di Daniela Patti e Guido Silvestri*
Ieri abbiamo visitato il centro per migranti di Gjadër in Albania. La delegazione di Volt era composta da 4 dei 5 eurodeputati del partito europeo e il loro staff, oltre alla co-presidente di Volt Europa Francesca Romana d’Antuono e al co-presidente di Volt Albania Ardit Minarolli e noi, co-presidenti di Volt Italia. Siamo stati accolti e guidati nel tour dall’addetto dell’Ambasciata Italiana e dal dirigente responsabile della Polizia italiana. Il centro è infatti formalmente extraterritoriale, un pezzo d’Italia in terra albanese.
Cosa abbiamo visto? Cantieri ancora in costruzione con mezzi in movimento a cielo aperto. Abbiamo visitato il centro per l’accoglienza dei richiedenti asilo, il centro per il rimpatrio (CPR), la piccola prigione, il centro medico dove ancora è in costruzione la sala operatoria, il centro di analisi e le camere con 4 letti per stanza. Letti vuoti, perché il centro è completamente vuoto. Nessun migrante a oggi e chissà per quanto ancora. I primi migranti sono stati rimandati in Italia soprattutto perché provenienti da paesi non considerati sicuri dalla normativa europea. Il governo ha fatto ricorso di fronte alla Corte di cassazione la cui pronuncia è attesa per il 4 dicembre e sarà verosimilmente rimandata alla Corte di Giustizia Europea. Gli stessi funzionari sono consapevoli che, con tutta probabilità, non si avrà una pronuncia prima di aprile 2025.
E intanto? Intanto questo centro, per cui il governo ha previsto un budget complessivo di 1 miliardo di euro in 5 anni, costato, per la sola costruzione, 60 milioni di euro oltre a 300mila euro al giorno per l’esercizio della nave, rimarrà vuoto, nella migliore delle ipotesi, per mesi. Inoltre non si sa cosa accadrà dopo i 5 anni di accordo, rinnovabili potenzialmente per altri 5. Ci hanno confermato che la costruzione del centro di Gjadër ha richiesto ingenti interventi di stabilizzazione del terreno tramite pali di circa 15 metri per consolidare il terreno, lavori per portare l’elettricità, la fibra e il sistema fognario, inesistente in questa parte dell’Albania.
Ad oggi il centro è di fatto un cantiere, circa un terzo è ancora in costruzione. La struttura può ospitare ora circa 350 richiedenti asilo rispetto agli 880 di quando sarà a pieno regime, così come il CPR che può accogliere 24 persone a fronte di una capienza di 144. Sono poi in costruzione due stanze per l’isolamento di persone affette da malattie contagiose, così come la sala operatoria. Soltanto la prigione è stata completata.
E il personale? Abbiamo verificato come il centro si stia progressivamente svuotando. Al suo interno, a regime dovrebbero lavorare centinaia di forze di polizia italiana per la sorveglianza, la gestione del carcere e altre funzioni. Oggi sono già state ridotte a meno di 100. Sono inoltre necessarie figure di supporto come traduttori, mediatori culturali, personale medico, psicologi, psichiatri e personale per le pulizie. A regime avrebbero dovuto essere 800 circa, ad oggi sono rimasti 7 italiani e un centinaio di addetti albanesi assunti dalla cooperativa Medihospes.
Sembra evidente a tutti che, per molti mesi, qui non ci sarà nulla da fare. Il personale si riduce sensibilmente ma occorrerà comunque mantenere un numero minimo ma significativo di persone, per assicurare il presidio e la manutenzione minima dell’infrastruttura. Uno spreco enorme a spesa dei contribuenti, ancora più ingiustificato in un momento di tagli importanti alla spesa pubblica richiesti dalla finanziaria 2025 e attualmente in discussione in Parlamento. Il grande silenzio del centro di Gjadër risulta ancora più imbarazzante.
Il personale che abbiamo incontrato è stato con noi professionale e gentile. Ma alcune domande sono rimaste inevase. Perché gli appalti per la costruzione sono stati fissati sotto la responsabilità del Ministero delle Difesa, diversamente da quelli di tutti gli altri centri costruiti in Italia? C’era davvero un motivo concreto di sicurezza nazionale o era un modo per accorciare i tempi, sottraendoli alle norme stringenti del codice degli appalti che assicura massima trasparenza sull’antimafia e sulla sicurezza dei lavoratori? Nessuno, per esempio sa, in base a quale criterio siano state scelte le ditte albanesi che hanno lavorato al centro. Il diritto alla difesa dei migranti sarà equivalente a quello che avrebbero in Italia? Quando i migranti arrivano, viene loro tolto l’eventuale telefono personale e assegnato un telefono del centro per chiamare per esempio l’avvocato, quasi sempre di ufficio. Ma è previsto che la sua assistenza avverrà solo per telefono o in videocall. Teoricamente l’avvocato potrebbe anche prendere un volo d’urgenza per Tirana e poi farsi due ore per raggiungere Gjadër ma quale avvocato lo farà con un rimborso di 500 euro complessivi? Voi vi sentiresti garantiti da un avvocato con cui poter parlare solo per telefono?
Ma il telefono serve anche per un’altra chiamata: quella ad un eventuale garante finanziario. Sì, perché per il migrante c’è un modo per evitare questa procedura accelerata di esame del diritto di asilo: è sufficiente che qualcuno versi da 2500 sino a 5000 euro di cauzione. E il migrante sarà mandato in Italia e libero di circolare sul territorio italiano. Incredibile vero? Oggi il governo sta dimostrando che si può comprare tutto, anche la salute o l’istruzione. Perché non la libera circolazione? Basta pagare.
