Da Malaga a Malaga, passando per Melbourne, Parigi, New York, Shanghai, Torino. Tappe di una conquista senza precedenti, che fino a qualche anno fa sembrava impossibile. Un’egemonia che si riassume in quattro parole: l’Italia domina il tennis. Dal maschile al femminile, dal singolare al doppio. La vittoria bis nella Coppa Davis (la terza nella storia azzurra) rappresenta il punto esclamativo su un anno clamoroso, che pone la nostra racchetta come movimento sovrano a livello globale. Un dominio composto da tanti fattori, vittorie e sconfitte, traguardi raggiunti, tabù spezzati e prime volte storiche. Un puzzle tricolore che ha come base di partenza un nome e un cognome ben precisi: Jannik Sinner.
Trascinatore silenzioso, fonte di ispirazione generazionale e dominatore efferato, Sinner è l’uomo copertina di un movimento riuscito a prendere in mano tutto il tennis mondiale. Il protagonista che, insieme a Carlos Alcaraz, ha chiuso l’era dei Big Three, aprendo un nuovo capitolo. L’altoaltesino ha indicato la via con la sua esplosione della fine del 2023, e poi si è consacrato nell’arco di questa stagione. Agli Australian Open ha riportato uno Slam in Italia dopo 47 anni dal Roland Garros di Adriano Panatta del 1976, a Parigi è diventato il primo italiano nella storia ad essere numero 1 del mondo, allo US Open il primo a vincere due Major in una sola stagione, a Torino il primo a trionfare alle Atp Finals. In mezzo, 73 vittorie e appena 6 sconfitte e altri cinque titoli (i Masters 1000 di Miami, Cincinnati e Shanghai e 500 Rotterdam e Halle).
Ultimo tassello, la replica in Coppa Davis, dove è stato ancora una volta il porto sicuro della squadra di Filippo Volandri, sia in singolare che in doppio. Incontenibile per chiunque. Undici mesi che hanno consegnato all’Italia un giocatore che da queste parti non si era mai visto. “I colpi di Sinner sembrano esistere dai tempi dell’asilo. Non si è mai visto insomma un tennista italiano più dotato”, aveva scritto Gianni Clerici (scomparso nel 2022) nel novembre 2019, quando l’altoatesino aveva solo 18 anni ed era numero 96 della classifica. Chissà cosa avrebbe scritto oggi, di fronte a tutta questa superiorità. E chissà cosa avrebbe detto di Jasmine Paolini, la più grande sorpresa del 2024 della racchetta azzurra. Perché, alla fine, Sinner era atteso da tempo allo snodo cruciale, lei invece no, è arrivata nell’élite della Wta quasi dal nulla, senza il minimo preavviso.
Una scalata che anche qui inizia dall’Australia, con i primi ottavi di finale in carriera in uno Slam. Da lì in poi per la lucchese è stato un crescendo inesorabile, che ha subito un’accelerata violenta ed entusiasmante nell’arco di quattro mesi, tra Dubai, Parigi e Londra. Un trittico in cui meraviglia e amarezza si sono mescolate insieme. Alla vittoria nel Wta 1000 sono seguite le due incredibili finali perse al Roland Garros e a Wimbledon, rispettivamente contro Iga Swiatek e Barbora Krejcikova. Risultati che hanno dato una spinta decisiva verso il record (condiviso con Francesca Schiavone) di numero 4 del mondo e per la qualificazione alle Wta Finals di Riad. La prima italiana a riuscirci dopo 9 anni. Traguardi assolutamente impronosticabili solo un anno fa, quando per la Paolini non si vedeva un futuro oltre la top 25.
Una stagione conclusa con la ciliegina sulla torta, quella che era sfuggita nel 2023 contro il Canada: la Billie Jean King Cup. La quinta per le azzurre, a undici anni di distanza dall’ultima. Una vittoria netta, inequivocabile, in cui la lucchese è stata autentica protagonista, sia in singolare che in doppio, e dove si è messa in mostra anche un’altra azzurra attesa al salto di qualità, Lucia Bronzetti. Vinta insieme anche a Elisabetta Cocciaretto, Sara Errani e Martina Trevisan, la BJK Cup è il segno di un movimento femminile che, dopo i fasti del passato, sta ritrovando una propria dimensione di eccellenza nel suo complesso. Non c’è insomma solo Jasmine Paolini (chiamata comunque a una difficile conferma nel 2025), ma qualcosa di più su cui sperare per il futuro.
