di Figli delle Stelle
Figli delle Stelle nasce come un laboratorio di idee e di proposte creato da un gruppo di giovani iscritti al MoVimento 5 Stelle con la volontà di rilanciarne l’azione politica. Crediamo che il ruolo di indirizzo degli iscritti in questi ultimi anni sia stato disatteso, determinando una crisi identitaria del M5S. Il verticismo, il malfunzionamento e l’assenza di coinvolgimento riscontrati all’interno della giovanile del M5S ci ha spinti ad avviare un’iniziativa autonoma e partecipativa.
Il M5S è nato e cresciuto secondo alcuni principi che ne hanno garantito credibilità e forza: anzitutto, il posizionamento non allineato e trasversale rispetto a “destra”, “sinistra” e “centro”, concentrandosi su beni comuni, economia e welfare, invecchiamento della popolazione, democrazia diretta, legalità e certezza del diritto, inclusione, innovazione, sviluppo sostenibile e attenzione al mondo delle imprese. Proprio per sostenere questi principi, con spirito costruttivo e con l’intento di portare proposte politiche innovative, ci siamo organizzati per far ascoltare la nostra voce nella Costituente. Ci siamo resi conti di aver preso parte a un processo che presenta delle storture sulle quali riteniamo sia doveroso riflettere.
Uno dei punti dirimenti sui quali abbiamo avuto forti perplessità è stata la clusterizzazione delle proposte dei 300 fortunati che hanno vinto alla lotteria per la partecipazione: l’operazione ha accorpato troppi temi operando secondo una logica di pacchetto “prendere o lasciare”.
Proprio questa logica ci fa nutrire sospetti circa la volontà di indirizzare l’esito finale. Ci aspettavamo che le proposte fossero suddivise in maggiori categorie, al fine di concentrare il dibattito su specifiche questioni che vengano effettivamente percepite come centrali e prioritarie per rilanciare l’azione politica del M5S. Siamo preoccupati dalla volontà di parricidio nei confronti del nostro garante. Non solo le obiezioni di Beppe Grillo, figura incaricata di vigilare sui valori fondativi, sono state ignorate ma, addirittura, si è arrivati a ipotizzare una sua rimozione.
Tutto questo è inaccettabile, così come è inaccettabile la mancata trasparenza sulla gestione verticistica del processo che ha portato alla formulazione dei quesiti, l’assenza di comunicazione chiara, la mancata chiarezza sul numero degli iscritti e gli interventi degli esperti come quello del costituzionalista Ainis, il quale ha argomentato quali fossero secondo lui i problemi legati alle nostre regole fondative, senza però elencarne i pregi che hanno consentito al nostro MoVimento di diventare la prima forza politica nel Paese. È evidente che i risultati a cui si è giunti rappresentano un chiaro regolamento di conti interno, senza alcuna proposta credibile per il rilancio del Movimento sia a livello nazionale che sui territori.
Non possiamo, dunque, votare alcunché all’Assemblea del 21-24 novembre. Il coraggio delle nostre posizioni, in difesa di valori che riteniamo essenziali per il M5S come forza innovatrice della politica, ci dà la credibilità di contestare le votazioni previste questa settimana. Ancora una volta, assistiamo a richieste di ratificare i desiderata di pochi, presentando opzioni che non rispecchiano la voce della base e non consentono la libera espressione di tutti. Il non voto è la miglior forma di voto possibile in questa tornata.
Non accettiamo che sistemi così indirizzati e influenzati dall’esterno possano ledere il diritto di tutti di avere nel panorama politico italiano quella speranza nata nel 2009. Tale speranza è stata alimentata dalla forza di volontà di chi si è messo in gioco per dire ‘basta’ a corruzione, clientelismo, a una visione vetusta e distorta della politica intesa come professione e mezzo per il raggiungimento dei propri fini personali. Chi vuole discostarsi dalla missione originaria del MoVimento, il quale ha raggiunto straordinari risultati quando è stato onorato nei suoi principi fondanti, sia onesto con se stesso e con i cittadini e prenda altre strade.
Il MoVimento continui ad esistere e ad insistere, liberandosi di tutti quelli che ne hanno mutato la forma in questi anni, condannandolo all’irrilevanza politica. Noi riteniamo che nessun principio originario sia superato, anzi andrebbero resi più forti a tutela dei cittadini.
Non è innovazione alterare la regola dei due mandati e la trasversalità del nostro MoVimento nascondendosi dietro la “maschera” dell’Assemblea Costituente.