di Enza Plotino
Molto molto interessante l’esperimento di democrazia diretta al tempo delle comunità digitali, che ha coinvolto gli iscritti del M5S nei giorni scorsi. Il 40% di una comunità di 90mila iscritti ha espresso la propria idea su argomenti abbastanza spinosi, ma che danno un indirizzo chiaro, di sinistra (mi dispiace per chi tra i 5S non vuole essere schiacciato su questo concetto) a tutto l’impianto programmatico.
Una bella dimostrazione di comunità digitale che decide e orienta tutto il movimento verso un sistema maturo di organizzazione partitica più moderna, ma con i classici punti programmatici di una sinistra inclusiva, moralmente ed eticamente irreprensibile, pacifista, ambientalista e contro qualsiasi discriminazione per razza e genere. Soprattutto libera di esprimersi con la parola, ma anche con i fatti (la rivolta sociale di Landini, così come gli imbrattamenti di protesta dei giovani di Ultima Generazione, ci sta tutta), a dimostrazione che il Governo è andato a destra ma una parte dei cittadini e delle cittadine rimangono ancorati ai sani principi di una comunità matura, responsabile e consapevole.
Questa assemblea dei 5S fa il paio con l’affermazione del Pd di Schlein nelle ultime elezioni regionali e apre prospettive di dialogo e di condivisione a sinistra. Poi, che i 5S lo chiamino progressismo e la sinistra la chiami sinistra, non fa differenza. L’obiettivo è portare avanti e far riemergere tutte quelle istanze comuni che ci salveranno dai rigurgiti nazionalisti, guerrafondai, negazionisti della destra reazionaria e autoritaria che ci governa.