Dalla Wta ritorniamo all’Atp, perché il 2024 ha certificato come sotto a Jannik Sinner ci sia tanto, tantissimo di più. Incluso il numero 1 del mondo, sono addirittura 9 i giocatori italiani in top 100. Solo la Francia può vantarne di più con 13. E anche loro hanno contribuito non poco a questa egemonia italiana sul tennis. Tra questi quelli che hanno lasciato le impronte più profonde sono stati Lorenzo Musetti (n. 17) e Matteo Berrettini (n. 35). Il primo ha perso tre titoli in finale (500 del Queen’s e i 250 di Umago e Chengdu), il secondo li ha vinti (250 di Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel). Il carrarino dalla sua ha conquistato la prima semifinale Slam della carriera a Wimbledon e ha vissuto una stagione di crescita, mentre il romano ha dovuto convivere con diversi acciacchi fisici che ne hanno minato ancora la continuità di rendimento. Entrambi però hanno raggiunto il proprio picco con la maglia della Nazionale. Musetti indossando la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi e riportando l’Italia sul podio olimpico dopo esattamente 100 anni, Berrettini invece risultando determinante per il bis mondiale in Coppa Davis, prima nei gironi e poi nella fase finale di Malaga. Una vera e propria rivincita per lui dopo la delusione del 2023, quando fu costretto a seguire il successo di Sinner e compagni dalla panchina a causa di un infortunio.
Gli altri in top 100 rispondono ai nomi di Flavio Cobolli (n. 32), Matteo Arnaldi (n. 37), Luciano Darderi (n. 44), Lorenzo Sonego (n. 53), Fabio Fognini (n. 84) e Mattia Bellucci (n. 100). Quello che ha avuto il miglioramento più significativo è il primo. Cobolli non ha vinto nessun titolo in stagione (alla pari di Arnaldi), ma ha raggiunto la finale nel 500 di Washington, persa contro Sebastian Korda. Una stagione in cui è arrivato l’esordio in azzurro e dove non sono mancate partite emozionanti, perse per un soffio e rimaste impresse nella mente di molti. Come quella contro Holger Rune al Roland Garros o quella contro Alejandro Tabilo a Wimbledon. Tutte e due sfuggite al quinto set. Chi invece un successo lo ha portato a casa è Darderi, nel 250 di Cordoba, così come Lorenzo Sonego. Il torinese non ha vissuto una stagione facile, ma è riuscito a mettere il suo timbro di questa annata storica per l’Italia vincendo il 250 di Winston-Salem contro Alex Michelsen. Una vittoria arrivata due anni dopo l’ultima.
Il singolare, come accennato in precedenza, non è l’unico terreno che il nostro tennis ha conquistato. Anche il doppio ha subito l’onda azzurra, sia nel maschile che nel femminile. Le coppie Andrea Vavassori-Simone Bolelli e Jasmine Paolini-Sara Errani hanno chiuso l’anno in top 10, rispettivamente in quinta e quarta posizione nella Race. Risultati che hanno significato le qualificazioni alle Atp e alle Wta Finals. Due exploit grazie ai quali l’ultimo torneo dell’anno ha visto la partecipazione di un rappresentante italiano in ogni disciplina. Un dato emblematico di questo 2024. Tutto ruota attorno a quello che è successo a Parigi, con Paolini-Errani capaci di mettersi al collo la medaglia d’oro, dopo aver vinto anche gli Internazionali d’Italia a Roma e aver fatto finale al Roland Garros. E non va dimenticato nemmeno il successo nel Wta 500 di Pechino, fondamentale per l’obiettivo Finals. Lo stesso torneo che hanno vinto anche Vavassori e Bolelli, dopo Halle e Buenos Aires. Il duo azzurro ha dato spettacolo soprattutto nella prima parte di stagione, in cui sono arrivate due soddisfazioni e insieme due delusioni amare: le finali raggiunte ma perse all’Australian Open e al Roland Garros. Finito qui? Assolutamente no. Perché un’egemonia totale come quella azzurra non può dirsi tale senza la disciplina meno chiacchierata, il doppio misto. E anche qui l’Italia ha messo la propria firma di peso, totalmente inaspettata. Allo US Open, Sara Errani e Andrea Vavassori sono diventati la prima coppia italiana a vincere uno Slam nel doppio misto. Insomma, ovunque ci sia tennis ci sono i colori azzurri.
