Deludendo Elon Musk, il presidente eletto Donald Trump ha scelto come nuovo segretario al Tesoro il manager miliardario degli hedge fund Scott Bessent, fondatore della società di investimento Key Square Capital Management. Una decisione non scontata considerato che il 62enne ha lavorato per decenni con il finanziere George Soros, bestia nera dei Repubblicani. La nomina più attesa nella nuova amministrazione è arrivata venerdì, nella notte italiana. Il New York Times sottolinea come Bessent avrà il delicato compito di guidare un’agenda economica che dovrebbe essere costruita attorno all’aumento dei dazi e al taglio delle tasse. Il che gonfierà il deficit statunitense e rischia di far ripartire l’inflazione, assillo dell’americano medio e emergenza di cui molti elettori hanno ritenuto responsabile il presidente uscente Joe Biden.
“Scott è ampiamente rispettato come uno dei più importanti investitori internazionali e strateghi geopolitici ed economici del mondo”, ha scritto Trump su Truth Social. “Da tempo un grande sostenitore dell’agenda di America First, mi aiuterà a inaugurare una nuova età dell’oro per gli Stati Uniti, mentre rafforziamo la nostra posizione di economia più importante del mondo”. Bessent, che dovrebbe ottenere senza problemi la necessaria approvazione da parte del Senato, è stato nell’ultimo anno tra i principali consiglieri di Trump in materia economica. Tra i punti centrali della sua idea di economia, sottolinea il giornale, ci sono la riduzione dei sussidi governativi, la deregolamentazione e l’aumento della produzione nazionale di energia al grido di “drill, drill, drill”. A differenza di molti a Wall Street, Bessent – 62 anni – è anche un sostenitore del ricorso ai dazi.
Sarà il punto di contatto con la Federal Reserve di Jerome Powell, che ha intenzione di terminare il suo mandato nel 2026. Sarà poi responsabile di guidare la politica delle sanzioni dell’amministrazione, anche nei confronti della Russia, nonchè delle regole che governano Wall Street. Un intermediario di una grande banca – secondo quanto riporta il Financial Times – ha affermato che ha un forte pedigree nella gestione di situazioni finanziarie complesse, ma teme che possa diventare un ‘burattino’ di Trump. Musk la settimana scorsa si era detto contrario alla sua nomina perché sarebbe stata una “scelta di business as usual”. E aveva ufficializzato il proprio appoggio a Howard Lutnick, l’amministratore delegato della società di servizi finanziari Cantor Fitzgerald, che invece avrebbe “messo in atto il cambiamento”
Come già detto, Bessent è stato molto vicino al finanziere Soros, da sempre finanziatori dei Democratici. Ha iniziato a lavorare per lui dopo la laurea a Yale ed era al suo fianco ai tempi del “Mercoledì nero” del 1992, quando il miliardario di origini ungheresi ha scommesso contro la sterlina britannica e la lira italiana facendole uscire dal Sistema Monetario Europeo e guadagnando grazie a quella speculazione oltre 1 miliardo di dollari. Poi è stato chief investment officer di Soros Fund Management al 2011 al 2015.
Reuters sottolinea che come gestore finanziario Bessent ha “contribuito a un calo di quasi il 90% degli asset del suo hedge fund” ma ha centrato “quella che è forse la sua scommessa più grande finora: il presidente eletto Donald Trump”. Nel senso che “ha individuato quella che ha definito un’anomalia nel mercato: gli analisti politici e di mercato erano troppo negativi su cosa avrebbe significato una vittoria di Trump”. Quindi la sua Key Square Capital Management “ha scommesso che le azioni statunitensi e il dollaro avrebbero guadagnato, contribuendo a un profitto a due cifre nel 2024, con novembre come mese migliore”. A livello personale poi è stato un donatore, consigliere economico e promotore in TV di Trump”. Fino alla scelta di nominarlo ministro dell’Economia.
Mondo
Trump sceglie il miliardario Bessent come nuovo segretario al Tesoro. Fondatore di una società di investimento, ha lavorato con Soros
Deludendo Elon Musk, il presidente eletto Donald Trump ha scelto come nuovo segretario al Tesoro il manager miliardario degli hedge fund Scott Bessent, fondatore della società di investimento Key Square Capital Management. Una decisione non scontata considerato che il 62enne ha lavorato per decenni con il finanziere George Soros, bestia nera dei Repubblicani. La nomina più attesa nella nuova amministrazione è arrivata venerdì, nella notte italiana. Il New York Times sottolinea come Bessent avrà il delicato compito di guidare un’agenda economica che dovrebbe essere costruita attorno all’aumento dei dazi e al taglio delle tasse. Il che gonfierà il deficit statunitense e rischia di far ripartire l’inflazione, assillo dell’americano medio e emergenza di cui molti elettori hanno ritenuto responsabile il presidente uscente Joe Biden.
