Lorenzo Cherubini si racconta a cuore aperto in un'intervista ad Aldo Cazzullo sulle pagine del Corriere della Sera
Dopo un anno di sfide fisiche e mentali, Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, torna sotto i riflettori con un nuovo singolo, Il Conte di Montecristo. Il brano, che promette di essere uno dei pezzi più personali della sua carriera, riflette il viaggio interiore dell’artista tra il dolore, la resilienza e la rinascita dopo il grave incidente in bicicletta a Santo Domingo nel luglio 2023. “Andavo in bicicletta su una strada asfaltata da due giorni, c’era un dosso non segnalato. Ho fatto un volo sbagliato. Ho visto il piede al contrario, la clavicola fuori. Ambulanza. Ospedale più vicino. Poi ospedale più attrezzato”, racconta ad Aldo Cazzullo sulle pagine del Corriere della Sera.
La diagnosi è stata devastante: “Il femore non si era rotto; si era sbriciolato. In particolare il trocantere, la parte curva dell’osso”. La situazione era tale che è stato costretto a rimanere a Santo Domingo per un mese, impossibilitato a tornare in Italia a causa del rischio di embolia o trombosi. Una volta rientrato, ha affrontato un lungo e complesso intervento chirurgico: “Mi facevano lastre, risonanze, e vedevo facce preoccupate. Avevo una gamba quattro centimetri più corta dell’altra. Bisognava ricostruire l’osso, ma prima dovevo aspettare sei mesi: al trocantere sono attaccati i tendini e i muscoli, ed era tutto vivo. Mi hanno operato da sveglio: otto ore di anestesia totale erano troppe. Sentivo le martellate; ma era come se le dessero a un altro- ricorda -. L’ortopedico in fondo è un falegname. Mi ha segato il femore a metà, e l’ha sostituito con una sbarra di titanio, circondata da pezzetti delle mie ossa. Una specie di Lego”.
Nonostante il dolore fisico e psicologico, Jovanotti ha trovato il modo di trasformare l’esperienza in una nuova occasione di crescita: “La fisioterapia la faccio per bene e non mi pesa. Sveglia alle sei, prima sessione di un’ora e mezza. Leggo, scrivo, suono, mangio, guardo il lago Trasimeno che luccica laggiù sotto il sole. Poi la seconda sessione. Per marzo sarò in forma”. Sì, perché il singolo anticipa la sua tournée nei palasport, il PalaJova, che segnerà il ritorno di Jovanotti sul palco a marzo 2025. Il
Ma tra le tante dichiarazioni rilasciate da Jovanotti a Cazzullo spiccano anche frammenti della sua storia personale, come il ricordo di Emanuela Orlandi, vicina di casa e amica di sua sorella Anna: “Era amica di mia sorella. Anna voleva iscriversi alla scuola di musica vicina a Sant’Apollinare, ma era tutto pieno. Un giorno le telefonarono: si era liberato un posto. Era quello di Emanuela. Per mia sorella divenne un’ossessione. Ha studiato il caso, incontrato suo fratello. Che idea ci siamo fatti? Che la verità non la sapremo mai. Mio padre era convinto che Emanuela fosse stata vittima di un maniaco, e il Vaticano non c’entrasse nulla”.
Non manca poi un riferimento ad Alessio Casimirri, il brigatista coinvolto nel rapimento di Aldo Moro, con cui Jovanotti aveva un legame d’infanzia: “Andavamo in visita con la mia famiglia nella loro casa a Monterotondo: lui aveva un fucile da sub, le foto con le murene”. Ora è latitante in Nicaragua, ha un ristorante che si chiama La cueva del Buzo, il rifugio del sub: “Il padre era il capufficio stampa del Vaticano, andavamo da lui a telefonare gratis alla zia Anna emigrata in Canada. Un giorno il mio babbo riconobbe Alessio in un bar, lui era già in clandestinità, e lo indicò ai poliziotti: quello è Casimirri”.