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Dagli Slam alle Olimpiadi, dal maschile al femminile, in singolare e in doppio: la Davis sancisce l’egemonia dell’Italia nel tennis
Da Malaga a Malaga, passando per Melbourne, Parigi, New York, Shanghai, Torino. Tappe di una conquista senza precedenti, che fino a qualche anno fa sembrava impossibile. Un’egemonia che si riassume in quattro parole: l’Italia domina il tennis. Dal maschile al femminile, dal singolare al doppio. La vittoria bis nella Coppa Davis (la terza nella storia azzurra) rappresenta il punto esclamativo su un anno clamoroso, che pone la nostra racchetta come movimento sovrano a livello globale. Un dominio composto da tanti fattori, vittorie e sconfitte, traguardi raggiunti, tabù spezzati e prime volte storiche. Un puzzle tricolore che ha come base di partenza un nome e un cognome ben precisi: Jannik Sinner.
Trascinatore silenzioso, fonte di ispirazione generazionale e dominatore efferato, Sinner è l’uomo copertina di un movimento riuscito a prendere in mano tutto il tennis mondiale. Il protagonista che, insieme a Carlos Alcaraz, ha chiuso l’era dei Big Three, aprendo un nuovo capitolo. L’altoaltesino ha indicato la via con la sua esplosione della fine del 2023, e poi si è consacrato nell’arco di questa stagione. Agli Australian Open ha riportato uno Slam in Italia dopo 47 anni dal Roland Garros di Adriano Panatta del 1976, a Parigi è diventato il primo italiano nella storia ad essere numero 1 del mondo, allo US Open il primo a vincere due Major in una sola stagione, a Torino il primo a trionfare alle Atp Finals. In mezzo, 73 vittorie e appena 6 sconfitte e altri cinque titoli (i Masters 1000 di Miami, Cincinnati e Shanghai e 500 Rotterdam e Halle).
Ultimo tassello, la replica in Coppa Davis, dove è stato ancora una volta il porto sicuro della squadra di Filippo Volandri, sia in singolare che in doppio. Incontenibile per chiunque. Undici mesi che hanno consegnato all’Italia un giocatore che da queste parti non si era mai visto. “I colpi di Sinner sembrano esistere dai tempi dell’asilo. Non si è mai visto insomma un tennista italiano più dotato”, aveva scritto Gianni Clerici (scomparso nel 2022) nel novembre 2019, quando l’altoatesino aveva solo 18 anni ed era numero 96 della classifica. Chissà cosa avrebbe scritto oggi, di fronte a tutta questa superiorità. E chissà cosa avrebbe detto di Jasmine Paolini, la più grande sorpresa del 2024 della racchetta azzurra. Perché, alla fine, Sinner era atteso da tempo allo snodo cruciale, lei invece no, è arrivata nell’élite della Wta quasi dal nulla, senza il minimo preavviso.
Una scalata che anche qui inizia dall’Australia, con i primi ottavi di finale in carriera in uno Slam. Da lì in poi per la lucchese è stato un crescendo inesorabile, che ha subito un’accelerata violenta ed entusiasmante nell’arco di quattro mesi, tra Dubai, Parigi e Londra. Un trittico in cui meraviglia e amarezza si sono mescolate insieme. Alla vittoria nel Wta 1000 sono seguite le due incredibili finali perse al Roland Garros e a Wimbledon, rispettivamente contro Iga Swiatek e Barbora Krejcikova. Risultati che hanno dato una spinta decisiva verso il record (condiviso con Francesca Schiavone) di numero 4 del mondo e per la qualificazione alle Wta Finals di Riad. La prima italiana a riuscirci dopo 9 anni. Traguardi assolutamente impronosticabili solo un anno fa, quando per la Paolini non si vedeva un futuro oltre la top 25.
