Scuola

Docente assunta a tempo indeterminato con il concorso Pnrr e lasciata a casa dopo due mesi: “Errore nella graduatoria” – Il caso

“Quando il 7 novembre mi è arrivata la e-mail sulla casella di posta istituzionale con la notizia che il mio contratto era stato cancellato dalla piattaforma del ministero dell’Istruzione, stavo spiegando Dante ai miei alunni. Mi sono fermata, non potevo credere ai miei occhi. Per un errore dell’Ufficio scolastico regionale perdevo il mio tanto agognato posto. Ho pianto. E loro con me”. A parlare è Annalisa Salzano, 39enne, di Afragola. Per dodici lunghi anni ha fatto la docente precaria di lettere alle medie e alle superiori, anche alle paritarie.

Nel 2023, mentre studiava per abilitarsi, ha svolto il concorso Pnrr ottenendo il massimo punteggio all’orale. I primi di settembre è risultata tra i vincitori e l’11 era in cattedra. “Finalmente avevo realizzato il mio sogno – racconta al fattoquotidiano.it – ovvero avere un contratto a tempo indeterminato, una sicurezza a un’età a cui non sei più una ragazzina. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi da un momento all’altro a casa disoccupata con la Naspi al 75% dello stipendio per uno sbaglio nella graduatoria”.

Alla professoressa Salzano non ha spiegato niente nessuno. Non l’ha chiamata il ministero, tanto meno l’Usr. La mail che le è arrivata non prevedeva possibilità di risposta. Titolo: “Ministero dell’Istruzione – cancellazione assunzione a tempo determinato”. Testo: “Gentile docente la informiamo che la Sua assunzione a tempo indeterminato presso l’istituto “Angelo Mozzillo” (…) è stata cancellata dal sistema informativo del ministero dell’Istruzione. Eventuali richieste di chiarimento potranno essere rivolte agli uffici scolastici territorialmente competenti”. Eppure quest’ultimi, a cui Annalisa ha scritto, non hanno mai risposto nemmeno a una pec.

“Il 28 ottobre scorso un’amica mi ha chiamata – spiega Annalisa – per avvertirmi che sul sito dell’Usr Campania era stata pubblica una rettifica della graduatoria ove non compariva il mio nome. Credevo si trattasse di uno sbaglio. Oltre a me erano stati eliminati i nominativi di altri sei colleghi. Il 31 ottobre hanno rimesso una nuova lista cancellando un’altra collega che si è ritrovata in graduatoria il 4 novembre insieme ai nomi di chi ci avrebbe sostituito. Da quel momento ho continuato comunque a fare il mio lavoro fino al 7 di novembre. L’errore è loro e oggi sono io a pagarne pesantemente le conseguenze”.

Oltre al danno la beffa. Gli altri anni, la docente Salzano ha sempre lavorato grazie alle Gps, le graduatorie provinciali per le supplenze, ma ora questa “lista” è chiusa. A lei restano solo le sostituzioni di qualche collega che si ammala o che si assenta per gravidanza o una licenza matrimoniale: tutt’altra storia che un contratto a tempo determinato al 30 giugno o indeterminato.

Annalisa non ha più parole. La sua è la storia di una giovane donna impegnata in città, con una laurea in lettere moderne, una predisposizione per la filologia, amata dai ragazzi. Basta andare sulla sua pagina Facebook per leggere le dimostrazioni d’affetto dei suoi studenti: “Ho avuto l’onore e il piacere di averla come insegnante e la porto ancora dentro al cuore”; “Una docente esemplare trattata come l’ultimo dei lavativi”. Tutte parole che non interessano al ministero.

“Qualche giorno fa – racconta – presa dallo sconforto ho scritto a Orizzonte Scuola che ha pubblicato la mia vicenda. Non so se serva. Sto facendo ricorso al Tar con il mio legale ma mi appello al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara perché intervenga di fronte a questa ingiustizia che colpisce me e altri sei colleghi. I primi a non capire sono i miei studenti: dall’estate scorsa speravano che tornassi da loro. Ce l’avevo fatta ma…”