Alessandro Del Piero presidente della FederCalcio. Una suggestione, una pazza idea. Un’operazione politica ben precisa. La voce circola da sabato e potrebbe prendere corpo nei prossimi giorni quando il diretto interessato potrebbe annunciare la sua disponibilità. Ma sono settimane che i ben informati nei palazzi del pallone sapevano di questa indiscrezione: l’ex campione della Juventus […]
Alessandro Del Piero presidente della FederCalcio. Una suggestione, una pazza idea. Un’operazione politica ben precisa. La voce circola da sabato e potrebbe prendere corpo nei prossimi giorni quando il diretto interessato potrebbe annunciare la sua disponibilità. Ma sono settimane che i ben informati nei palazzi del pallone sapevano di questa indiscrezione: l’ex campione della Juventus e della nazionale potrebbe essere la carta a sorpresa in vista delle prossime elezioni Figc. Il grande nome in grado di spezzare gli equilibri e far saltare il “sistema Gravina”.
I giochi in teoria parrebbero già fatti. Nonostante il fallimento sportivo e politico della sua gestione, Gabriele Gravina negli ultimi mesi ha lavorato per guadagnarsi l’ennesima riconferma. Ha fatto calmare le acque dopo la figuraccia agli Europei. Ha blindato i suoi più fidati alleati nei posti di potere, dall’eterno Giancarlo Abete fra i Dilettanti, passando per la Serie C e i Calciatori: le componenti che votano e scelgono il presidente sono tutte in mano sua, come dimostrato anche dall’ultima assemblea straordinaria con una maggioranza bulgara superiore all’80%. Ha resistito anche agli attacchi della Serie A e del governo, con l’emendamento Mulè che avrebbe dovuto dare più potere alla Lega Calcio ma è stato annacquato. Tutto è apparecchiato per il terzo mandato di Gravina, manca solo l’ufficialità della ricandidatura, ma intanto è fissata pure la data: 3 febbraio 2025, giorno della prossima assemblea elettiva.
Cosa può scompaginare allora un finale apparentemente già scritto? Ci sarebbe l’inchiesta sulla famosa compravendita di libri antichi e la presunta provvigione sui diritti tv della Serie C per cui Gravina è indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio: come raccontato dal Fatto, il Tribunale del Riesame ha espresso valutazioni molto pesanti sul quadro accusatorio. Il processo non è uno scenario così improbabile, ma a questo punto la decisione potrebbe anche arrivare dopo le urne. E comunque, se non ha sentito la necessità di dimettersi fino ad oggi, Gravina potrebbe rimanere incollato alla poltrona anche con un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.
Il fronte giudiziario rimane un’incognita. Ecco allora la mossa politica. Chiaramente, un’eventuale discesa in campo di Del Piero nasce in quegli ambienti che non vogliono la rielezione di Gravina. In Serie A, innanzitutto, ed è facile pensare subito ai vari Lotito, De Laurentiis. Ma qui saremmo di fronte a qualcosa di diverso da una semplice candidatura d’opposizione: un’operazione ambiziosa, con una strategia ben precisa. Trovare un grande nome che metta tutti d’accordo, mediaticamente entusiasmante, a cui sia impossibile dire no anche per i capibastone che controllano i voti. E chi meglio di Del Piero, allora.
Sono anni che si dice che il calcio dovrebbe essere restituito ai calciatori, una retorica se vogliamo anche un po’ populista che ha attecchito contro i politicanti del pallone, alla Gravina, appunto. Ci sono i vari ex entrati a vario titolo nell’orbita federale di recente (Buffon e Bonucci proprio in Federazione, Zola in Serie C, giusto per fare qualche esempio), ma sono poco più che figurine. I grandissimi entrati davvero nell’immaginario collettivo, capaci di smuovere le masse, rimangono fuori dal sistema e si contano sulle dita di una mano. Roberto Baggio, che un breve trascorso in Figc lo ha già avuto e per indole ha dimostrato di non essere adatto. Francesco Totti non ha il pedigree. E poi Del Piero: physique du rôle, standing internazionale. Soltanto il suo passato juventino rischia di essere un po’ divisivo (la metà Italia che tifa Juve lo amerebbe, l’altra metà è già pronta a scatenarsi con le illazioni), ma è anche un campione del mondo con la nazionale 2006, e poi in fondo con la società bianconera si è lasciato male. Sembra quasi l’uomo giusto.
Per far cosa. Rilanciare il calcio italiano? Presto per dirlo. Intanto incrinare il sistema che sorregge Gravina, che ha fondamentalmente due alleati: Dilettanti e calciatori. Ecco, l’Aic (il sindacato dei giocatori) che rivendica da sempre un presidente calciatore, come potrebbe non votare Del Piero? È questo il calcolo su cui si basa quasi tutta l’operazione. Spaccare il fronte della maggioranza, riaprire la partita e provare a giocarsela: con la Serie A forse finalmente compatta, e i calciatori dalla sua, andare a caccia di voti. Anche per Gravina, un presidente indagato e odiato dai tifosi (la sua popolarità è al minimo storico), potrebbe diventare imbarazzante correre contro Del Piero. Neanche lui, però, probabilmente accetterebbe di esporsi senza un consenso ampio alle spalle. Il calcio italiano scaricherà Gravina per voltare pagina con Del Piero?