Perdita dei capelli, asportazione del seno e molto altro: i danni causati dai tumori sono ben noti a tutti. Ma ci sono pure neoplasie che causano devastazioni del volto, con pesanti conseguenze psicofisiche. Lo racconta una mostra all’ospedale di Leeds, inserita nell’ambito dello studio IMPRESSeD sulle protesi facciali
L’esposizione I’m still me (Sono ancora io), si protrarrà fino al 31 gennaio al St James Hospital di Leeds (UK). In mostra ci sono quadri dipinti da vari artisti; si tratta di ritratti di persone dal viso deturpato o con indosso la protesi, che insieme al volto restituisce loro dignità e speranza. Sono immagini forti ma eloquenti, che lasciano intuire molto bene le conseguenze fisiche ed emotive del ritrovarsi senza una parte del viso per un cancro. “Il tumore testa-collo può avere un notevole impatto sulla salute e sul benessere dei pazienti, e ottenere una protesi può essere una parte importante del processo di accettazione dell’esperienza”, ha dichiarato in una recente intervista alla BBC la dott. Rachael Jablonski, che ha diretto lo studio.
Le storie dietro le protesi
Fra i ritratti esposti c’è quello del sessantanovenne Robin Fahey, che nel 2015 si scoprì una crosta sul naso, asportata subito dal medico. Quattro anni dopo questa ricomparve e venne diagnosticato un tumore. L’uomo dovette subire l’asportazione del naso, di un occhio, di parte della guancia e di tutti i denti dell’arcata superiore. Come immaginabile, non usciva più di casa se non per andare in ospedale; fino a quando, finalmente, tornò ad avere un volto grazie alla protesi. “Anche se non è perfetto è la mia faccia, e io accetterò quello che ho; agli altri spetta accettare gente come me”, ha dichiarato alla BBC, sottolineando di “avere ancora un sorriso”. Che non è poco. Insieme al volto, la protesi gli ha restituito così positività e voglia di vivere. Un’esperienza simile è toccata all’infermiera Rebecca Fogell, che nel 2019 notò una piccola protuberanza vicino all’occhio. L’ecografia rilevò un tumore tra osso e nervi, costringendo prima all’asportazione dello zigomo e di parte della guancia, in seguito a quella di un occhio. Intervistata sempre dalla BBC, la donna racconta i suoi difficili quattro anni di cure mediche e di sofferenza emotiva. “Quando mi guardo nello specchio mi sembra di riavere la mia faccia, ma so che sotto non ci sono più davvero io”.
La ricerca sulle protesi facciali
La mostra fa parte dello studio IMPRESSeD, condotto dall’università di Leeds e inteso a confrontare i diversi tipi di protesi realizzati con metodi tradizionali e digitali, per capire quali funzionano meglio e sono più apprezzati dai pazienti. Queste protesi sono dispositivi rimovibili su misura in silicone. Per realizzarli si fa prima di tutto un calco del viso del paziente, operazione che attualmente risulta meno invasiva e più precisa grazie alle recenti tecniche di scansione tridimensionale. Successivamente i lineamenti del viso vengono ricostruiti con l’intelligenza artificiale, infine la stampante 3D realizza la protesi. Le tecniche convenzionali richiedevano molte fasi di lavorazioni cliniche e di laboratorio; non stupisce dunque che i metodi moderni siano i più graditi, anche se solo fino a un certo punto. “Abbiamo scoperto che il 90% dei pazienti preferiva i processi digitali rispetto a quelli convenzionali per il comfort, la rapidità, l’igiene”, ha spiegato Rachael Jablonski. Tuttavia, per i pazienti non può mancare il tocco finale della tecnica convenzionale.
Il tumore testa-collo
La mostra attira anche l’attenzione sul tumore testa-collo, che è poco noto al grande pubblico e rappresenta il 5-6% di tutte le neoplasie; può interessare il cranio, l’orbita, la retina, il naso, il palato, la lingua, e non di rado richiede l’asportazione chirurgica di alcuni parti del viso. In occasione della campagna europea di prevenzione, svoltasi il 16-18 settembre, è stato reso noto che in Italia la patologia rappresenta il 3% di tutti i tumori. Ogni anno ci sono 9000 diagnosi nuove, che interessano soprattutto gli uomini sopra i 40 anni – anche se di recente si osserva un aumento pure al di sotto di questa fascia di età. Il tumore testa-collo può dipendere da forme virali, ma nel 75% dei casi è imputabile ad alcol e tabacco. La prevenzione passa perciò attraverso uno stile di vita corretto, che tenga sotto controllo il fumo e le bevande alcoliche. Contano molto tuttavia anche l’attività fisica regolare, una dieta sana ricca di vegetali e una buona igiene orale.