Abbiamo chiesto cosa succede se al migrante, qualora fosse maschio, in salute, senza nucleo familiare, che proviene da un paese sicuro, fosse negato l’asilo. Va rimpatriato, con un volo di linea e due poliziotti per ogni migrante. Ma cosa succede se non c’è un accordo con i paesi di origine (e sono la stragrande maggioranza)? Succede che il rimpatrio diventa semplicemente non possibile e allora i migranti resterebbero nel centro da 3 a un massimo di 18 mesi e allo scadere non potremo fare altro che riportarli in Italia e lasciarli liberi di circolare con un documento fornito dalla Repubblica Italiana. Questo d’altronde è quello che accade già oggi: non è un caso che su circa 150 mila arrivi nel 2023 ne siano stati rimpatriati solo 3 mila.
Il centro è vuoto. I poliziotti fanno il loro dovere con la divisa impeccabile. Ma non c’è nulla da fare. Era molto prevedibile. La norma che impedisce la procedura accelerata in caso di possibile rimpatrio in paesi “non sicuri” la conosce anche uno studente al 1° anno di Università. Quindi questo centro è stato costruito, ben sapendo che sarebbe rimasto vuoto, per montare ancora una volta un caso contro i giudici, da sempre invisi al potere, di qualsiasi colore e, in seconda battuta, con la “cattiva” Europa. Un’ipotesi estrema? Consigliamo di rileggere le dichiarazioni di Matteo Salvini, secondo cui i giudici non hanno titolo per opporsi perché “non eletti”. O quelle di Elon Musk contro gli stessi giudici. Favolosi questi “sovranisti” che si fanno dettare cosa fare e non fare da un privato né italiano né europeo, solo pieno di soldi. L’attacco alla magistratura indipendente, e allo Stato di diritto, che garantisce che ognuno sia uguale davanti alla legge, potente, governante, migrante o cittadino che sia, è parte della strategia dei promotori della democrazia illiberale. Gli Orban, i Trump, i Salvini, gli Elon Musk: davanti alle cui ricchezze un cittadino normale è impotente.
Qualcuno sostiene che questo centro è un esperimento: “Facciamolo funzionare qualche anno e vediamo come va”. Ma questo non può essere un modello per l’Italia e tantomeno per l’Europa. Forse l’Albania ci ha fatto veramente aprire un centro per riconoscenza e amicizia. Ma se funziona ce ne farebbe aprire altri 10? E dopo l’Albania quale altro paese? Qualche paese lontano, sicuramente povero, in grado di svendere la propria sovranità e prendersi i migranti italiani per qualche soldo. Questo è colonialismo da straccioni, imperialismo da barzelletta.
Quando ci renderemo conto che le migrazioni sono una questione globale? Che si risolve solo a livello almeno continentale, europeo dunque. E non a livello di singoli paesi, fragili come l’Italia con un paese piccolo come l’Albania. Bisogna rivedere il trattato di Dublino ed esigere la solidarietà di tutti i paesi europei che devono accogliere i migranti che ne hanno diritto, non solo di quelli di prima accoglienza. Bisogna stringere più accordi bilaterali possibili di rimpatrio con i paesi di origine (cosa spesso difficilissima) e qualora questo non sia possibile (come nella stragrande maggioranza dei casi) prenderne atto e favorire al più presto l’integrazione.
Invece preferiamo sottrarre i migranti dalla nostra vista, e aspettare che dopo 18 mesi, quando nessuno guarda, dovremo farli tornare in Italia, dare loro un documento e lasciarli liberi. Ma la politica, si sa, non vede che alla prossima tornata elettorale.
*co-presidenti di Volt Italia
Speaker's corner
Per chi ha qualcosa da dire
Blog - 23 Novembre 2024
Abbiamo visitato il centro per migranti in Albania: un cantiere a cielo aperto e vuoto. Uno spreco enorme mentre si taglia la spesa pubblica
di Daniela Patti e Guido Silvestri*
Ieri abbiamo visitato il centro per migranti di Gjadër in Albania. La delegazione di Volt era composta da 4 dei 5 eurodeputati del partito europeo e il loro staff, oltre alla co-presidente di Volt Europa Francesca Romana d’Antuono e al co-presidente di Volt Albania Ardit Minarolli e noi, co-presidenti di Volt Italia. Siamo stati accolti e guidati nel tour dall’addetto dell’Ambasciata Italiana e dal dirigente responsabile della Polizia italiana. Il centro è infatti formalmente extraterritoriale, un pezzo d’Italia in terra albanese.
Cosa abbiamo visto? Cantieri ancora in costruzione con mezzi in movimento a cielo aperto. Abbiamo visitato il centro per l’accoglienza dei richiedenti asilo, il centro per il rimpatrio (CPR), la piccola prigione, il centro medico dove ancora è in costruzione la sala operatoria, il centro di analisi e le camere con 4 letti per stanza. Letti vuoti, perché il centro è completamente vuoto. Nessun migrante a oggi e chissà per quanto ancora. I primi migranti sono stati rimandati in Italia soprattutto perché provenienti da paesi non considerati sicuri dalla normativa europea. Il governo ha fatto ricorso di fronte alla Corte di cassazione la cui pronuncia è attesa per il 4 dicembre e sarà verosimilmente rimandata alla Corte di Giustizia Europea. Gli stessi funzionari sono consapevoli che, con tutta probabilità, non si avrà una pronuncia prima di aprile 2025.