Una stagione conclusa con la ciliegina sulla torta, quella che era sfuggita nel 2023 contro il Canada: la Billie Jean King Cup. La quinta per le azzurre, a undici anni di distanza dall’ultima. Una vittoria netta, inequivocabile, in cui la lucchese è stata autentica protagonista, sia in singolare che in doppio, e dove si è messa in mostra anche un’altra azzurra attesa al salto di qualità, Lucia Bronzetti. Vinta insieme anche a Elisabetta Cocciaretto, Sara Errani e Martina Trevisan, la BJK Cup è il segno di un movimento femminile che, dopo i fasti del passato, sta ritrovando una propria dimensione di eccellenza nel suo complesso. Non c’è insomma solo Jasmine Paolini (chiamata comunque a una difficile conferma nel 2025), ma qualcosa di più su cui sperare per il futuro.
Dalla Wta ritorniamo all’Atp, perché il 2024 ha certificato come sotto a Jannik Sinner ci sia tanto, tantissimo di più. Incluso il numero 1 del mondo, sono addirittura 9 i giocatori italiani in top 100. Solo la Francia può vantarne di più con 13. E anche loro hanno contribuito non poco a questa egemonia italiana sul tennis. Tra questi quelli che hanno lasciato le impronte più profonde sono stati Lorenzo Musetti (n. 17) e Matteo Berrettini (n. 35). Il primo ha perso tre titoli in finale (500 del Queen’s e i 250 di Umago e Chengdu), il secondo li ha vinti (250 di Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel). Il carrarino dalla sua ha conquistato la prima semifinale Slam della carriera a Wimbledon e ha vissuto una stagione di crescita, mentre il romano ha dovuto convivere con diversi acciacchi fisici che ne hanno minato ancora la continuità di rendimento. Entrambi però hanno raggiunto il proprio picco con la maglia della Nazionale. Musetti indossando la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi e riportando l’Italia sul podio olimpico dopo esattamente 100 anni, Berrettini invece risultando determinante per il bis mondiale in Coppa Davis, prima nei gironi e poi nella fase finale di Malaga. Una vera e propria rivincita per lui dopo la delusione del 2023, quando fu costretto a seguire il successo di Sinner e compagni dalla panchina a causa di un infortunio.
Gli altri in top 100 rispondono ai nomi di Flavio Cobolli (n. 32), Matteo Arnaldi (n. 37), Luciano Darderi (n. 44), Lorenzo Sonego (n. 53), Fabio Fognini (n. 84) e Mattia Bellucci (n. 100). Quello che ha avuto il miglioramento più significativo è il primo. Cobolli non ha vinto nessun titolo in stagione (alla pari di Arnaldi), ma ha raggiunto la finale nel 500 di Washington, persa contro Sebastian Korda. Una stagione in cui è arrivato l’esordio in azzurro e dove non sono mancate partite emozionanti, perse per un soffio e rimaste impresse nella mente di molti. Come quella contro Holger Rune al Roland Garros o quella contro Alejandro Tabilo a Wimbledon. Tutte e due sfuggite al quinto set. Chi invece un successo lo ha portato a casa è Darderi, nel 250 di Cordoba, così come Lorenzo Sonego. Il torinese non ha vissuto una stagione facile, ma è riuscito a mettere il suo timbro di questa annata storica per l’Italia vincendo il 250 di Winston-Salem contro Alex Michelsen. Una vittoria arrivata due anni dopo l’ultima.
