“Se vogliamo andare avanti, e noi certamente vogliamo guardare avanti, cioè al futuro, arriverà anche il momento di spegnere la fiamma“. A riaprire il dibattito sul simbolo di Fratelli d’Italia è Luca Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. “Magari non sarà presto, ma arriverà. Sarà una scelta nostra e non certo perché qualcuno […]
“Se vogliamo andare avanti, e noi certamente vogliamo guardare avanti, cioè al futuro, arriverà anche il momento di spegnere la fiamma“. A riaprire il dibattito sul simbolo di Fratelli d’Italia è Luca Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. “Magari non sarà presto, ma arriverà. Sarà una scelta nostra e non certo perché qualcuno ce lo impone”, ha detto l’esponente di governo in un’intervista con Il Foglio. Ciriani ha precisato che “la fiamma fa parte della nostra storia e della nostra identità. Non è una rinnegazione, ma un fatto acquisito, che abbiamo già superato con assoluta tranquillità. È un elemento simbolico e, come tanti altri, avrà la sua parabola. Non sarà mai rinnegata, ma accadrà e basta, senza drammi e senza fanfare”. Il ministro ha inoltre riconosciuto che il simbolo ha un significato soprattutto per le generazioni più anziane: “La fiamma è stata la mia giovinezza. Per quel simbolo ci saremmo buttati sul fuoco, ma ad un ragazzo di oggi non importa nulla. È giusto così e lo posso capire”.
La fiamma tricolore, ancora oggi presente nel simbolo del partito di Giorgia Meloni, era l’emblema principale del Movimento Sociale Italiano. “Rappresentava la speranza che rinasce dopo la sconfitta della guerra che ha subito il fascismo”, aveva spiegato a ilfattoquotidiano.it il ricercatore dell’Università di Trieste Michelangelo Borri, specializzato nello studio dell’Msi. L’ideazione del simbolo-fiamma con un trapezio alla base viene attribuito ad Almirante stesso: non sono da considerarsi ortodosse, invece, le interpretazioni dei militanti del Movimento – che hanno fondato gran parte delle polemiche di questi giorni – secondo cui il trapezio da cui nasce il fuoco rappresenterebbe la tomba di Mussolini.
Ciclicamente la questione della fiamma nel simbolo di FdI torna all’ordine del giorno. Già nel 2022 Liliana Segre e il Pd ne avevano chiesto l’eliminazione dopo che la Meloni aveva preso le distanze dal fascismo. “Partiamo dai fatti, non dalle parole e dalle ipotesi”, aveva dichiarato Segre. “Nella mia vita ho sentito di tutto e di più, ma a Giorgia Meloni dico questo: inizi dal togliere la fiamma dal logo del suo partito.” Meloni, in vista delle elezioni europee, era tornata sull’argomento: “È un simbolo su fondo blu, colore che in Europa identifica i partiti di destra e centrodestra. La fiamma tricolore accompagna i partiti della destra nella storia repubblicana, prima MSI, poi Alleanza Nazionale. Siccome noi siamo in continuità con quella storia, l’abbiamo stilizzata e ripresa”.
All’interno di Fratelli d’Italia, le reazioni alle dichiarazioni di Ciriani sono state tiepide. Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha commentato con ironia: “Prima o poi anche il mondo finirà”. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, ha invece chiuso a ogni possibilità: “Le radici non vanno mai recise”. Di diverso avviso il ministro Francesco Lollobrigida, che ha minimizzato durante un intervista di oggi a Il Foglio: “Spegnere la fiamma non sarebbe una tragedia. Non è un elemento chiave per noi; la fiamma è un simbolo tricolore come un altro”.
Intervenendo successivamente a Tg2 Post, Ciriani ha cercato di smorzare le polemiche: “Io ho espresso un’opinione del tutto personale, non è una questione né urgente né fondamentale. La storia della Fiamma tricolore è la storia della mia vita, non rinnego la mia storia personale ma abbiamo visto tanti cambiamenti in questi anni. Ho imparato dai grandi leader che la politica significa guardare avanti e non indietro, guardare al futuro anche se a volte spaventa. Non so se mai ci sarà questo cambiamento ma se lo faremo, lo faremo perché deciso da noi e non perché qualcuno ce lo ha imposto“.