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Gli Usa sanzionano anche Gazprombank, il conto lo paga l’Europa. Prezzi del gas sui massimi e riserve in calo

Come si è ormai ben capito, le eventuali perdite delle scommesse che gli Stati Uniti fanno in Ucraina, le paga l’Europa. Sarà così anche per la decisione di Washington di porre sotto sanzioni anche Gazprombank, la banca del colosso russo del gas sinora esentata dalle misure per garantire i pagamenti dei flussi che ancora giungono in Europa. In queste poche settimane di permanenza alla Casa Bianca che gli rimangono, Joe Biden si sta giocando il tutto per tutto sulla questione ucraina. Dall’ok all’uso di missili statunitensi contro il territorio russo, alla nuova stretta economica. L’America ha poco da perdere, l’Europa molto di più.

Il prezzo del gas è tornato vicino ai 50 euro al megawatt/ora, il massimo da un anno e oltre il doppio rispetto alla media storica pre-invasione. Ciò comporta nuove pressioni inflazionistiche ed aumenti dei costi energetici per le famiglie e le imprese che perdono così competitività. Eventuali ulteriori cali delle forniture russe saranno compensati da maggiori acquisti di gnl, soprattutto statunitense. Forniture comunque più costose, a danno dell’Europa e a vantaggio dei produttori americani.

“Con le nuove sanzioni imposte a Gazprombank, gli Usa cercano di bloccare le rimanenti forniture di gas russo verso l’Europa impedendo i pagamenti, ma Mosca troverà “soluzioni”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Delle soluzioni saranno trovate, è impossibile bloccare completamente un Paese come la Russia”, ha affermato Peskov.

Sinora il gas era rimasto esente da sanzioni proprio perché le ricadute sarebbero state troppo pesanti da sopportare per l’Europa. I flussi nei gasdotti russi sono scesi ma non sono interrotti e coprono il 14% del fabbisogno dell’Ue. Nazioni dell’Europa centrale, a cominciare da Austria, Ungheria e Slovacchia, restano fortemente dipendenti dalle forniture russe.

In compenso, Mosca ci vende a sua volta quantitativi crescenti di gas liquefatto. Le sanzioni contro Gazprombank (ed altri 50 istituti) potrebbero ora rompere anche questo precario equilibrio, più oneroso ma sostenibile, almeno nel breve termine, per l’Europa. Gli stoccaggi sono alti in tutta Europa ma si stanno riducendo ad una velocità insolita, complice il freddo e l’assenza di vento (quini meno energia eolica) che hanno caratterizzato le ultime settimane.

“Se i flussi di gas russo si interrompessero prima del previsto e la domanda rimanesse alta, ad esempio se l’inverno si rivelasse freddo, l’Europa potrebbe uscire dall’inverno con riserve di gas pericolosamente basse“, ha detto a Bloomberg Arne Lohmann Rasmussen , analista Global Risk Management a Copenaghen.

C’è anche un altro gioco che si sta giocando. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen accarezza l’idea di aumentare gli acquisti di gnl statunitense a scapito di quello russo, per blandire Trump. Le nuove sanzioni potrebbero agevolare questo proposito che, comunque, significa prezzi del gas in ulteriore rialzo. “Esiste la possibilità che alcune transazioni vengano ora interrotte, il che può portare a ritardi e persino a riduzioni nella fornitura di gas”, ha affermato Florence Schmit di Rabobank. “Gazprombank svolge ancora un ruolo rilevante nell’elaborazione dei pagamenti per le esportazioni di gas russo verso l’Europa”.