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“Chi tradisce una volta, tradisce per sempre”? Le risposte arrivano anche dalla scienza

Potrebbe entrare in campo addirittura una variante del gene DRD4 VNTR che non solo porterebbe a una costante ricerca del brivido (anche in amore) ma anche una ridotta sensibilità alla dopamina

di F. Q.

“Una volta traditore, sempre traditore”, sarà vero? A dire che forse questa espressione non è solo un detto ma ha anche un fondo di verità arriva, attenzione, la scienza. Lo racconta il Daily Mail. Uno studio del 2018, riportato dal celebre tabloid ha rilevato che le persone che hanno tradito in passato, sono tre volte più propense a farlo di nuovo. Altri numeri: circa il 40% delle coppie non sposate e il 25% delle coppie sposate riferiscono episodi di infedeltà nelle loro relazioni.

E qui potrebbe entrare in campo addirittura una variante del gene DRD4 VNTR che non solo porterebbe a una costante ricerca del brivido ma anche una ridotta sensibilità alla dopamina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo chiave nel sistema nervoso, regolando il piacere, la motivazione, la ricompensa e il movimento. È spesso associata alla sensazione di benessere e al meccanismo di gratificazione nel cervello. Ecco dunque che potrebbe esserci una maggiore propensione a correre dei rischi a livello sentimentale e non solo per una volta. È il tipo di meccanismo che si associa anche ad alcune dipendenze, come l’alcolismo.

Va da sé che no, il tradimento non è solo ‘colpa’ di un gene, tanto che molte persone con questa variante sono fedelissime. Spesso alcuni tratti, come il narcisismo, spingono a tradire più volte ma la dottoressa Kayla Knopp avverte: più della metà delle persone che hanno tradito in passato non ripetono l’infedeltà nelle relazioni successive. Il tradimento quindi non è un tratto fisso, ma un comportamento influenzato dalle aspettative sociali e dalle dinamiche relazionali. Insomma, ne sappiamo quanto prima? Sì.

Immagine realizzata con l’Intelligenza Artificiale

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