiamo la responsabilità di liberare la loro libertà”. “Queste donne non chiedono soldi– Vogliono cercarsi il lavoro, mandare i bambini a scuola senza che vengano rintracciati”, ha concluso.