E intanto? Intanto questo centro, per cui il governo ha previsto un budget complessivo di 1 miliardo di euro in 5 anni, costato, per la sola costruzione, 60 milioni di euro oltre a 300mila euro al giorno per l’esercizio della nave, rimarrà vuoto, nella migliore delle ipotesi, per mesi. Inoltre non si sa cosa accadrà dopo i 5 anni di accordo, rinnovabili potenzialmente per altri 5. Ci hanno confermato che la costruzione del centro di Gjadër ha richiesto ingenti interventi di stabilizzazione del terreno tramite pali di circa 15 metri per consolidare il terreno, lavori per portare l’elettricità, la fibra e il sistema fognario, inesistente in questa parte dell’Albania.
Ad oggi il centro è di fatto un cantiere, circa un terzo è ancora in costruzione. La struttura può ospitare ora circa 350 richiedenti asilo rispetto agli 880 di quando sarà a pieno regime, così come il CPR che può accogliere 24 persone a fronte di una capienza di 144. Sono poi in costruzione due stanze per l’isolamento di persone affette da malattie contagiose, così come la sala operatoria. Soltanto la prigione è stata completata.
E il personale? Abbiamo verificato come il centro si stia progressivamente svuotando. Al suo interno, a regime dovrebbero lavorare centinaia di forze di polizia italiana per la sorveglianza, la gestione del carcere e altre funzioni. Oggi sono già state ridotte a meno di 100. Sono inoltre necessarie figure di supporto come traduttori, mediatori culturali, personale medico, psicologi, psichiatri e personale per le pulizie. A regime avrebbero dovuto essere 800 circa, ad oggi sono rimasti 7 italiani e un centinaio di addetti albanesi assunti dalla cooperativa Medihospes.
Sembra evidente a tutti che, per molti mesi, qui non ci sarà nulla da fare. Il personale si riduce sensibilmente ma occorrerà comunque mantenere un numero minimo ma significativo di persone, per assicurare il presidio e la manutenzione minima dell’infrastruttura. Uno spreco enorme a spesa dei contribuenti, ancora più ingiustificato in un momento di tagli importanti alla spesa pubblica richiesti dalla finanziaria 2025 e attualmente in discussione in Parlamento. Il grande silenzio del centro di Gjadër risulta ancora più imbarazzante.
Il personale che abbiamo incontrato è stato con noi professionale e gentile. Ma alcune domande sono rimaste inevase. Perché gli appalti per la costruzione sono stati fissati sotto la responsabilità del Ministero delle Difesa, diversamente da quelli di tutti gli altri centri costruiti in Italia? C’era davvero un motivo concreto di sicurezza nazionale o era un modo per accorciare i tempi, sottraendoli alle norme stringenti del codice degli appalti che assicura massima trasparenza sull’antimafia e sulla sicurezza dei lavoratori? Nessuno, per esempio sa, in base a quale criterio siano state scelte le ditte albanesi che hanno lavorato al centro. Il diritto alla difesa dei migranti sarà equivalente a quello che avrebbero in Italia? Quando i migranti arrivano, viene loro tolto l’eventuale telefono personale e assegnato un telefono del centro per chiamare per esempio l’avvocato, quasi sempre di ufficio. Ma è previsto che la sua assistenza avverrà solo per telefono o in videocall. Teoricamente l’avvocato potrebbe anche prendere un volo d’urgenza per Tirana e poi farsi due ore per raggiungere Gjadër ma quale avvocato lo farà con un rimborso di 500 euro complessivi? Voi vi sentiresti garantiti da un avvocato con cui poter parlare solo per telefono?
Ma il telefono serve anche per un’altra chiamata: quella ad un eventuale garante finanziario. Sì, perché per il migrante c’è un modo per evitare questa procedura accelerata di esame del diritto di asilo: è sufficiente che qualcuno versi da 2500 sino a 5000 euro di cauzione. E il migrante sarà mandato in Italia e libero di circolare sul territorio italiano. Incredibile vero? Oggi il governo sta dimostrando che si può comprare tutto, anche la salute o l’istruzione. Perché non la libera circolazione? Basta pagare.
Abbiamo chiesto cosa succede se al migrante, qualora fosse maschio, in salute, senza nucleo familiare, che proviene da un paese sicuro, fosse negato l’asilo. Va rimpatriato, con un volo di linea e due poliziotti per ogni migrante. Ma cosa succede se non c’è un accordo con i paesi di origine (e sono la stragrande maggioranza)? Succede che il rimpatrio diventa semplicemente non possibile e allora i migranti resterebbero nel centro da 3 a un massimo di 18 mesi e allo scadere non potremo fare altro che riportarli in Italia e lasciarli liberi di circolare con un documento fornito dalla Repubblica Italiana. Questo d’altronde è quello che accade già oggi: non è un caso che su circa 150 mila arrivi nel 2023 ne siano stati rimpatriati solo 3 mila.
