Scienza

Robot esegue doppio trapianto di polmoni: è la prima volta. “Così si limita il dolore e si riduce l’impatto dell’intervento”

Lei, per prima, aveva studiato la procedura in quanto medico. Poi Cheryl Mehrkar è diventata la prima persona al mondo operata per un doppio trapianto ai polmoni eseguito interamente da un robot. È successo negli Stati Uniti lo scorso 22 ottobre, al NYU Langone Transplant Institute, e l’intervento è stato guidato da Stephanie H. Chang, professore associato del Dipartimento di chirurgia cardiotoracica nella NYU Grossman School of Medicine e direttore chirurgico del Programma di trapianto polmonare dell’istituto. La procedura, spiegano, segna una svolta perché mostra il potenziale della chirurgia robotica e della cura mininvasiva per i pazienti.

Mehrkar, 57 anni, era affetta da una decina di anni da broncopneumopatia cronica ostruttiva. Utilizzando il sistema robotico da Vinci Xi, sono state praticate piccole incisioni tra le costole, quindi è stato utilizzato il sistema robotico per rimuovere i polmoni, preparare il sito chirurgico e impiantare i nuovi organi. L’operazione è stata eseguita appena 4 giorni dopo che la paziente è stata aggiunta alla lista d’attesa, dopo diversi mesi di valutazione da parte degli esperti. “Sono così grata al donatore e alla sua famiglia per avermi dato un’altra possibilità di vita – ha commentato Mehrkar – Per molto tempo mi è stato detto che non ero abbastanza malata per un trapianto. Il team della NYU Langone Health ha messo al centro la mia qualità di vita come priorità e sono grata anche ai dottori e agli infermieri per avermi dato speranza”.

Mehrkar, che a un mese dall’intervento sta per tornare a casa, ha ereditato una predisposizione genetica alle malattie polmonari, e ha ricevuto la diagnosi di Bpco nel 2010 all’età di 43 anni. Le sue condizioni sono peggiorate dopo che è stata colpita dal Covid nel 2022. “Utilizzando questi sistemi robotici, puntiamo a ridurre l’impatto che questo importante intervento chirurgico ha sui pazienti, limitare il loro dolore postoperatorio e dare loro il miglior risultato possibile”, ha spiegato Chang.