“Il brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi fu l’esecutore materiale” dell’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo avvenuto la sera del 5 settembre 2010 con nove colpi di pistola. “Me lo disse Giuseppe Cipriano nel dicembre successivo, nell’ufficio del suo cinema”. I virgolettati appartengono al pentito Romolo Ridosso in un verbale investigativo iniziato alle 15.30 dell’11 novembre scorso, 4 giorni dopo il suo arresto e quello degli altri tre accusati del delitto: Giuseppe Cipriano detto ‘Peppe Odeon’ (dal nome della sala cinematografica gestita a Scafati), il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi. Ridosso lo afferma poche ore dopo essere stato sentito in carcere a Modena dal Gip per l’interrogatorio di garanzia, il cui contenuto è stato rivelato ieri da ilfattoquotidiano.it. Il collaborante di origini stabiesi, ma con ‘base criminale’ a Scafati, non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Anzi, ha parlato. Molto. Tanto da indurre i pm della Dda di Salerno a chiedere un immediato approfondimento dei temi affrontati, che Ridosso – difeso dall’avvocato Michele Avino – ha accettato di fornire. Ci sono voluti due giorni. L’interrogatorio investigativo si è infatti chiuso alle 13 del giorno successivo.
Il passaggio chiave è quello nel quale Ridosso ricostruisce come ebbe certezza che fu il gruppo di Cipriano ad organizzare ed eseguire l’omicidio del sindaco pescatore, dopo i sospetti che gli derivavano dall’aver partecipato il 3 settembre con Cipriano ad un sopralluogo in auto ad Acciaroli, che secondo i pm servì ad assicurarsi dell’assenza di telecamere sui luoghi scelti per compiere l’agguato. La notizia sicura il pentito l’avrebbe avuta a dicembre, qualche mese dopo. “Il coinvolgimento di Cioffi e Cipriano nell’omicidio – afferma Ridosso – mi fu invece (…) rappresentato a dicembre, allorquando incontrai Giuseppe Cipriano nel cinema a Scafati… Io mi allontanai dalla mia compagna e salimmo in ufficio con Cipriano. In questa circostanza Cipriano mi disse esattamente che l’omicidio era stato commesso da loro e in particolare da Cioffi come esecutore. In particolare mi disse: “è stato ‘o cumpagno tuo”. Io dedussi che era Cioffi perché era l’unico del gruppo che frequentavo unitamente a Cipriano”.
I motivi? Ridosso insiste, come già fatto poche ore prima davanti al giudice, su alcune piste bocciate dagli investigatori del Ros, aggiungendo solo alla fine il traffico di droga da mettere al riparo dalle eventuali denunce di Vassallo, che secondo gli inquirenti è il movente autentico. “Sempre in quella circostanza – sostiene Ridosso – (Cipriano, ndr) mi elencò tutte quelle che erano state le causali dell’omicidio, rappresentando, in primo luogo, che il sindaco lo voleva cacciare da Acciaroli sia a causa del furto in un locale di sua proprietà, sito vicino al cinema (gestito quell’estate da Cipriano, ndr), commesso da un suo dipendente, sia perché non aveva concesso a Raffaele Maurelli (cugino di Cipriano ed esponente del gruppo dedito al traffico di droga, indagato e morto durante le indagini ndr) la possibilità di fare dei lavori nel porto di Acciaroli e sia perché infine aveva scoperto il loro coinvolgimento in traffici di droga”. La discussione sarebbe avvenuta mentre la compagna di Ridosso e i suoi due figli guardavano un film di prima visione.