Il singolare, come accennato in precedenza, non è l’unico terreno che il nostro tennis ha conquistato. Anche il doppio ha subito l’onda azzurra, sia nel maschile che nel femminile. Le coppie Andrea Vavassori-Simone Bolelli e Jasmine Paolini-Sara Errani hanno chiuso l’anno in top 10, rispettivamente in quinta e quarta posizione nella Race. Risultati che hanno significato le qualificazioni alle Atp e alle Wta Finals. Due exploit grazie ai quali l’ultimo torneo dell’anno ha visto la partecipazione di un rappresentante italiano in ogni disciplina. Un dato emblematico di questo 2024. Tutto ruota attorno a quello che è successo a Parigi, con Paolini-Errani capaci di mettersi al collo la medaglia d’oro, dopo aver vinto anche gli Internazionali d’Italia a Roma e aver fatto finale al Roland Garros. E non va dimenticato nemmeno il successo nel Wta 500 di Pechino, fondamentale per l’obiettivo Finals. Lo stesso torneo che hanno vinto anche Vavassori e Bolelli, dopo Halle e Buenos Aires. Il duo azzurro ha dato spettacolo soprattutto nella prima parte di stagione, in cui sono arrivate due soddisfazioni e insieme due delusioni amare: le finali raggiunte ma perse all’Australian Open e al Roland Garros. Finito qui? Assolutamente no. Perché un’egemonia totale come quella azzurra non può dirsi tale senza la disciplina meno chiacchierata, il doppio misto. E anche qui l’Italia ha messo la propria firma di peso, totalmente inaspettata. Allo US Open, Sara Errani e Andrea Vavassori sono diventati la prima coppia italiana a vincere uno Slam nel doppio misto. Insomma, ovunque ci sia tennis ci sono i colori azzurri.
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“Non sono una macchina”: anche Sinner si emoziona. L’amico Berrettini è l’unico che se ne accorge e interviene in suo aiuto – Video
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Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Sono lieto di poter ribadire insieme a lei i legami che legano Panama e Italia e la volontà di intensificare la nostra collaborazione in diversi campi. Quest'anno si attiverà il meccanismo di dialogo che è uno strumento di grande utilità per accompagnare l'aumento della nostra collaborazione". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale l'omologo di Panama José Raúl Mulino Quintero.
"È un onore essere qui in Italia poichè è la terra di mio nonno -ha sottolineato Mulino Quintero- Sono molto lieto di poter condividere questo momento con lei, è un'opportunità estremamente importante per il mio Paese. Ribadisco anch'io l'intenzione di intensificare i nostri legami di lavoro, di amicizia, a livello commerciale con l'Italia, un Paese amico che ci può aiutare anche nei rapporti con l'Unione europea".
Milano, 24 feb. (Adnkronos) - Il primo treno a idrogeno italiano è arrivato nel nuovo impianto di manutenzione e di rifornimento di idrogeno di Rovato. Il convoglio - che fa parte dei 14 acquistati da Fnm grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia, anche tramite risorse Pnrr – è arrivato nel bresciano dal circuito di prova di Salzgitter (Germania) del costruttore Alstom. Lo fa sapere in una nota Fnm, in cui sottolinea che "l’impianto di Rovato, realizzato da Ferrovienord e dotato di attrezzature all'avanguardia, sarà, in Italia, il primo deposito specificatamente progettato e realizzato per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché il primo impianto per il rifornimento di idrogeno per i treni". (FOTOGALLERY)
Nei prossimi giorni verranno effettuate, da parte del costruttore e fornitore dell’idrogeno Sapio, attività di collaudo dell’impianto stesso e test di rifornimento del treno. Nella giornata del 13 febbraio si terrà un evento di presentazione alla stampa, nel corso del quale sarà possibile visitare il sito di Rovato e il convoglio.
L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di FerrovieNord su cui il servizio è gestito da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da Fnm, FerrovieNord e Trenord, il progetto H2iseO - viene ricordato nella nota - "ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo, che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di 3 impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno (a Brescia, Iseo e Edolo), oltre all’impianto di manutenzione e rifornimento dei treni di Rovato".
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, appreso dalla stampa della mancata attivazione delle pompe di sollevamento nel fiume Verdura, ha dato mandato all'assessore regionale all'Agricoltura Salvatore Barbagallo e al dirigente generale della Protezione civile Salvatore Cocina - che coordina anche la cabina di regia per l'emergenza idrica in Sicilia - di "avviare immediatamente tutte le iniziative necessarie per rimuovere questa situazione che ha definito «scandalosa». Un intervento che il governatore chiede, quindi, con la massima celerità perché non è accettabile che l'acqua possa continuare a essere dispersa in mare mentre cittadini, agricoltori e imprese della zona patiscono le conseguenze della siccità".
