Mentre Milano “festeggia” il primato della sua Montenapoleone, diventata la strada con gli affitti commerciali più cari al mondo, la Lombardia abdica, almeno temporaneamente, al suo ruolo di locomotiva economica del paese. Segni dei tempi. “Non è più la locomotiva d’Italia. La capacità di rimanerlo dipende dai progetti innovativi. In assenza di innovazione, si perde competitività, soprattutto sui mercati esteri”, ha spiegato il direttore della sede di Milano di Banca d’Italia, Giorgio Gobbi nell’illustrare l’aggiornamento autunnale sulla regione.

La regione, fortemente integrata nelle filiere industriali della Germania, quasi più che dell’Italia, soffre più di altre la frenata tedesca, ma non è soltanto questo. Nei primi sei mesi del 2024 il pil della Lombardia è cresciuto di un debole 0,4%, in linea con il resto del paese, cosa insolita in passato. Pesa la flessione dell’export soprattutto verso i paesi dell’area dell’euro e gli Stati Uniti.

“Non ci sono segnali di recessione”, ma la debolezza del 2023 e della prima parte del 2024 è proseguita anche nel terzo trimestre dell’anno. Un “forte rallentamento” dettato dall’industria la cui produzione registra in -1,2% nel primo semestre del 2024 con la debolezza della domanda sia interna sia estera. Le flessioni maggiori nel tessile, calzature e abbigliamento, nella siderurgia e nella meccanica (il cuore della manifattura italiana, ndr).

Dall’indagine Bankitalia emerge inoltre un calo del fatturato nei primi nove mesi dell’anno e le imprese prevedono per i prossimi sei mesi una stabilizzazione delle vendite. Risulta confermata la diminuzione della spesa per investimenti nel 2024 e il calo si estenderebbe al 2025. È poi rallentata l’attività produttiva del settore delle costruzioni, penalizzato dal ridimensionamento di superbonus ed altri incentivi, solo in parte compensato dalla ripresa delle opere pubbliche sostenute dall’avvio dei cantieri del Pnnr.

La crescita si è mantenuta sostenuta, invece, nel settore dei servizi, soprattutto in quei comparti che hanno beneficiato dell’aumento dei flussi turistici. Nei primi sei mesi dell’anno la spesa dei turisti stranieri è aumentata del 19,2%. “Il trend di crescita di arrivi e presenze è più accelerato della media italiana” ed “è particolarmente concentrato su Milano“, è stato spiegato.

Gli industriali lombardi non ci stanno. “Per noi la Lombardia continua a essere il traino e la locomotiva d’Italia. C’è comunque un rallentamento, che è dovuto a tutte le situazioni che ci sono nel mondo, in Europa, in Cina e negli Stati Uniti”, dice Alessandro Spada, presidente di Assolombarda che rileva come “saper crescere quando il mondo è piatto direi che è un risultato già molto positivo”. Spada sottolinea poi che “se la Lombardia fosse una nazione nell’Europa 27 sarebbe al decimo posto per Pil dietro l’Irlanda e davanti a Paesi come Austria, Danimarca, Finlandia. Abbiamo un export di 163 miliardi, superiore a quello di tanti Paesi dell’Unione europea. Rimaniamo saldamente il traino dell’economia italiana”.

L’indagine di banca d’Italia evidenzia anche come, dopo circa quattro anni di sostanziale stabilità, il rallentamento ciclico abbia determinato una ripresa dei tassi di insolvenza sui debiti delle imprese. Nel dettaglio il tasso di deterioramento è salito a giugno all’1,8%, era l’1,3% nel 2023. Quanto all’occupazione è continuata a crescere ma hanno però cominciato a manifestarsi segnali di cambiamento delle condizioni del mercato del lavoro. Sono diminuite le ore lavorate nell’industria ed è aumentata la cassa integrazione guadagni. Infine il reddito delle famiglie ha ripreso a salire. Tuttavia è stata solo compensata la perdita di potere d’acquisto subita nel biennio precedente e i consumi hanno ristagnato.

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