La difesa di Ferragni contesta la ricostruzione della Procura, sostenendo che l'influencer non ha commesso alcuna truffa e che la vicenda è già stata risolta in sede amministrativa, con il pagamento di una sanzione all'Antitrust
Chiara Ferragni lotta per evitare il processo. La battaglia legale dell’imprenditrice digitale contro l’accusa di truffa aggravata entra nel vivo. I suoi legali, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno depositato una corposa memoria difensiva con l’obiettivo di ottenere l’archiviazione del caso e evitare il processo per la vicenda del pandoro “Pink Christmas” e delle uova di Pasqua “Dolci Preziosi”.
La difesa di Ferragni contesta la ricostruzione della Procura, sostenendo che l’influencer non ha commesso alcuna truffa e che la vicenda è già stata risolta in sede amministrativa, con il pagamento di una sanzione all’Antitrust: “I profili controversi sono già stati affrontati e risolti davanti all’Autorità garante della concorrenza e del mercato”, ribadiscono i legali.
Nella memoria difensiva, depositata oggi e che sarà valutata dai pm a partire da domani, gli avvocati contestano anche la procedibilità dell’accusa di truffa in assenza di querele da parte dei singoli consumatori.: “Non basta il Codacons come parte offesa”, sottolineano i suoi legali. I pm, infatti, hanno proceduto d’ufficio, contestando l’aggravante della minorata difesa dei consumatori in quanto la presunta truffa sarebbe stata commessa su piattaforme online. La difesa sottolinea inoltre che Ferragni ha già effettuato i versamenti all’Ospedale Regina Margherita di Torino e all’associazione “Bambini delle fate”, come previsto dall’accordo con l’Antitrust. Un ulteriore elemento a favore della sua innocenza, secondo i legali, che dimostra la volontà dell’influencer di collaborare e di fare chiarezza sulla vicenda.
Ora la parola passa alla Procura di Milano. L’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli, che hanno coordinato le indagini della Guardia di Finanza, dovranno decidere se accogliere la richiesta di archiviazione o se, al contrario, procedere con la citazione diretta in giudizio per Ferragni e gli altri indagati. Oltre a lei, rischiano infatti il processo anche il suo ex collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratore delegato di Balocco, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID. Anche dagli altri indagati sono attese memorie difensive.