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - "Cambio di gestione all’Hotel delle Palme con l’ingresso del gruppo Mangia, che ha acquistato la struttura a cinque stelle di via Roma lo scorso aprile. Il passaggio della società Mare Resort dei Corvaja in liquidazione al gruppo proprietario della catena alberghiera Mangia’s, era attesa dopo le feste di fine anno. Nel frattempo l’attività non si è mai fermata. La curatela fallimentare nominata dal Tribunale esce quindi di scena con la consegna dell’’immobile al gruppo Mangia, che sarà operativo da febbraio". Così in una nota. "Nei prossimi giorni I sindacati incontreranno la nuova società per discutere del trasferimento dei lavoratori"
“Espleteremo l’esame congiunto per il passaggio di ramo d’azienda, per garantire il transito di tutti i 76 lavoratori, nel rispetto delle tutele necessarie – dichiarano il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e la segretaria Alessia Gatto – Si tratta di un gruppo solido e affermato nel panorama siciliano alberghiero di fascia alta. Per le lavoratrici e i lavoratori che provengono dalla chiusura per ristrutturazione dell’albergo ex Acqua Marcia, poi coinvolti nel passaggio al fondo Algebris e nelle vicissitudini e controversie dell’ultima gestione, culminata con la procedura di concordato preventivo, questa occasione rappresenta un orizzonte di stabilità occupazionale. L’hotel ha potuto continuare la sua attività in questi mesi con la curatela anche grazie alla presenza di lavoratori che, con le loro professionalità e competenze, hanno contribuito a dare lustro all’Hotel delle Palme e ad affermare la sua presenza sul territorio palermitano, attendendo la risoluzione delle varie controversie”.
“Il trasferimento comporterà il passaggio dalla vecchia proprietà, ma soprattutto dalla Mare Resort alla Grand Hotel Et Des Palmes gestita dal gruppo Mangia, con tutte le garanzie occupazionali – continuano Aiello e Gatto - La curatela è stata precisa e puntuale, l’albergo ha lavorato bene. È stato possibile proseguire un’attività che ha dato grandi risultati e riteniamo che il gruppo Mangia possa ulteriormente sviluppare e rilanciare uno degli alberghi più importanti e ricchi di storia di Palermo, con l'auspicio che possa dare un contributo per la crescita di un turismo sostenibile della città di Palermo e a tutto il settore ma anche al risveglio commerciale ed economico di via Roma e della città di Palermo".
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Roma, 23 gen. (Adnkronos) - Weekend 25 - 26 gennaio 2025 di disagi a causa dello sciopero nazionale proclamato da alcune sigle sindacali autonome del personale del Gruppo Fs. La protesta, che durerà 24 ore (dalle 21 di sabato alle 21 di domenica, potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione dei treni e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale di Trenitalia. Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine dell’agitazione sindacale.
Trenitalia, tenuto conto delle possibili importanti ripercussioni sul servizio, invita i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione e, se possibile, a riprogrammare il viaggio.
Informazioni su collegamenti e servizi attivi sono disponibili consultando l’App di Trenitalia, la sezione Infomobilità di trenitalia.com, i canali social e web del Gruppo Fs, il numero verde gratuito 800892021, oltre che nelle biglietterie e negli uffici assistenza delle stazioni ferroviarie, attraverso le self-service e le agenzie di viaggio convenzionate.
"I passeggeri, che intendono rinunciare al viaggio, possono chiedere il rimborso a partire dalla dichiarazione di sciopero:
- fino all’ora di partenza del treno prenotato, per i treni Intercity e Frecce;
- fino alle ore 24:00 del giorno antecedente lo sciopero stesso, per i treni Regionali; in alternativa possono riprogrammare il viaggio, a condizioni di trasporto simili, non appena possibile, secondo la disponibilità dei posti", si legge sul sito di Trenitalia dove è disponibile la lista dei treni garantiti. .
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) - E' in corso, dall'alba di oggi, una vasta operazione antimafia condotta dalla Polizia di Stato di Siracusa che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Catania, su richiesta della Procura della Repubblica- Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 22 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione, porto illegale di armi da sparo con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa e ricettazione. I dettagli dell’operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Catania alle 11.30.