Il centro è vuoto. I poliziotti fanno il loro dovere con la divisa impeccabile. Ma non c’è nulla da fare. Era molto prevedibile. La norma che impedisce la procedura accelerata in caso di possibile rimpatrio in paesi “non sicuri” la conosce anche uno studente al 1° anno di Università. Quindi questo centro è stato costruito, ben sapendo che sarebbe rimasto vuoto, per montare ancora una volta un caso contro i giudici, da sempre invisi al potere, di qualsiasi colore e, in seconda battuta, con la “cattiva” Europa. Un’ipotesi estrema? Consigliamo di rileggere le dichiarazioni di Matteo Salvini, secondo cui i giudici non hanno titolo per opporsi perché “non eletti”. O quelle di Elon Musk contro gli stessi giudici. Favolosi questi “sovranisti” che si fanno dettare cosa fare e non fare da un privato né italiano né europeo, solo pieno di soldi. L’attacco alla magistratura indipendente, e allo Stato di diritto, che garantisce che ognuno sia uguale davanti alla legge, potente, governante, migrante o cittadino che sia, è parte della strategia dei promotori della democrazia illiberale. Gli Orban, i Trump, i Salvini, gli Elon Musk: davanti alle cui ricchezze un cittadino normale è impotente.
Qualcuno sostiene che questo centro è un esperimento: “Facciamolo funzionare qualche anno e vediamo come va”. Ma questo non può essere un modello per l’Italia e tantomeno per l’Europa. Forse l’Albania ci ha fatto veramente aprire un centro per riconoscenza e amicizia. Ma se funziona ce ne farebbe aprire altri 10? E dopo l’Albania quale altro paese? Qualche paese lontano, sicuramente povero, in grado di svendere la propria sovranità e prendersi i migranti italiani per qualche soldo. Questo è colonialismo da straccioni, imperialismo da barzelletta.
Quando ci renderemo conto che le migrazioni sono una questione globale? Che si risolve solo a livello almeno continentale, europeo dunque. E non a livello di singoli paesi, fragili come l’Italia con un paese piccolo come l’Albania. Bisogna rivedere il trattato di Dublino ed esigere la solidarietà di tutti i paesi europei che devono accogliere i migranti che ne hanno diritto, non solo di quelli di prima accoglienza. Bisogna stringere più accordi bilaterali possibili di rimpatrio con i paesi di origine (cosa spesso difficilissima) e qualora questo non sia possibile (come nella stragrande maggioranza dei casi) prenderne atto e favorire al più presto l’integrazione.
Invece preferiamo sottrarre i migranti dalla nostra vista, e aspettare che dopo 18 mesi, quando nessuno guarda, dovremo farli tornare in Italia, dare loro un documento e lasciarli liberi. Ma la politica, si sa, non vede che alla prossima tornata elettorale.
*co-presidenti di Volt Italia
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Seul, 14 gen. (Adnkronos) - Nuova "provocazione" da parte della Corea del Nord. I militari sudcoreani segnalano di aver rilevato lanci di missili balistici a corto raggio intorno alle 9.30 ora locale dalla zona di Ganggye in direzione del Mar del Giappone, come riporta l'agenzia sudcoreana Yonhap.
Lo Stato maggiore congiunto sudcoreano non indica quanti missili siano stati lanciati, ma precisa che hanno volato per 250 chilometri prima di finire in mare in quella che viene considerata una "palese provocazione" e una minaccia per la pace e la stabilità nella regione.
"In previsione di ulteriori lanci, i nostri militari hanno intensificato il monitoraggio - precisano - condividendo le informazioni con Usa e Giappone". Lo scorso 6 gennaio Pyongyang ha annunciato di aver testato con successo quello che dai nordcoreani è stato descritto come un missile balistico ipersonico a medio raggio.
Palermo, 14 gen. (Adnkronos) - E' in corso dall'alba di oggi una vasta operazione della Polizia di messina contro la criminalità organizzata barcellonese. Eseguita un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Messina, su richiesta dalla locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 15 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, violazione della pubblica custodia di cose e sottrazione di cose sottoposte a sequestro.
Per le operazioni di polizia giudiziaria - coordinate dalla Squadra Mobile della Questura di Messina e dal Commissariato di P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto - sono impiegati circa 150 agenti della Polizia di Stato, tra cui personale delle Squadre Mobili di Palermo, Catania, Siracusa, Enna e Vibo Valentia; delle S.I.S.C.O. di Palermo, Catania e Messina; del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale”; del Reparto Cinofili della Questura di Vibo Valentia; dei Commissariati di P.S. della provincia di Messina.
Alle ore 10.45, presso la Sala Riunioni della Caserma della Polizia di Stato “Nicola Calipari”, si terrà una conferenza stampa alla presenza del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Antonio D’Amato, del Direttore del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della P.S., Vincenzo Nicolì, e del Questore di Messina, Annino Gargano.
(Adnkronos) - Il maltempo continua a imperversare sull'Italia. Temperature polari, con neve possibile anche a quote basse, e forti venti si concentrano nelle aree del Sud, costringendo alcuni Comuni a chiudere anche le scuole. L'unica Regione in cui l'allerta è arancione è la Calabria, mentre l'avviso della Protezione Civile è giallo per Campania, Basilicata, Molise e Sicilia.
Maltempo e temperature in picchiata in Calabria, dove la neve ha imbiancato i rilievi della Sila e del Pollino. Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ha disposto con propria ordinanza la chiusura a scopo precauzionale di tutte le scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio comunale. Scuole chiuse anche a Cirò Marina, Isola Capo Rizzuto, Cotronei, San Mauro Marchesato, Verzino, Scandale, Cerenzia, Roccabernarda, Cutro, Petilia Policastro, Caccuri, nel Crotonese, e ad Acri, Guardia Piemontese, Paola, San Giovanni in Fiore, Santa Maria del Cedro, Scalea, in provincia di Cosenza.
