Tennis

La sofferenza di Del Potro: “Non riesco a salire le scale e ho dolore anche quando dormo. Medicine? Mi hanno solo fatto ingrassare”

“Ultimo tango a Buenos Aires”. Potrebbe essere questo il titolo ideale per rendere omaggio a Juan Martin Del Potro. Il primo dicembre, l’argentino giocherà un match-esibizione per dare l’addio definitivo al tennis con il suo amico Novak Djokovic: “Spero per almeno un’ora o due di avere sollievo dai miei dolori, di stare in pace sul campo da tennis insieme a un amico che merita l’affetto della gente” ha raccontato Del Potro con un commovente messaggio sui social.

Il vincitore dello Us Open 2009 (che nel 2018 si è posizionato al terzo posto in classifica Atp, suo best ranking in carriera) ha raccontato in un lungo video diverse questioni che in pochi sanno: “Quando ho giocato la mia ultima partita a Buenos Aires nel 2022, contro Delbonis, ho preso subito un volo per la Svizzera. E sono andato ad operarmi per la quinta volta al ginocchio. Poi ho annunciato il mio addio al tennis, anche se stavo progettando di annunciare un mio ritorno nel caso le mie condizioni fossero migliorate”.

Purtroppo per lui, sono sorte delle complicazioni che hanno riguardato la mobilità delle gambe: “Dopo due mesi di recupero in Svizzera, sono dovuto andare di nuovo sotto i ferri, stavolta negli Usa. Avevo dolori alla schiena, ho avuto centinaia di infiltrazioni: nel 2019 il medico mi disse che avrei potuto recuperare dai miei problemi al ginocchio nel giro di tre mesi. E invece oggi non riesco a salire le scale. Ho dolore anche quando dormo. Non ho speranze”.

Del Potro continua il suo racconto parlando di quella che è diventata la sua difficile quotidianità: “Mi sento impotente. Per combattere il dolore prendo dalle sei alle sette pillole al giorno, l’ottava è un ansiolitico. A me non piace solo il tennis, amo lo sport in generale e il gioco del calcio: ma quando gli amici mi invitano a giocare una partita io non posso che fare il ruolo di quello che beve mate in panchina: è terribile. Le medicine poi non hanno fatto altro che rendermi più grasso. Ho sempre pensato di poter essere forte e poderoso per sopportare tutto, ma il ginocchio purtroppo mi ha vinto. Mi sono operato otto volte, con medici di tutto il mondo: ogni volta, prima di andare in anestesia, mi facevo coraggio ripetendomi che sarebbe tutto finito. E invece quando mi svegliavo e i medici mi chiedevano come stessi, non potevo che riconoscere di avere ancora dolore. Un medico mi ha suggerito che potrei avere una vita migliore con una protesi, ma altri specialisti hanno spiegato che sono troppo giovane per portarla: secondo qualcuno dovrei aspettare di raggiungere i 50 anni. Io ne ho 36, come possono vivere altri 15 anni così?“.

L’argentino chiuderà ogni discorso con il tennis domenica primo dicembre, affrontando a Buenos Aires l’amico Djokovic: “Cercherò di essere in forma, sarà solo un modo per dire ciao al tennis. E sono contentissimo che un uomo generoso come Nole abbia deciso di giocare insieme a me questo match”. Un ultimo tango, non a Parigi ma nella sua Argentina.