Il M5s è già finito comunque vada l’assemblea costituente. Dopo Nova il Movimento non esisterà più ed è molto meglio così, perché lascerà un vuoto, creerà dolore e diventerà storia, un qualcosa da ricordare, un passato da studiare. È molto meglio morire gloriosamente e dignitosamente che vivere indegnamente e nella sofferenza per i tradimenti. Oggi non si può più andare avanti così, Giuseppe Conte è una brava persona ma non ha mai avuto le caratteristiche del M5s. Si faccia il suo partito con 15 mandati, con la possibilità di nominare chi vuole, di andare in tv, di essere amico di Bettini, del Pd, di D’Alema e di Prodi“. È “il bacio della morte” di Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti e tra i più critici dissidenti del M5s. L’ex parlamentare pentastellato ha una sua rubrica quotidiana su Radio Cusano Campus, “Controinformazione”, dove costantemente, come nelle sue dirette social, non fa mistero delle sue posizioni antitetiche alla nuova dirigenza del M5s e naturalmente a Conte.

“Questa assemblea costituente – accusa Toninelli – è il festival di Conte e la convention del suo movimento progressista, che non serve a niente ai fini del cambiamento del M5s e dell’Italia, serve solo ad attirare un po’ di attenzione su Conte. Gli iscritti del M5s ad agosto erano 170mila e quasi metà sono stati falcidiati perché più sono gli iscritti, maggiore è la difficoltà di raggiungere il quorum. Chi ha architettato questo percorso ha tanta tanta tanta paura. Io non odio Conte e la Taverna, sono loro che mi odiano insieme ai loro tifosi e mandanti“.

Toninelli dichiara poi di aver votato per il mantenimento dei due mandati, ma di essersi astenuto sui quesiti relativi allo statuto perché votabili solo in blocco. E accusa Conte, Paola Taverna e la nuova dirigenza di parlare solo attraverso i giornali, proprio come tutti i politici di professione un tempo invisi al Movimento: “Io invece faccio tante dirette dove metto la faccia e dialogo con la gente che mi manda a fanculo. Io però cerco di circostanziare le mie opinioni. Loro invece rilasciano interviste solo sui giornali cartacei, dimostrando una grande debolezza, una grande involuzione e una grandissima paura di non raggiungere il quorum all’assemblea costituente”.
E rincara: “Ma ragazzi, dopo le sconfitte elettorali, avete pure perso la vostra iniziativa di impossessarvi del M5s. Andatevene a casa. È una dirigenza che ha fallito su tutti i fronti, cosa altro deve accadere? Mai nella storia della politica italiana si è vista una situazione del genere. Quando si perde da tutti i punti di vista, se ne deve prendere atto e fare un passo indietro”.

Toninelli aggiunge che Grillo e Conte sono paragonabili rispettivamente a Di Battista e a Di Maio: due personalità contrapposte che però, nel condividere valori e obiettivi comuni, riuscivano a convivere nel M5s. E punta il dito contro il leader del M5s: “Conte ha cambiato l’idea sui contratti di governo, ha voluto mettere il partito all’interno di un’appartenenza di centro-sinistra, non gli piace la democrazia diretta e quindi è nato lo scontro con Grillo. E quando Beppe ha chiesto a Conte delle delucidazioni, lui tecnicamente l’ha mandato a fare in culo, non ha mai risposto alle domande circostanziate di Grillo ed è normale che la rottura sia stata definitiva”.
E conclude: “Il M5s deve ripartire da zero, noi vecchi militanti non serviamo più a niente se non a dare una mano, siamo ormai tornati alle nostre vecchie vite. Il M5s non va riorganizzato, non si può pensare a rimettere insieme qualche cosa perché sarebbe una copia di un passato che non c’è più, abbiamo già dato quello che potevamo dare. Il Movimento non può più andare avanti così: meglio una sofferenza limitata che si può trasformare in speranza piuttosto che un’agonia costante e continua che ti porta a votare il meno peggio”.

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