La cessione del quinto dello stipendio o della pensione va esclusa dall’applicazione della normativa europea sui contratti di credito al consumo. Tradotto: chi estingue il prestito in anticipo si vedrà rimborsati solo i costi non ancora maturati e non tutti i costi come prevede la normativa europea. Resteranno fuori, ad esempio, imposte di bollo, costi di istruttoria e assicurazione. La novità, che porterebbe nelle casse dello Stato 1 miliardo di euro in due anni sotto forma di minori deduzioni, è prevista da un emendamento al dl fisco firmato dai leghisti Massimo Garavaglia e Claudio Borghi e riformulato.
Il titolo è “Interpretazione autentica delle disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1950, n. 180, in materia di finanziamento verso una quota dello stipendio, del salario o della pensione” e l’obiettivo della proposta è ridurre i numerosi contenziosi sul tema nati dopo la sentenza Lexitor della Corte di giustizia Ue del 2019 che ha riconosciuto la retrocessione dei cosiddetti costi “up front” – quelli riconducibili alle spese richieste per gli adempimenti preliminari alla concessione del finanziamento – in caso di estinzione anticipata.
La relazione illustrativa spiega che “in caso di estinzione anticipata del prestito, sono rimborsabili i costi non ancora maturati. Al contrario, non sono soggetti a rimborso i costi integralmente maturati al momento dell’estinzione, quali imposte di bollo, costi di istruttoria e corrispettivi per le attività svolte dagli intermediari del credito”. Una distinzione “finalizzata a garantire una regolamentazione chiara e trasparente e stabile nel tempo per tutte le parti coinvolte, evitando interpretazioni ambigue che potrebbero generare contenziosi”. Il chiarimento normativo avrebbe, come conseguenza, “la riduzione del rilevante incremento dei contenziosi che si sta riscontrando nel sistema giudiziario italiano e un aumento del gettito fiscale di circa un miliardo di euro complessivo, nel 2025-2026, derivante dal venir meno della deducibilità degli importi rimborsati a titolo di indennizzo da parte degli intermediari del credito”.
Secondo la senatrice M5s Elisa Pirro la proposta “va a spianare la strada a chi in Italia elargisce credito” perché “chi decide di estinguere in anticipo il prestito si troverà a dover sborsare oneri e spese aggiuntive, che non renderanno affatto conveniente per il consumatore “liberarsi”. Un altro regalo al settore finanziario e a quello bancario, dopo la farlocca tassa sugli extraprofitti che in realtà è un comodo anticipo sulle tasse per gli istituti di credito. Garavaglia già ci provò nel dl Infrazioni a fare questo blitz pro-creditori e anti-consumatori, ma ci fu Fdi a stopparlo. Chissà se la cavalleria di Giorgia Meloni arriverà anche questa volta”.