Scuole chiuse oggi a Caserta in Campania. Il sindaco Carlo Marino ha annunciato di aver "firmato un’ordinanza con la quale si stabilisce" la sospensione "di tutte le attività scolastiche e didattiche delle scuole cittadine pubbliche di ogni ordine e grado, inclusi gli asili nido comunali".
Nella regione, allerta meteo per venti forti nord-orientali con raffiche e mare agitato, con possibili mareggiate. La Protezione civile regionale ha deciso di prorogare l'avviso, attualmente in vigore, almeno fino alle 18 di oggi sull'intero territorio.
Per le nevicate anche oggi niente scuola a Potenza in Basilicata, ma ci sono stop alle lezioni anche in Sicilia, a Pachino e Portopalo nel siracusano, e in Puglia. Resteranno chiuse le scuole a causa della neve oggi in alcuni centri del Subappenino dauno, ma anche del Gargano, in provincia di Foggia.
Neve nei comuni più alti della Puglia Celle San Vito, Faeto, Panni Monteleone di Puglia nei Monti Dauni: anche in questi piccoli centri è previsto lo stop delle lezioni. Ad Accadia, sempre nel foggiano, le scuole resteranno chiuse.
Roma, 13 gen.(Adnkronos) - Un angolo di lusso ad alta quota in cui tradizione e modernità si fondono: ha riaperto a Cortina d'Ampezzo l'ex Hotel Europa, fino al 2022 'creatura' di Mauro Benetton. L'operazione è del gruppo Solido Holding della famiglia D'Avanzo, che ha portato nel 'cuore' delle Dolomiti un nuovo concetto di extra lusso con Eight Cortina. Che sia nella moda o nel mondo dell’hôtellerie, 'ai clienti piace custom', per parafrasare il film con Marilyn Monroe. La ricerca dell’unicità e delle esperienze personalizzate è ormai una prerogativa degli amanti del lusso. E lo è anche per l'Eight Cortina, che riserva ai suoi ospiti un'esperienza 'cucita a mano’, a partire dalla biancheria con le loro iniziali, la consegna dei giornali preferiti e la preparazione ‘ad hoc’ dei cibi, che incontrano il loro palato. Questi sono solo alcuni dei dettagli, che danno vita a una sinfonia di comfort. Una cura assicurata "grazie ai nostri 70 dipendenti, tutti formati dai manager degli altri nostri hotel in modo tale da garantire anche qui il nostro standard di ospitalità ai clienti", spiega il manager Manuel D'Avanzo all’Adnkronos.
Il lusso sta proprio lì, nella qualità altissima e non nei costi. E come si raggiunge? Facendo tanta ricerca in giro per il mondo, per trovare la ‘voce’ giusta per la propria realtà. "La sfida più difficile è stata riuscire a diversificare la nostra offerta tra le strutture ricettive presenti sul territorio", dice D’Avanzo. E come? Con la ricercatezza che affiora dal design degli ambienti, che vengono progettati e realizzati dal loro dipartimento Eight Lab, con lo scopo di adeguare l’immobile agli standard della catena alberghiera, mantenendo il rispetto della struttura originale e la connessione con il territorio. “Un aspetto che manca nelle grandi catene alberghiere: quando chiudi le tende della stanza e ti guardi attorno, non c’è nessun dettaglio che ti faccia pensare al posto in cui ti trovi", fa notare D’Avanzo. E per lui la sfida si può dire riuscita: l'Eight Cortina - della catena fanno parte anche gli hotel a Portofino, Paraggi e Venezia (che riaprirà prima dell'estate) - offre ai suoi ospiti "un servizio da 5 stelle - le tariffe delle camere oscillano dai 1.500 ai 5mila euro a notte - ma con uno stile e con delle caratteristiche dell'immobile che rispecchiano il territorio, ed è per questo che ogni struttura Eight è diversa dall'altra", sottolinea D'Avanzo, che aggiunge: "Per noi la cosa più importante è far sentire a casa chi ci sceglie".
A Cortina, però, la 'challenge' è stata ancora più difficile "perché abbiamo toccato un mostro sacro, ovvero il Vip Club", il locale annesso alla struttura alberghiera nonché icona indiscussa della mondanità ampezzana grazie anche a 'Vacanze di Natale' dei Vanzina, proprio lì dove il playboy Billo (il personaggio interpretato da Jerry Calà) cantava e suonava 'Maracaibo', mentre ci provava con Ivana (Stefania Sandrelli). "Per il Vip Club, al contrario dell'albergo che ha avuto bisogno di grandi interventi, solo un piccolo 'maquillage' e l'ottimizzazione degli impianti", dice D'Avanzo, che assicura: "Abbiamo mantenuto il sapore e la storia di questo posto". L'obiettivo "è stato quello di dare familiarità già dall'ingresso. La posizione del pianoforte di Jerry Calà, solo per fare un esempio, è rimasta la stessa del film”, dice il manager, che insieme agli architetti hanno scelto un pavimento di un castello scozzese, che ha 300 anni: "è vissuto, hai dei graffi. Gli ospiti che entrano al Vip Club devono avere l'impressione che tutto sia sempre stato qui, nonostante sia tutto nuovo".
