La coppia si è raccontata senza filtri da Fabio Fazio: dal matrimonio al calcio
Ilaria D’Amico e Gigi Buffon sono stati ospiti nel salotto di “Che Tempo Che Fa”. Durante la chiacchierata con Fabio Fazio, la giornalista e conduttrice ha confessato che già altre 3-4 volte, prima della richiesta ufficiale, l’ex campione del calcio aveva chiesto la sua mano. In particolare la D’Amico ha raccontato un aneddoto: “Dopo 10 anni, ci ha pensato di farmi bene la proposta di matrimonio. Perché una volta mi ha chiesto di spostarmi con un SMS da Parigi. Giocava nel PSG e una mattina, alle 5:30 del mattino – immaginando che si fosse appena svegliato, ma chi può saperlo mi scrive: ‘Ma io e te non ci sposiamo?’ Ma è una proposta di matrimonio? Io ci sono rimasta”.
Poi per fortuna è arrivata la proposta di matrimonio seria: “Mi ricordo perché tra noi succedono sempre tante cose goffe. Ero in un periodo difficile della mia vita, in cui facevo avanti e indietro tra Milano, Roma e Parma. Mi fermo a Parma con lui un lunedì, senza figli, trovo il caminetto acceso a casa e una canzone in sottofondo. Mi siedo sul divano e lui mi si accascia, mi prende una mano, mi guarda con un’aria talmente pieno di dolore che mi sono spaventata, con un’ansia. Lui mi fa la proposta, mi sono sciolta, ho subito detto sì”.
L’ex calciatore poi è tornato a parlare del suo percorso sportivo e ha raccontato del suo esordio in Serie A e dell’incontro con Maldini: “Quello è stato il momento in cui certe persone fanno la differenza e fanno vedere di avere un’altra marcia rispetto agli altri. Maldini lì ha rivissuto in me, che avevo 17 anni ed ero all’esordio, il proprio esordio e probabilmente ha avuto la sensibilità per capire che questo era un ragazzo che andava a giocare contro dei mostri sacri, perché c’erano Maldini, Baresi, Weah, Baggio, Desailly, Boban e chi più ne ha più ne metta… Se solo solo gli faccio un saluto e gli do un abbraccio, magari lo aiuto a non fare brutte figure. Perché era complicato per me affrontare una gara simile, eravamo primi in classifica appaiati. Lui ha avuto la sensibilità di venire ad abbracciarmi e dire: ‘Dai forza, che non succede niente’. E mentre tutti gli altri, giustamente, erano concentrati sulla propria gara e sono passato come se non esistessi neanche, ero solo un avversario, lui è stato l’unico che è venuto lì a darmi forza”.