“È realistico pensare che l’Italia e l’Europa possano avere una posizione autonoma rispetto agli Usa? Sì, la postura dell’alleato non è la postura del servo. L’alleato sta in piedi, il servo sta a 90 gradi. Noi siamo da tre anni a 90 gradi. Non è che dobbiamo uscire dalla Nato o fare delle mattane, basta semplicemente stare in posizione eretta”. Così il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, in un dibattito col giornalista Marcello Veneziani nella giornata finale dell’assemblea costituente del M5s, si pronuncia sulla politica estera che dovrebbe tenere l’Italia, spiegando: “Eppure, il nostro paese ha molto da insegnare. Nella Prima Repubblica, oltre a rubare, i democristiani e i socialisti avevano una politica estera infinitamente meno appiattita sugli americani. In questo senso, i Cinque Stelle non devono domandarsi chi sono perché lo sanno e dovrebbero essere un po’ più orgogliosi e un po’ più mnemonici”.
E aggiunge: “Io nel governo Conte ho visto uno scontro durissimo fra Conte e Trump sulla Via della Seta. C’è stato uno scambio di lettere molto duro in cui Trump diceva ‘America first’ e Conte rispondeva ‘Italia first, io sono il presidente del Consiglio Italiano e non americano’. Io mi ricordo che, quando gli americani di Trump hanno cercato di cambiare il governo in Venezuela perché non gli piaceva Maduro, per metterci quella specie di ectoplasma di Guaidò – continua – tutti i governi occidentali riconobbero il golpista e cominciarono a rompere i coglioni all’Italia perché prendesse posizione a favore di Guaidò. Gli unici governi in terra europea che non riconobbero il golpista Guaidò, su ordine degli americani, furono il governo Conte e il governo del Vaticano, cioè il Papa“.
Travaglio poi rievoca una puntata di Otto e mezzo in cui si dibatteva delle imminenti elezioni europee: “C’era questa leggenda per cui chi voleva combattere la Meloni doveva votare la Schlein e chi voleva combattere la Schlein doveva votare la Meloni. Terze vie non ce n’erano, perché significava disperdere il voto. Il voto utile, insieme alle emergenze, è un’altra truffa che ve la raccomando. Di solito il voto utile è il più inutile del mondo – prosegue – E infatti io dissi: questo bipolarismo Schlein Meloni è finto, soprattutto sulle elezioni europee. E aggiunsi che entrambe avrebbero votato la commissione von der Leyen Bis, cioè la commissione della guerra mondiale e dell’austerity. Sapete cosa succede mercoledì? Il Pd e Fratelli d’Italia voteranno isieme per la commissione von der Leyen Due“.
Il direttore del Fatto ribadisce: Anche in politica internazionale dire che non si può fare altro e che non c’è alternativa è un invito all’astensionismo. Moro, Andreotti e Craxi in politica estera avevano semplicemente capito dove sta l’Italia e quale deve essere la sua collocazione nel mondo: non anti-americana, ma neppure supina. Deve essere un’alleata che ogni tanto dice dei no. Io ogni tanto mi riguardo il discorso dell’ex primo ministro francese Dominique de Villepin, quando gli americani, con la provetta finta di Colin Powell davanti all’Onu, dissero a tutta la truppa che bisognava imbarcarsi per l’Iraq. Dominique de Villepin – conclude – disse: ‘Noi siamo alleati, siamo nella Nato, ma non ci veniamo perché noi con una carneficina basata sul falso non vogliamo averci nulla a che fare’. Ecco, chi ha fatto quella carneficina in Iraq dovrebbe stare davanti alla Corte penale internazionale insieme a Netanyahu, a Putin e alla buonanima di Milosevic“.