di Giovanni M.

L’abbiamo visto nascere, l’abbiamo visto crescere e, forse, lo vedremo morire? Morte non intesa come nome, ma morte dell’idea di com’era nato il Movimento 5 stelle che oggi è la terza forza politica in Italia e, in qualche maniera – tra un cannonata che arriva da Grillo e un sottobosco di franchi tiratori – si barcamena per rimanere tale seppure, allo stato attuale, i loro voti siano in continua erosione.

Il M5S non deve temere il Pd, ma piuttosto una forza più simile che alle Europee ha avuto risultati inaspettati e che goccia a goccia sta mangiando voti dal suo elettorato: Alleanza Verdi e Sinistra.

Dopo la scoppola non indifferente presa alle ultime Regionali che – sia chiaro – non si possono paragonare alle Politiche, ma che sicuramente in proporzione portano in vantaggio la coalizione di Bonelli e Fratoianni davanti alla forza politica guidata da Conte, una lunga riflessione va fatta e si spera che questa Costituente detti la linea per acquisire un’immagine, se non definitiva, più netta (quella di cui ha bisogno).

Questo non è l’unico problema che le anime movimentiste dovranno affrontare. Per come la penso, sono rimasto basito dalle ultime dichiarazioni di Chiara Appendino: perché parlare di alleanze e allo stesso tempo del fatto che “il Movimento non è di Grillo né di Conte”? È una sorta di “libera tutti” o semplicemente “paraculismo”? La malizia mi porta a pensare, e spero di sbagliarmi, che si verificheranno ancora ulteriori smottamenti alimentati da sabotaggi interni e che vedono come unico denominatore comune l’avvocato di Volturara Appula (le dichiarazioni di Alessandro Di Battista a proposito della Costituente del 2021, dove le liste delle preferenze non vennero pubblicate con la collaborazione dei “veterani”, solleticano l’idea).

Il voto di questi giorni farà da spartiacque a queste faide interne e sarà curioso capire cosa gli iscritti del Movimento di oggi vogliono dai loro rappresentanti.

Ma se Conte dovesse cadere, che succederà? Un’opzione da non scartare definitivamente. La sua caduta potrebbe essere tradotta in un’ulteriore dispersione di voti (già caduti in picchiata dopo l’ingresso col Governo Draghi) verso la sinistra moderata, radicale o addirittura verso l’astensione. Conseguentemente, si vedrà accadere ciò che Grillo aveva detto allora: “il Movimento è biodegradabile“… Una profezia che si avvera.

Gli ultimatum del presidente allora sono delle tattiche con messaggi criptati annessi per gli “old but gold”, oppure alcune dinamiche interne sono già state decretate? Quel che è sicuro è che alcuni esponenti di punta “duri e puri” del Movimento dovrebbero fare un passo indietro o, in alternativa, accettare che il modus operandi del 2009 oggi funzionerebbe, forse, in una galassia parallela. È inutile prendersi in giro: ogni stilettata fatta a Conte dall’interno torna indietro con gli interessi. Ergo qui c’è chi in tutto questo ha solamente da guadagnarci o, se volete, da perderci.

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