Ma non finisce qui. Entro il 2025 una nuova sfida attende la famiglia D'Avanzo con l'apertura di un hotel a Napoli, che darà lavoro a 150 persone. Si trova a piazza Municipio, in un palazzo storico accanto al Comune. La struttura fa parte della catena W Hotel di proprietà di Marriott e si preannuncia essere un luogo capace di far immergere gli ospiti nei “mille culure” di Napoli, come cantava Pino Daniele. Si comporrà di 80 camere, una piscina, la spa, una palestra e, per gli amanti della vista, un rooftoop che promette di essere mozzafiato. Senza dimenticare una corte interna, dove sorgerà “un bellissimo ristorante e bar”, dice D’Avanzo. "Napoli è una città con tantissimi immobili storici, che restano chiusi. Trasformarli significa restituirli a questa incredibile città”. E non solo. “Negli ultimi anni abbiamo registrato un nuovo trend: i turisti, soprattutto stranieri, ora vengono a Napoli non solo per il mare, ma anche per immergersi nei vicoli caratteristici del centro".
Questo cambio di tendenza deriva soprattutto dal successo di film e serie che hanno scelto Napoli come set...'a cielo aperto', a partire da 'Mare Fuori', 'L'Amica Geniale', 'I Bastardi di Pizzofalcone', 'E' stata la mano di Dio', 'Mina Settembre' e moltissimi altri. Ma la verità è che ad anticipare questo trend è stato proprio Manuel D'Avanzo: "il mondo del mercato e del turismo italiano, soprattutto quello napoletano. Un po' di anni fa, abbiamo capito che investire sulle bellezze del centro di Napoli sarebbe stato vincente. I turisti, infatti, non usano più Napoli come luogo di passaggio per andare verso Ischia o Capri”.
Questo nuovo gioiello di ‘casa D’Avanzo’ vedrà la luce entro l’anno “ma non ti nascondo le difficoltà per portare un 5 stelle di una catena americana in una città come Napoli. All'inizio non volevano venire, ma abbiamo fatto in modo che anche loro vedessero quello che vedevamo noi". Per D'Avanzo, però, i sogni - che lui preferisce chiamare "obiettivi" - sono inesauribili. Sogna di aprire un hotel nel 'cuore' dei Caraibi a Saint Barth, ma nel frattempo sta lavorando sulla realizzazione di una struttura a Taormina, i cui lavori non sono ancora iniziati. E Roma? "È un mercato molto particolare, ma anche molto fertile. Forse è la città più importante d'Europa dal punto di vista turistico. La stiamo studiando", dice. Tornando a Cortina, sono attesi nel 2026 i giochi olimpici invernali. "Ad oggi non c'è ancora molta chiarezza su come sarà organizzata la località turistica e i suoi impianti, come arrivare in centro, per esempio, o sulle piste", conclude D'Avanzo.
Roma, 13 gen.(Adnkronos) - Un angolo di lusso ad alta quota in cui tradizione e modernità si fondono: ha riaperto a Cortina d'Ampezzo l'ex Hotel Europa, fino al 2022 'creatura' di Mauro Benetton. L'operazione è del gruppo Solido Holding della famiglia D'Avanzo, che ha portato nel 'cuore' delle Dolomiti un nuovo concetto di extra lusso con Eight Cortina. Che sia nella moda o nel mondo dell’hôtellerie, 'ai clienti piace custom', per parafrasare il film con Marilyn Monroe. La ricerca dell’unicità e delle esperienze personalizzate è ormai una prerogativa degli amanti del lusso. E lo è anche per l'Eight Cortina, che riserva ai suoi ospiti un'esperienza 'cucita a mano’, a partire dalla biancheria con le loro iniziali, la consegna dei giornali preferiti e la preparazione ‘ad hoc’ dei cibi, che incontrano il loro palato. Questi sono solo alcuni dei dettagli, che danno vita a una sinfonia di comfort. Una cura assicurata "grazie ai nostri 70 dipendenti, tutti formati dai manager degli altri nostri hotel in modo tale da garantire anche qui il nostro standard di ospitalità ai clienti", spiega il manager Manuel D'Avanzo all’Adnkronos.
Il lusso sta proprio lì, nella qualità altissima e non nei costi. E come si raggiunge? Facendo tanta ricerca in giro per il mondo, per trovare la ‘voce’ giusta per la propria realtà. "La sfida più difficile è stata riuscire a diversificare la nostra offerta tra le strutture ricettive presenti sul territorio", dice D’Avanzo. E come? Con la ricercatezza che affiora dal design degli ambienti, che vengono progettati e realizzati dal loro dipartimento Eight Lab, con lo scopo di adeguare l’immobile agli standard della catena alberghiera, mantenendo il rispetto della struttura originale e la connessione con il territorio. “Un aspetto che manca nelle grandi catene alberghiere: quando chiudi le tende della stanza e ti guardi attorno, non c’è nessun dettaglio che ti faccia pensare al posto in cui ti trovi", fa notare D’Avanzo. E per lui la sfida si può dire riuscita: l'Eight Cortina - della catena fanno parte anche gli hotel a Portofino, Paraggi e Venezia (che riaprirà prima dell'estate) - offre ai suoi ospiti "un servizio da 5 stelle - le tariffe delle camere oscillano dai 1.500 ai 5mila euro a notte - ma con uno stile e con delle caratteristiche dell'immobile che rispecchiano il territorio, ed è per questo che ogni struttura Eight è diversa dall'altra", sottolinea D'Avanzo, che aggiunge: "Per noi la cosa più importante è far sentire a casa chi ci sceglie".
