Doveva essere completato in 311 giorni, al costo di circa due milioni di euro. Ma di giorni ne sono passati più di millecinquecento e l’inaugurazione del museo di Pietrasanta, dedicato allo scultore Igor Mitoraj, ancora non è ancora stata fissata. E, nel frattempo, i fondi destinati alla realizzazione dell’opera sono lievitati negli anni, fino a sfiorare i 17 milioni. Sembra una storia infinita quella del museo dedicato all’artista franco-polacco, e cittadino onorario del comune della Versilia in provincia di Lucca, scomparso a Parigi dieci anni fa. Il via libera al progetto di rivalutazione dell’area dell’ex mercato coperto di via Oberdan risale al febbraio del 2017. Il sindaco allora era Massimo Mallegni – poi senatore per Forza Italia, dal 2018 al 2022 -, eletto nel 2015 con la lista civica di centrodestra “Pietrasanta Prima di Tutto”, il cui capogruppo era l’attuale primo cittadino, Alberto Giovannetti. Ed è proprio durante il primo mandato di Giovannetti che, come promesso in campagna elettorale, è stato finalmente aperto il cantiere per la realizzazione del museo, nel marzo del 2020. Ma a oggi, nel secondo anno del secondo mandato di Giovannetti, manca ancora una data certa per l’inaugurazione. Mentre è certo che i finanziamenti pubblici necessari per completare l’opera sfonderanno quota 16 milioni.

Al momento, tra Comune, Regione e ministero della Cultura, sono stati stanziati circa 12 milioni di euro. Ma non sono sufficienti. All’appello ne mancano altri cinque, senza i quali il progetto non potrà essere completato. Dovrà essere lo stesso sindaco di Pietrasanta ad andare a chiedere questi soldi a Roma, al nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli. “State tranquilli che i fondi arrivano. Abbiamo già ricevuto un anticipo di 500mila euro e probabilmente la prossima estate il museo sarà attivo, tra giugno e luglio”, dichiara Giovannetti al fattoquotidiano.it. “I tempi si sono allungati perché abbiamo rivisto il progetto – prosegue -. Dagli 800 metri quadri previsti inizialmente, ne occuperà ora 2400”.

Oltre al museo, infatti, la seconda versione del progetto prevede la realizzazione di un’area sottostante, nella quale sorgerà uno spazio espositivo dedicato ad altri artisti contemporanei, oltre che uffici, vani tecnici, un bistrot e una libreria. Per completare anche queste strutture accessorie, spiega il sindaco, ci vorrà di più: “Io credo slitterà di un altro anno, all’incirca”, commenta Giovannetti. “Quando mi sono insediato, abbiamo voluto superare la delibera approvata dalla precedente amministrazione, che io comunque non ho votato all’epoca – spiega -. Nel 2018 abbiamo quindi aperto il nuovo bando e nel 2020 siamo ripartiti con un nuovo progetto, più costoso e molto più bello del precedente, che era abbastanza insignificante. Per fare questo abbiamo dovuto aspettare di trovare nuovi finanziamenti”, conclude.

La gestione del museo è affidata alla Fondazione Mitoraj, presieduta da Jean Paul Sabatié, con la partecipazione nel consiglio di amministrazione dell’ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. La collezione comprende 69 opere, tra sculture e dipinti, per un valore stimato di 7,5 milioni di euro. In attesa dell’apertura, lo scorso agosto è stato nominato il direttore generale del museo, Frank Michael Boehm, con un contratto annuale di circa 61mila euro. “Considerando che già si stanno pagando i costi di gestione, centinaia di migliaia di euro l’anno, è un bel problema se si ritarda ancora l’apertura del museo. Soprattutto perché sono soldi dei cittadini”, commenta a ilfattoquotidiano.it Irene Tarabella, capogruppo Pd a Pietrasanta.

“Da anni l’amministrazione dice che tra tre mesi lo inaugureranno. Ma i lavori sono sempre progrediti a spizzichi e bocconi – continua Tarabella -. A mesi di stallo si intervalla qualche settimana di cantiere. E il comune ha sempre accampato le scuse più disparate, scaricando la colpa sui sottoservizi. La realtà è che non sanno che pesci prendere. I lavori si sono fermati perché non ci sono i soldi”. Questa è la principale paura dell’opposizione, che in assenza dei finanziamenti l’ex mercato diventi uno scheletro vuoto. “È una prospettiva che sembra molto più probabile dopo il cambio al vertice del ministero della Cultura”, dichiara Tarabella. E conclude: “Nella migliore delle ipotesi, si allungheranno ancora i tempi di un’opera infinita. E tutto questo solo perché all’epoca, con il progetto del museo Mitoraj, Mallegni cercava la visibilità necessaria per trovare una poltrona al Senato a Roma. Ed ha funzionato”.

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