“Hanno esultato per la cancellazione del fondatore della forza politica di cui loro fanno parte e senza il quale nessuno, a partire da Conte, avrebbe mai messo piede all’interno del Parlamento. È una cosa mai vista. Neanche Salvini è arrivato a tanto nei confronti di Umberto Bossi, nonostante le dovute ed enormi differenze. È la prima volta nella storia politica repubblicana che un neoeletto presidente a capo di una forza politica caccia, utilizzando lo stratagemma degli iscritti, il fondatore garante”. È un fiume in piena Danilo Toninelli che, nella trasmissione Controinformazione, su Radio Cusano Campus, non nasconde la sua rabbia per l’esito finale dell’assemblea costituente del M5s, che ha sancito l’eliminazione del ruolo di garante del Movimento fino a ieri ricoperto da Beppe Grillo.
L’ex ministro dei 5 Stelle ribadisce che si è trattato di un disegno sapientemente ordito il quasi dimezzamento del numero degli iscritti (“I risultati di ieri sono stati condizionati da scelte manipolate, quindi attenzione a dire che ha vinto Conte”) e aggiunge: “Ragazzi miei, ma Beppe non ha perso la battaglia, non ha perso la guerra, ha perso semplicemente un round. Tutti dicono che Conte ha vinto. Che cosa avrà vinto Conte non lo sa nessuno, perché si tratta, anche formalmente, del partito di Conte che immagino abbia una prospettiva del 3% al massimo. Ma Grillo certamente impugnerà il risultato e chiederà la rivotazione. È scontato e doveroso”.
Toninelli rincara: “Loro sono convinti di calpestare il cadavere del leone ma non hanno capito che il leone è stato certamente ferito in modo infamante, ma ha molte, molte altre zampate da dare. C’è anche un’altra cosa simpatica, che non deve rendere tristi coloro che hanno creduto nel sogno della politica come missione – continua – il proprietario del simbolo è Beppe Grillo. Punto. Quindi, certamente Beppe farà un’azione legale, verrà sospeso tutto e Conte sarà costretto a rinominare il suo partito-costolina del Pd per soddisfare gli appetiti di una decina di soggetti che vogliono più mandati. E quindi potrà seppellire in maniera dignitosa una storia gloriosa che invece è stata infangata dall’infamia umana”.
Circa il quorum necessario per una nuova votazione, Toninelli si appella accoratamente ai militanti e simpatizzanti del M5s contrari al nuovo corso contiano: “Invito tutti gli iscritti al Movimento indignati da questo scempio e da questa infamia scandalosa a non disiscriversi, perché quando verrà rifatta la votazione la loro iscrizione farà quorum”.
E torna su coloro che hanno esultato per l’esito del voto e che lui definisce ‘perdenti’: “Gli uomini e le donne piccoli esultano quando capita qualcosa di negativo agli uomini e alle donne grandi, perché innanzitutto temono che i grandi facciano ombra, che i grandi crescano, comandino, gestiscano, gioiscano di più degli esseri piccoli. Non capiscono che questa roba qua significa la loro fine, che gli esseri grandi non hanno bisogno di un partito, di una società per sentirsi tali o per fare cose grandi, gli esseri piccoli invece sì. E questo – continua – significa che attorno a loro si ridurranno sempre di più lo spazio politico e il consenso. Gianroberto Casaleggio tanti anni fa ci disse che ci sarebbero stati dei traditori. E quindi mise determinate regole. I traditori sono effettivamente arrivati: alcuni sono andati via spontaneamente, altri li abbiamo cacciati a calci nel culo. E ora sono arrivati i traditori che hanno modificato le regole imposte da due grandi visionari generosi e francescani”.
Toninelli poi attacca nuovamente Conte: “Farà il suo partitino di sinistra progressita, tutto diritti e concetti tipici del legalese. Ma di che stiamo parlando? Non arriverà al 5%, diventerà il classico partitino cespuglietto del Pd, come dice Prodi, l’amico di Conte”.
Il dissidente grillino quindi fa la sua profezia: “Non esiste più il M5s, quindi nascerà il partito di Conte e Beppe si riprenderà simbolo, così finalmente ci sarà un vuoto politico straordinario dal quale potrà rinascere qualcosa. Beppe ora ha 5 giorni per chiedere che si faccia la rivotazione. Conoscendo Conte, che è un grandissimo azzeccagarbugli, con i suoi notai cercherà di evitare la rivotazione, ma la rivotazione sarà assolutamente fatta, quantomeno per ridare dignità a Beppe Grillo, che ha fatto tanti errori politici, ma che è stato straordinario nell’umanità, nella francescanità e nella generosità”.
E conclude: “Beppe non ha mai chiesto un incarico politico. E chi sottolinea il contratto da 300mila Euro si dovrebbe solo vergognare, perché tutti gli altri sono lì a lottare per il terzo mandato, per farsi eleggere ministro, per farsi nominare in una partecipata, a botta di milioni di Euro. Questo signore invece – chiosa – ha subito centinaia di cause civili, penali, amministrative di ogni tipo e non ha mai chiesto un incarico in Parlamento o nei ministeri. Quindi va ridata dignità a Beppe, alla sua generosità, alla storia del M5s che deve essere archiviata. E lo sarà”.