A Cortina, però, la 'challenge' è stata ancora più difficile "perché abbiamo toccato un mostro sacro, ovvero il Vip Club", il locale annesso alla struttura alberghiera nonché icona indiscussa della mondanità ampezzana grazie anche a 'Vacanze di Natale' dei Vanzina, proprio lì dove il playboy Billo (il personaggio interpretato da Jerry Calà) cantava e suonava 'Maracaibo', mentre ci provava con Ivana (Stefania Sandrelli). "Per il Vip Club, al contrario dell'albergo che ha avuto bisogno di grandi interventi, solo un piccolo 'maquillage' e l'ottimizzazione degli impianti", dice D'Avanzo, che assicura: "Abbiamo mantenuto il sapore e la storia di questo posto". L'obiettivo "è stato quello di dare familiarità già dall'ingresso. La posizione del pianoforte di Jerry Calà, solo per fare un esempio, è rimasta la stessa del film”, dice il manager, che insieme agli architetti hanno scelto un pavimento di un castello scozzese, che ha 300 anni: "è vissuto, hai dei graffi. Gli ospiti che entrano al Vip Club devono avere l'impressione che tutto sia sempre stato qui, nonostante sia tutto nuovo".
Ma non finisce qui. Entro il 2025 una nuova sfida attende la famiglia D'Avanzo con l'apertura di un hotel a Napoli, che darà lavoro a 150 persone. Si trova a piazza Municipio, in un palazzo storico accanto al Comune. La struttura fa parte della catena W Hotel di proprietà di Marriott e si preannuncia essere un luogo capace di far immergere gli ospiti nei “mille culure” di Napoli, come cantava Pino Daniele. Si comporrà di 80 camere, una piscina, la spa, una palestra e, per gli amanti della vista, un rooftoop che promette di essere mozzafiato. Senza dimenticare una corte interna, dove sorgerà “un bellissimo ristorante e bar”, dice D’Avanzo. "Napoli è una città con tantissimi immobili storici, che restano chiusi. Trasformarli significa restituirli a questa incredibile città”. E non solo. “Negli ultimi anni abbiamo registrato un nuovo trend: i turisti, soprattutto stranieri, ora vengono a Napoli non solo per il mare, ma anche per immergersi nei vicoli caratteristici del centro".
Questo cambio di tendenza deriva soprattutto dal successo di film e serie che hanno scelto Napoli come set...'a cielo aperto', a partire da 'Mare Fuori', 'L'Amica Geniale', 'I Bastardi di Pizzofalcone', 'E' stata la mano di Dio', 'Mina Settembre' e moltissimi altri. Ma la verità è che ad anticipare questo trend è stato proprio Manuel D'Avanzo: "il mondo del mercato e del turismo italiano, soprattutto quello napoletano. Un po' di anni fa, abbiamo capito che investire sulle bellezze del centro di Napoli sarebbe stato vincente. I turisti, infatti, non usano più Napoli come luogo di passaggio per andare verso Ischia o Capri”.
Questo nuovo gioiello di ‘casa D’Avanzo’ vedrà la luce entro l’anno “ma non ti nascondo le difficoltà per portare un 5 stelle di una catena americana in una città come Napoli. All'inizio non volevano venire, ma abbiamo fatto in modo che anche loro vedessero quello che vedevamo noi". Per D'Avanzo, però, i sogni - che lui preferisce chiamare "obiettivi" - sono inesauribili. Sogna di aprire un hotel nel 'cuore' dei Caraibi a Saint Barth, ma nel frattempo sta lavorando sulla realizzazione di una struttura a Taormina, i cui lavori non sono ancora iniziati. E Roma? "È un mercato molto particolare, ma anche molto fertile. Forse è la città più importante d'Europa dal punto di vista turistico. La stiamo studiando", dice. Tornando a Cortina, sono attesi nel 2026 i giochi olimpici invernali. "Ad oggi non c'è ancora molta chiarezza su come sarà organizzata la località turistica e i suoi impianti, come arrivare in centro, per esempio, o sulle piste", conclude D'Avanzo.
Roma, 13 gen (Adnkronos) - "Che Calenda non capisca cosa è il centro, lo avevamo intuito da tempo. Suggeriamo a Calenda di smettere di occuparsi di Renzi e di parlare invece delle sue idee". Lo afferma la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva.
Roma, 13 gen.(Adnkronos) - Un angolo di lusso ad alta quota in cui tradizione e modernità si fondono: ha riaperto a Cortina d'Ampezzo l'ex Hotel Europa, fino al 2022 'creatura' di Mauro Benetton. L'operazione è del gruppo Solido Holding della famiglia D'Avanzo, che ha portato nel 'cuore' delle Dolomiti un nuovo concetto di extra lusso con Eight Cortina. Che sia nella moda o nel mondo dell’hôtellerie, 'ai clienti piace custom', per parafrasare il film con Marilyn Monroe. La ricerca dell’unicità e delle esperienze personalizzate è ormai una prerogativa degli amanti del lusso. E lo è anche per l'Eight Cortina, che riserva ai suoi ospiti un'esperienza 'cucita a mano’, a partire dalla biancheria con le loro iniziali, la consegna dei giornali preferiti e la preparazione ‘ad hoc’ dei cibi, che incontrano il loro palato. Questi sono solo alcuni dei dettagli, che danno vita a una sinfonia di comfort. Una cura assicurata "grazie ai nostri 70 dipendenti, tutti formati dai manager degli altri nostri hotel in modo tale da garantire anche qui il nostro standard di ospitalità ai clienti", spiega il manager Manuel D'Avanzo all’Adnkronos.
