Era appena rientrato ad Algeri, nessuno ne ha notizie dal 16 novembre. Una situazione che inasprisce i rapporti tra i due Paesi, già molto complicati
Il coraggio dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal, 75 anni, è di non aver mai rinunciato a vivere e tornare nel suo Paese, a Boumerdès, a est di Algeri, pur sapendo di essere nel mirino delle autorità per i suoi libri critici del regime. In una lettera pubblicata oggi da Le Figaro, lo scrittore Kamel Daoud, anche lui franco-algerino, che vive in Francia, racconta che da diverso tempo per parlare al telefono con il collega e amico, per timore che la linea possa essere sotto ascolto, dialogavano solo in video chiamata via Whatsapp, non parlandosi però, ma mostrandosi quello che buttavano giù rapidamente su un foglio. “Se non fosse tragico, l’immagine scadrebbe nel burlesco”, scrive.
Boualem Sansal non dà segni di vita dal 16 novembre. Nessuno, né famiglia né amici né l’editore, Gallimard, hanno più ricevuto notizie di lui. Non ci sono più dubbi che lo scrittore sia stato arrestato all’aeroporto di Algeri, mentre rientrava dalla Francia. La notizia è stata resa nota dal settimanale francese Marianne e poi confermata da fonti locali a Le Monde. Come scrive il quotidiano, Sansal è stato fermato dagli agenti dei servizi segreti algerini alla discesa del suo aereo da Parigi per essere presentato a breve davanti al pubblico ministero. Probabilmente il cellulare gli è stato confiscato perché non è mai raggiungibile. A Le Monde, Xavier Driencourt, ex ambasciatore francese ad Algeri, racconta di aver cenato con lo scrittore la sera prima: “Non era preoccupato”, dice. Ma da quando ha iniziato la sua carriera letteraria, con il romanzo “Le Serment des barbares” del 1999, sull’ascesa dell’islamismo radicale, Sansal, che è stato un alto funzionario in Algeria, dà fastidio alle autorità algerine, tanto che, nel 2003, è stato rimosso dalla funzione di direttore generale all’Industria e alla ristrutturazione.
Il caso sta preoccupando Parigi: “I servizi dello Stato sono mobilitati per chiarire la situazione – ha scritto l’Eliseo in una nota -. Il presidente della Repubblica esprime il suo legame incrollabile alla libertà del grande scrittore e intellettuale”. Il caso è l’ultimo episodio che mette in evidenza l’aggravamento delle tensioni tra Parigi e Algeri negli ultimi mesi. Il più eclatante in questa crisi franco-algerina era stata la decisione del 5 ottobre scorso del presidente algerino Abdelmadjid Tebboune di rinviare la sua visita ufficiale in Francia, attesa dal 2023, dopo che Emmanuel Macron aveva dato il suo sostegno al piano di autonomia e sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale, una regione contesa con il Fronte Polisario. Algeri aveva deciso di ritirare il suo ambasciatore in Francia. Un altro caso recentissimo ha coinvolto lo stesso Kamel Daoud, che a novembre ha vinto il Goncourt, il premio letterario più prestigioso in Francia, per il romanzo “Houris”, in cui racconta il “decennio nero”, la sanguinosa guerra civile degli anni 90 che fece 200 mila vittime, di cui in Algeria è vietato scrivere. Il libro è stato vietato in Algeria e il suo editore, sempre Gallimard, era stato boicottato al Salone internazionale del Libro di Algeri. Daoud è stato inoltre denunciato in Algeria, accusato da una donna di aver “rubato” la sua storia che lo scrittore avrebbe appreso dalla moglie Aicha Dahdouh, che è psichiatra e avrebbe violato gli obblighi di riservatezza nei confronti della paziente.
Boualem Sansal ha ottenuto la nazionalità francese appena qualche mese fa. E stando a Xavier Driencourt, sentito dunque da Le Monde, contava di trasferirsi in Francia perché in Algeria “l’aria cominciava a diventare irrespirabile”. In Algeria l’opera di Sansal è stata spesso censurata. È capitato ai suoi libri “Poste restante, Alger”, un’analisi critica della situazione politica in Algeria, che, nel 2006, fu vietato al Salone del libro di Algeri, e “Le Village de l’Allemand”, sul legame tra nazismo e islamismo. Le ragioni esatte del suo arresto non sono chiare. Forse, scrive ancora Le Monde, è legato alle sue recenti dichiarazioni sulla colonizzazione francese del Marocco e dell’Algeria pubblicate dal media Frontières: “La Francia – diceva Sansal – non ha colonizzato il Marocco, perché è un grande Stato (…). È facile colonizzare piccole cose che non hanno storia, ma è molto difficile colonizzare uno Stato”. E poi, sollevando la questione sensibile dei confini tra Algeria e Marocco, ha aggiunto: “Quando la Francia colonizzò l’Algeria, tutta l’Algeria occidentale faceva parte del Marocco e la Francia decise arbitrariamente di annettere l’intero Marocco orientale all’Algeria tracciando un confine”.