“Scott è ampiamente rispettato come uno dei più importanti investitori internazionali e strateghi geopolitici ed economici del mondo”, ha scritto Trump su Truth Social. “Da tempo un grande sostenitore dell’agenda di America First, mi aiuterà a inaugurare una nuova età dell’oro per gli Stati Uniti, mentre rafforziamo la nostra posizione di economia più importante del mondo”. Bessent, che dovrebbe ottenere senza problemi la necessaria approvazione da parte del Senato, è stato nell’ultimo anno tra i principali consiglieri di Trump in materia economica. Tra i punti centrali della sua idea di economia, sottolinea il giornale, ci sono la riduzione dei sussidi governativi, la deregolamentazione e l’aumento della produzione nazionale di energia al grido di “drill, drill, drill”. A differenza di molti a Wall Street, Bessent – 62 anni – è anche un sostenitore del ricorso ai dazi.
Sarà il punto di contatto con la Federal Reserve di Jerome Powell, che ha intenzione di terminare il suo mandato nel 2026. Sarà poi responsabile di guidare la politica delle sanzioni dell’amministrazione, anche nei confronti della Russia, nonchè delle regole che governano Wall Street. Un intermediario di una grande banca – secondo quanto riporta il Financial Times – ha affermato che ha un forte pedigree nella gestione di situazioni finanziarie complesse, ma teme che possa diventare un ‘burattino’ di Trump. Musk la settimana scorsa si era detto contrario alla sua nomina perché sarebbe stata una “scelta di business as usual”. E aveva ufficializzato il proprio appoggio a Howard Lutnick, l’amministratore delegato della società di servizi finanziari Cantor Fitzgerald, che invece avrebbe “messo in atto il cambiamento”
Come già detto, Bessent è stato molto vicino al finanziere Soros, da sempre finanziatori dei Democratici. Ha iniziato a lavorare per lui dopo la laurea a Yale ed era al suo fianco ai tempi del “Mercoledì nero” del 1992, quando il miliardario di origini ungheresi ha scommesso contro la sterlina britannica e la lira italiana facendole uscire dal Sistema Monetario Europeo e guadagnando grazie a quella speculazione oltre 1 miliardo di dollari. Poi è stato chief investment officer di Soros Fund Management al 2011 al 2015.
Reuters sottolinea che come gestore finanziario Bessent ha “contribuito a un calo di quasi il 90% degli asset del suo hedge fund” ma ha centrato “quella che è forse la sua scommessa più grande finora: il presidente eletto Donald Trump”. Nel senso che “ha individuato quella che ha definito un’anomalia nel mercato: gli analisti politici e di mercato erano troppo negativi su cosa avrebbe significato una vittoria di Trump”. Quindi la sua Key Square Capital Management “ha scommesso che le azioni statunitensi e il dollaro avrebbero guadagnato, contribuendo a un profitto a due cifre nel 2024, con novembre come mese migliore”. A livello personale poi è stato un donatore, consigliere economico e promotore in TV di Trump”. Fino alla scelta di nominarlo ministro dell’Economia.
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Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Ormai Giorgia Meloni non fa passare un solo giorno senza smentire sé stessa". E' il post del Pd sulla visita della premier in Arabia Saudita condiviso da Elly Schlein su Instagram.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Con squilli di fanfara il governo Meloni ha firmato accordi per miliardi con l’Arabia Saudita. Quel regime contro cui Giorgia Meloni si scagliava perché diceva negli anni passati che ‘c’era la pena di morte per apostasia, per adulterio, per omosessualità e zero diritti per le donne. Una Nazione fondamentalista ecc.' Immagino che tutto ciò sia stato risolto prima della sua visita. Giusto presidente Meloni?". Lo scrive su Twitter Nicola Fratoianni, di Avs.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Meloni ha un tono molto elevato, alza sempre il torno ma se vuoi durare il tono deve essere a bassa voce, deve avere una sua continuità. Non si può pensare di saltare sempre più in alto, questo la Meloni sta facendo". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "L'articolo della Bild su Sinner mi ha fatto venire in mente il trattamento di Unicredit per Commerzbank. C'è ancora tensione in Europa, c'è ancora da fare, ma bisogna farlo, no abbiamo altre speranze". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Elly Schlein ha recuperato una valanga di voti ma non potrà mai vincere da sola. Il problema partito è risolto, il problema governo no". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Ci vuole il coraggio di qualcuno che sappia mettere insieme tutti. La ledership si conquista, ma oggi nei partiti non c'è il desiderio di diventare leader ma di conservare quel poco che si ha. Così non si vince". Lo ha detto Romano Prodi a In altre parole parlando del centrosinistra.
Roma, 26 gen (Adnkronos) - "Un tempo si diceva che l'unione fa la forza. L'dea che la disunione fa la forza può essere un gioco, ma uno può governare quando si armonizzano i programmi, si fanno esaminare da esperti, si discutono con le persone e si va di fronte all'elettorato con una linea comune". Lo ha detto Romano Prodi, a 'In altre parole', commentando l'intervista di Dario Franceschini sul centrosinistra.
"Devi avere un programma comune, un obiettivo forte, devi dire voglio riformare questo e questo. Quando io ho fatto il programma ho discusso un anno intero, poi mi hanno accusato perché era troppo articolato. Ma questa è la democrazia", ha spiegato l'ex premier.
"D fronte agli elettori si deve andare con una linea comune, poi ci possono essere delle idee diverse, ma non nella direzione in cui si marcia", ha sottolineato Prodi.