Il lusso sta proprio lì, nella qualità altissima e non nei costi. E come si raggiunge? Facendo tanta ricerca in giro per il mondo, per trovare la ‘voce’ giusta per la propria realtà. "La sfida più difficile è stata riuscire a diversificare la nostra offerta tra le strutture ricettive presenti sul territorio", dice D’Avanzo. E come? Con la ricercatezza che affiora dal design degli ambienti, che vengono progettati e realizzati dal loro dipartimento Eight Lab, con lo scopo di adeguare l’immobile agli standard della catena alberghiera, mantenendo il rispetto della struttura originale e la connessione con il territorio. “Un aspetto che manca nelle grandi catene alberghiere: quando chiudi le tende della stanza e ti guardi attorno, non c’è nessun dettaglio che ti faccia pensare al posto in cui ti trovi", fa notare D’Avanzo. E per lui la sfida si può dire riuscita: l'Eight Cortina - della catena fanno parte anche gli hotel a Portofino, Paraggi e Venezia (che riaprirà prima dell'estate) - offre ai suoi ospiti "un servizio da 5 stelle - le tariffe delle camere oscillano dai 1.500 ai 5mila euro a notte - ma con uno stile e con delle caratteristiche dell'immobile che rispecchiano il territorio, ed è per questo che ogni struttura Eight è diversa dall'altra", sottolinea D'Avanzo, che aggiunge: "Per noi la cosa più importante è far sentire a casa chi ci sceglie".
A Cortina, però, la 'challenge' è stata ancora più difficile "perché abbiamo toccato un mostro sacro, ovvero il Vip Club", il locale annesso alla struttura alberghiera nonché icona indiscussa della mondanità ampezzana grazie anche a 'Vacanze di Natale' dei Vanzina, proprio lì dove il playboy Billo (il personaggio interpretato da Jerry Calà) cantava e suonava 'Maracaibo', mentre ci provava con Ivana (Stefania Sandrelli). "Per il Vip Club, al contrario dell'albergo che ha avuto bisogno di grandi interventi, solo un piccolo 'maquillage' e l'ottimizzazione degli impianti", dice D'Avanzo, che assicura: "Abbiamo mantenuto il sapore e la storia di questo posto". L'obiettivo "è stato quello di dare familiarità già dall'ingresso. La posizione del pianoforte di Jerry Calà, solo per fare un esempio, è rimasta la stessa del film”, dice il manager, che insieme agli architetti hanno scelto un pavimento di un castello scozzese, che ha 300 anni: "è vissuto, hai dei graffi. Gli ospiti che entrano al Vip Club devono avere l'impressione che tutto sia sempre stato qui, nonostante sia tutto nuovo".
Ma non finisce qui. Entro il 2025 una nuova sfida attende la famiglia D'Avanzo con l'apertura di un hotel a Napoli, che darà lavoro a 150 persone. Si trova a piazza Municipio, in un palazzo storico accanto al Comune. La struttura fa parte della catena W Hotel di proprietà di Marriott e si preannuncia essere un luogo capace di far immergere gli ospiti nei “mille culure” di Napoli, come cantava Pino Daniele. Si comporrà di 80 camere, una piscina, la spa, una palestra e, per gli amanti della vista, un rooftoop che promette di essere mozzafiato. Senza dimenticare una corte interna, dove sorgerà “un bellissimo ristorante e bar”, dice D’Avanzo. "Napoli è una città con tantissimi immobili storici, che restano chiusi. Trasformarli significa restituirli a questa incredibile città”. E non solo. “Negli ultimi anni abbiamo registrato un nuovo trend: i turisti, soprattutto stranieri, ora vengono a Napoli non solo per il mare, ma anche per immergersi nei vicoli caratteristici del centro".
Questo cambio di tendenza deriva soprattutto dal successo di film e serie che hanno scelto Napoli come set...'a cielo aperto', a partire da 'Mare Fuori', 'L'Amica Geniale', 'I Bastardi di Pizzofalcone', 'E' stata la mano di Dio', 'Mina Settembre' e moltissimi altri. Ma la verità è che ad anticipare questo trend è stato proprio Manuel D'Avanzo: "il mondo del mercato e del turismo italiano, soprattutto quello napoletano. Un po' di anni fa, abbiamo capito che investire sulle bellezze del centro di Napoli sarebbe stato vincente. I turisti, infatti, non usano più Napoli come luogo di passaggio per andare verso Ischia o Capri”.
Questo nuovo gioiello di ‘casa D’Avanzo’ vedrà la luce entro l’anno “ma non ti nascondo le difficoltà per portare un 5 stelle di una catena americana in una città come Napoli. All'inizio non volevano venire, ma abbiamo fatto in modo che anche loro vedessero quello che vedevamo noi". Per D'Avanzo, però, i sogni - che lui preferisce chiamare "obiettivi" - sono inesauribili. Sogna di aprire un hotel nel 'cuore' dei Caraibi a Saint Barth, ma nel frattempo sta lavorando sulla realizzazione di una struttura a Taormina, i cui lavori non sono ancora iniziati. E Roma? "È un mercato molto particolare, ma anche molto fertile. Forse è la città più importante d'Europa dal punto di vista turistico. La stiamo studiando", dice. Tornando a Cortina, sono attesi nel 2026 i giochi olimpici invernali. "Ad oggi non c'è ancora molta chiarezza su come sarà organizzata la località turistica e i suoi impianti, come arrivare in centro, per esempio, o sulle piste", conclude D'Avanzo.