di Giovanni M.
È passato un anno dalla morte di Giulia Cecchettin, un episodio che ha scioccato tutti noi.
Nonostante un dolore a cui non si riesce a trovare un aggettivo idoneo, Gino Cecchettin è l’emblema di come la strada dell’odio non serva a nulla. In tutti i suoi interventi non ha mai usato una parola fuori posto, mai scaduto in un comportamento becero o detto mezza parola che gettasse scredito neanche davanti a chi gli ha tolto sua figlia.
Non ho idea di cosa abbia provato/provi oggi davanti a tutto questo (non deve essere facile per niente), ma quel che è sicuro è che rappresenta un esempio di come, anche davanti alle situazioni più atroci, la resilienza è una modalità funzionale che smonta il sentimento del rancore, oltre a dare una dignità a quello che è successo a Giulia. Seppur l’odio sia una modalità frequentemente utilizzata tanto da farne cavalli di battaglia, lui va controcorrente: un esempio virtuoso di come la società si può cambiare senza entrare a gamba tesa, senza bisogno di creare cortine fumogene o nemici per arrivare al proprio obiettivo.
Si sta avvicinando la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, altro tema caldo. La cosa più deludente è che nel nostro paese non ci sia una visione a lungo termine: in molte realtà si celebra una data per poi dimenticarne il significato negli altri 364 giorni; in altre vedo celebrare una giornata così importante solo “perché si deve fare” facendone perdere il valore e l’utilità. Che senso ha tutto questo?
Oltre ad avere la memoria corta, è consueto anche il vizio di utilizzare una modalità istituzionale sbagliata nei modi e nei momenti, spesso fine a stessa, che a volte scade davvero nel grottesco. Quando saremo prossimi a risolvere questi imbarazzanti cortocircuiti? D’atro canto, invece, sono felice di avere degli esempi da ammirare e da cui ricominciare: uno di questi porta il nome di Gino Cecchettin.
Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!
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Società - 23 Novembre 2024
Gino Cecchettin è l’emblema di come la strada dell’odio non serve a nulla
di Giovanni M.
È passato un anno dalla morte di Giulia Cecchettin, un episodio che ha scioccato tutti noi.
Nonostante un dolore a cui non si riesce a trovare un aggettivo idoneo, Gino Cecchettin è l’emblema di come la strada dell’odio non serva a nulla. In tutti i suoi interventi non ha mai usato una parola fuori posto, mai scaduto in un comportamento becero o detto mezza parola che gettasse scredito neanche davanti a chi gli ha tolto sua figlia.
Non ho idea di cosa abbia provato/provi oggi davanti a tutto questo (non deve essere facile per niente), ma quel che è sicuro è che rappresenta un esempio di come, anche davanti alle situazioni più atroci, la resilienza è una modalità funzionale che smonta il sentimento del rancore, oltre a dare una dignità a quello che è successo a Giulia. Seppur l’odio sia una modalità frequentemente utilizzata tanto da farne cavalli di battaglia, lui va controcorrente: un esempio virtuoso di come la società si può cambiare senza entrare a gamba tesa, senza bisogno di creare cortine fumogene o nemici per arrivare al proprio obiettivo.
Si sta avvicinando la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, altro tema caldo. La cosa più deludente è che nel nostro paese non ci sia una visione a lungo termine: in molte realtà si celebra una data per poi dimenticarne il significato negli altri 364 giorni; in altre vedo celebrare una giornata così importante solo “perché si deve fare” facendone perdere il valore e l’utilità. Che senso ha tutto questo?
Oltre ad avere la memoria corta, è consueto anche il vizio di utilizzare una modalità istituzionale sbagliata nei modi e nei momenti, spesso fine a stessa, che a volte scade davvero nel grottesco. Quando saremo prossimi a risolvere questi imbarazzanti cortocircuiti? D’atro canto, invece, sono felice di avere degli esempi da ammirare e da cui ricominciare: uno di questi porta il nome di Gino Cecchettin.
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Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Ormai Giorgia Meloni non fa passare un solo giorno senza smentire sé stessa". E' il post del Pd sulla visita della premier in Arabia Saudita condiviso da Elly Schlein su Instagram.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Con squilli di fanfara il governo Meloni ha firmato accordi per miliardi con l’Arabia Saudita. Quel regime contro cui Giorgia Meloni si scagliava perché diceva negli anni passati che ‘c’era la pena di morte per apostasia, per adulterio, per omosessualità e zero diritti per le donne. Una Nazione fondamentalista ecc.' Immagino che tutto ciò sia stato risolto prima della sua visita. Giusto presidente Meloni?". Lo scrive su Twitter Nicola Fratoianni, di Avs.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Meloni ha un tono molto elevato, alza sempre il torno ma se vuoi durare il tono deve essere a bassa voce, deve avere una sua continuità. Non si può pensare di saltare sempre più in alto, questo la Meloni sta facendo". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "L'articolo della Bild su Sinner mi ha fatto venire in mente il trattamento di Unicredit per Commerzbank. C'è ancora tensione in Europa, c'è ancora da fare, ma bisogna farlo, no abbiamo altre speranze". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Elly Schlein ha recuperato una valanga di voti ma non potrà mai vincere da sola. Il problema partito è risolto, il problema governo no". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Ci vuole il coraggio di qualcuno che sappia mettere insieme tutti. La ledership si conquista, ma oggi nei partiti non c'è il desiderio di diventare leader ma di conservare quel poco che si ha. Così non si vince". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole parlando del centrosinistra.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Un tempo si diceva che l'unione fa la forza. L'dea che la disunione fa la forza può essere un gioco, ma uno può governare quando si armonizzano i programmi, si fanno esaminare da esperti, si discutono con le persone e si va di fronte all'elettorato con una linea comune". Lo ha detto Romano Prodi, a 'In altre parole', commentando l'intervista di Dario Franceschini sul centrosinistra.
"Devi avere un programma comune, un obiettivo forte, devi dire voglio riformare questo e questo. Quando io ho fatto il programma ho discusso un anno intero, poi mi hanno accusato perché era troppo articolato. Ma questa è la democrazia", ha spiegato l'ex premier.
"D fronte agli elettori si deve andare con una linea comune, poi ci possono essere delle idee diverse, ma non nella direzione in cui si marcia", ha sottolineato Prodi.