Il discorso è rivolto alle forze armate russe, ma il destinatario è il mondo intero. Perché le parole pronunciate da Vladimir Putin in televisione sono il culmine di una escalation che negli ultimi due giorni ha raggiunto picchi mai visti. Ieri Kiev ha utilizzato per la prima volta un missile di fabbricazione inglese su territorio russo, oggi Mosca ha risposto sul campo (con un razzo ipersonico balistico) e soprattutto sul piano diplomatico. Con dichiarazioni non equivocabili del numero uno del Cremlino.

Tanto per cominciare, secondo Putin con gli attacchi missilistici occidentali in Russia il conflitto in Ucraina ha assunto un “carattere globale”. Anche per questo motivo, quindi, Mosca “ha il diritto” di colpire i Paesi le cui armi sono utilizzate da Kiev sul territorio russo. Poi la spiegazione sul tipo di razzo scagliato oggi dal Cremlino su una fabbrica aerospaziale ucraina: nella fattispecie si tratta di un missile ipersonico balistico di medio raggio con testata non nucleare. “I nostri ingegneri lo hanno chiamato Orechnik”, ha dichiarato il presidente russo, precisando che tale attacco ha preso come obiettivo “un sito del complesso militar industriale” ucraino, che il lancio è stato “un test” ma “in condizioni di combattimento”.

Azione chiama reazione, quindi. E Putin di certo non lo nasconde: in caso di ulteriore escalation, ha detto, la Russia risponderà in modo deciso e simmetrico. Non manca un attacco diretto alle politiche estere degli Stati Uniti di Joe Biden, che secondo il leader del Cremlino spingendo il mondo intero verso un conflitto globale. Spazio per un passo indietro? Il Cremlino non esclude nulla, sottolineando che la Russia è pronta a risolvere pacificamente tutti i problemi, ma è pronta anche a “qualsiasi sviluppo degli eventi”. A testimonianza di questo, ha poi aggiunto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, “l’allarme è stato inviato in automatico 30 minuti prima del lancio” agli Stati Uniti, precisando che Mosca ha mantenuto “una comunicazione costante” con Washington sulla questione delle armi nucleari.

Nella serata di giovedì arriva il commento lapidario della Casa Bianca, con la portavoce Karine Jean-Pierre che vuole chiarire: “È la Russia che ha provocato l’escalation”. E ha poi aggiunto che “non c’è nessuna ragione” per modificare la dottrina nucleare Usa dopo i cambiamenti introdotti dalla Russia. Anche Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello alla comunità internazionale: “Il mondo deve reagire. Ora non c’è una reazione forte da parte del mondo. Putin è molto sensibile a questo. Vi sta controllando, cari partner. È chiaro a tutti chi è l’unico colpevole di questa guerra, chi ha iniziato questa guerra il 24 febbraio e investe tutte le sue risorse per garantire che la guerra continui. Deve essere fermato. Se non c’è una forte reazione alle azioni della Russia, allora vede che è possibile”.

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