Tennis

Coppa Davis, ancora Pietrangeli: “Ero a Malaga, ma nessuno mi ha chiamato per la premiazione. Ci sono rimasto male”

“Per battere tutti i miei record Sinner è sulla buona strada, uno però resta impossibile da superare: le mie 164 partite giocate in Coppa Davis“. Con orgoglio, Nicola Pietrangeli rivendica ciò che è suo. La leggenda del tennis azzurro e capitano della Nazionale che vinse la prima Coppa Davis nel 1976, è tornato a parlare dopo il successo dell’Italia a Malaga, dove la squadra di Filippo Volandri trascinata da Jannik Sinner e Matteo Berrettini ha vinto l’Insalatiera per il secondo anno consecutivo.

Già in un’intervista a Il Messaggero, Pietrangeli aveva commentato il chiaroscuro il trionfo dell’Italia del tennis: “È stata una bella emozione, ma non è che abbiano battuto chissà quale avversario“. Un tentativo di sminuire l’impresa azzurra, che era proseguito con queste parole sulle prestazioni di Berrettini: “Le sue due partite sono state bruttissime, ma bellissime per il risultato che poi è quello che conta nella Davis. Lo spettacolo lasciamolo agli altri tornei”. Non esattamente un complimento.

Eppure, intervenuto su Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, Pietrangeli è tornato a parlare della Coppa Davis e ha dichiarato: “A Malaga, ieri, ci sono rimasto male perché ero a vedere la finale e nessuno mi ha chiamato per la premiazione dell’Italia. Mi è dispiaciuto, sono sincero”. Un anno fa, Pietrangeli era presente sul palco insieme alla squadra azzurra. Ma va anche detto che negli ultimi mesi non è mai stato tenero nel commentare le prestazioni di Sinner e dei suoi colleghi.

Alcuni commenti non devono far piacere agli attuali giocatori. Anche in radio, Pietrangeli ha infatti sottolineato che la formula della Davis è ora più facile rispetto ai suoi tempi: “Secondo me si, ora manca un po’ di romanticismo”. E sullo spettacolo offerto ha aggiunto: “Questo è il tennis di oggi, dico solo questo”. Giusto i commenti su Sinner sono ormai benevoli, anche perché di fronte a tale dominio sarebbe difficile sostenere il contrario: “La sua potenza è impressionante. Sinner vince sempre i punti decisivi. Questa è la differenza tra un giocatore normale ed un campione, Sinner è un campione, una cosa che hai dalla nascita oppure non ce l’hai”, ha concluso Pietrangeli.