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Unicredit vuole comprarsi Banco Bpm: lancia offerta da 10 miliardi. “Servono banche più forti”. Il titolo cala in Borsa

Unicredit, seconda banca italiana con 60 miliardi di capitalizzazione, vuol comprarsi Banco Bpm. Mentre tenta di conquistare Commerzbank, il gruppo guidato da Andrea Orcel ha lanciato un’offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni dell’istituto di piazza Meda. In caso di integrale adesione, il valore dell’operazione sarà di oltre 10 miliardi di euro. Se […]

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Unicredit, seconda banca italiana con 60 miliardi di capitalizzazione, vuol comprarsi Banco Bpm. Mentre tenta di conquistare Commerzbank, il gruppo guidato da Andrea Orcel ha lanciato un’offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni dell’istituto di piazza Meda. In caso di integrale adesione, il valore dell’operazione sarà di oltre 10 miliardi di euro. Se andrà in porto, il gruppo guidato da Andrea Orcel scalzerà Santander diventando la terza banca in Europa e la prima nella zona euro. “L’Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi che la aiutino a sviluppare la propria economia e a competere contro gli altri principali blocchi economici. Grazie al lavoro svolto negli ultimi tre anni, UniCredit è ora ben posizionata per rispondere anche a questa sfida”, scrive Orcel nella nota che annuncia l’offerta.

Il manager ha poi negato, rispondendo agli analisti, di nutrire “ambizioni su Mps“. Banco Bpm, guidato da Giuseppe Castagna, ha il 5% della banca senese ed era in predicato per un’aggregazione per costituire il terzo polo bancario italiano, oltre ad avere lanciato lo scorso 6 novembre un’opa sul gruppo del risparmio gestito Anima.

No del mercato – Negativa la reazione del mercato, che ritiene troppo basso il prezzo offerto e teme che l’offerta per Commerzbank possa naufragare, così come si interroga sui destini di Mps. Risultato: vendite su Unicredit (-4,4%), Mps (-2,3%) ma soprattutto sul titolo dell’istituto tedesco (-5,8%), mentre guadagna terreno Banco Bpm (+3,1%). Secondo gli analisti di Equita “un’integrazione Unicredit-Bpm presenterebbe indubbiamente una rilevante valenza industriale (possibilità di rafforzare il posizionamento nel Nord Italia, fare scala sulle fabbriche prodotto, spazio per realizzazione di sinergie). Tuttavia, riconosciamo che il premio risulta limitato. Dal nostro punto di vista, giudichiamo l’operazione sensata anche sotto il profilo strategico, in quanto permette a Unicredit di costruirsi opzionalità sulla crescita futura, anche in relazione ad un’eventuale deal su Commerzbank”. Per Mediobanca, che proprio oggi ha alzato a 8,2 euro il target price di Banco Bpm nell’ipotesi di una fusione con Mps, la mossa di Unicredit “potrebbe avere lo scopo di evitare l’ulteriore crescita inorganica di Banco Bpm”, che ha acquistato recentemente il 5% del capitale di Siena. “Vediamo la possibilità di una revisione al rialzo del prezzo”, affermano anche gli analisti di Piazzetta Cuccia.

Le tappe – Unicredit presenterà a Consob il documento di offerta per la totalità delle azioni di Banco Bpm entro 20 giorni di calendario da oggi. Entro lo stesso termine, il gruppo di Piazza Gae Aulenti presenterà le autorizzazioni necessarie. La proposta di delega per un aumento di capitale del 13,9% al servizio dell’offerta sarà sottoposta all’approvazione dell’assemblea straordinaria dei soci di Unicredit convocata per il 10 aprile 2025. Il cda delibererà quindi l’aumento “nei più brevi tempi tecnici dopo l’ottenimento delle autorizzazioni preventive”. Il periodo di adesione sarà avviato successivamente alla pubblicazione del documento d’offerta. L’operazione, stima il gruppo, sarà completata entro giugno 2025, con la piena integrazione completata entro approssimativamente i 12 mesi successivi” e con la maggior parte delle sinergie realizzate entro 24 mesi.

I timori su Commerzbank – L’offerta pubblica di scambio volontaria su Banco Bpm è autonoma e indipendente dall’investimento effettuato da UniCredit nel capitale sociale di Commerzbank, riferisce la nota dell’istituto. Ma il mercato teme che l’affondo metta seriamente in discussione la possibilità che la banca guidata da Orcel possa raggiungere l’obiettivo di fondersi con l’istituto tedesco, di cui ha rastrellato il 21% del capitale attraverso azioni e derivati. Orcel ha spiegato che “per rispetto della Germania e delle sue elezioni, non ci sarebbe stata la possibilità di muoversi nel breve termine e forse non ci sarà affatto”. Per cui “mentre aspettiamo siamo tranquilli nella nostra posizione”, un investimento” che “ha tempo per maturare”, e “possiamo discuterne costruttivamente senza forzare il tema”. L’acquisizione si realizzerà “solo a certe condizioni, che richiedono un cambio delle posizioni di certe controparti”. Il nuovo ministro delle Finanze tedesco, Jörg Kukies, ha detto di non credere a un’acquisizione ostile di Commerzbank da parte di Unicredit perché “abbiamo un atteggiamento molto critico e il presidente di Unicredit ha detto che non vuole ignorare le critiche del governo federale. Pertanto, suppongo che non lo farà”.