Politica

L’eliminazione di Grillo è per me una delle pagine più basse della storia del M5s

Domenica sera si è scritta la pagina più bassa della storia del MoVimento 5 Stelle e probabilmente una delle più tristi della storia politica italiana. Un applauso e grida di giubilo per festeggiare l’eliminazione del Garante del MoVimento.

L’eliminazione di Beppe Grillo, la persona che il MoVimento lo ha fondato mettendoci una marea di soldi suoi, e senza il quale nessuna delle persone presenti domenica sarebbe stata lì. Parlamentari, Europarlamentari e Consiglieri Regionali che mai sarebbero stati eletti altrove hanno esultato senza vergogna per l’eliminazione di chi gli ha permesso di occupare quelle comode poltrone. E hanno esultato soprattutto per un altro aspetto: l’eliminazione della regola dei due mandati che gli permetterebbe di occupare quelle poltrone di fatto a vita. Nemmeno Salvini con Bossi sarebbe mai arrivato a tanto.

Ma davvero la maggioranza degli iscritti ha votato per eliminare Beppe Grillo? La risposta è assolutamente no. Capiamo i numeri.

Per approvare modifiche allo statuto M5S è necessario che il quorum degli iscritti, 50%+1, partecipi al voto. Ad aprile 2024, gli iscritti al MoVimento con diritto di voto erano 159.908. Il quorum era quindi di 79.946 iscritti. Che cosa si sono inventati allora i vertici del movimento? Di cancellare gli iscritti che non avevano votato da oltre un anno. Va detto che questa è una possibilità prevista dallo statuto, ma che di fatto non era mai stata applicata, perché a nessuna forza politica del globo terracqueo salterebbe in mente di cancellare decine di migliaia di iscritti per vincere un voto interno: ne avrebbe invece stimolato la partecipazione. Poco prima della votazione è stata resa nota l’entità di questo scempio: gli iscritti sono diventati solo 89.943, abbassando il quorum a 44.472.

A questo punto è partita una campagna elettorale interna per vincere a ogni costo. Innanzitutto, i quesiti non sono certo stati “scelti dalla base”, ma discussi per ore e poi decisi dal Consiglio Nazionale: un organo interno la cui maggioranza dei componenti beneficerebbe direttamente dall’abolizione della regola dei due mandati, quindi in palese conflitto di interessi.

Tutte le figure del MoVimento con un minimo di visibilità si sono spese senza sosta sulle tv e sui quotidiani nazionali, dicendo quanto era brutto e cattivo Grillo e quanto sarebbe stato utile eliminare la regola dei due mandati. Roberto Fico, che è il presidente del comitato di garanzia M5S, cioè l’organo che dovrebbe supervisionare la regolarità delle votazioni, ha dichiarato che “M5S è nato progressista, La regola dei due mandati è superata”. Ma come superata? Ancora prima di vedere le votazioni? Che direste se l’arbitro del derby Roma-Lazio si presentasse con la divisa della Lazio e annunciasse prima della partita che la Lazio è più forte?

Si è arrivati alle votazioni in rete. Con una nuova anomalia: per raggiungere il quorum sono durate la bellezza di quattro giorni, e sono iniziate il 21 novembre, mentre l’assemblea costituente si è aperta solo il 23 novembre pomeriggio. Ora mi chiedo: in quale assemblea di condominio prima si inizia a votare e solo dopo si apre la discussione?

Prima e durante la votazione sono state mandate numerose email e sms agli iscritti. Tutti questi immensi sforzi mediatici per l’assemblea costituente, che sono costati, bene ricordarlo, centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici, hanno portato dopo tre giorni al raggiungimento del quorum al quesito per “l’eliminazione del garante” con 54.452 votanti, di cui però solo 34.438 hanno risposto affermativamente (il 63%).

Riepiloghiamo: da circa 160.000 iscritti ne sono stati eliminati circa 70.000. Dei rimanenti 90.000, ben 35.000 hanno rigettato tutte le avances a votare in quattro giorni. Dei restanti 54.000, solo 34.000 hanno votato per eliminare il garante, e sono decisamente meno di quelli necessari per raggiungere il quorum. Per dire, persino la fiducia al governo Draghi passò con numeri più alti, ben 44.167 voti.

Insomma, Conte non dimezza solo i voti a ogni elezione da qui a tre anni, ma anche gli iscritti. Mi auguro che chiunque possa capire che cacciare 70.000 iscritti per vincere a tutti i costi potrà anche essere previsto dallo statuto, ma è un disastro politico e comunicativo. Per non parlare di che cosa sta succedendo nei gruppi parlamentari M5s dopo l’abolizione di fatto della regola dei due mandati: ora che è chiaro che nella prossima elezione i posti di dimezzeranno (se va bene) e gli aspiranti candidati si sono almeno raddoppiati, chiunque cercherà di scalzare il vicino pur di essere un centimetro più vicino al Capo e conquistare un millesimo in più di visibilità. La regola dei due mandati fu ideata da Gian Roberto Casaleggio soprattutto per tutelare il gruppo e farlo lavorare per i cittadini, piuttosto che lottare per difendere la propria poltrona personale.

Il clima del “tutti contro tutti” è ben esemplificato dall’intervista di un ex senatore M5s che ha già fatto due mandati: “I parlamentari devono iniziare a tremare. Noi pronti a tornare.” I parlamentari attuali tremano anche per un altro aspetto: essendo il simbolo di proprietà di Beppe Grillo, lui è assolutamente intenzionato a riprenderselo piuttosto che lasciarlo a persone che si sono dimostrate per lo più poltronare, peggiori di quelle dei vecchi partiti, e di custodirlo per le generazioni future – a tutela di chi per quel simbolo ha donato il suo tempo.

Beppe Grillo, in rispettoso silenzio per tutta l’assemblea, ha fatto l’unica cosa giusta: ha usato i suoi poteri di garante per far ripetere i voti sullo statuto, che saranno confermati solo se si supererà di nuovo il quorum. Poteri definiti “feudali” da Giuseppe Conte che però sono previsti dallo statuto scritto proprio da Giuseppe Conte.

Tra l’altro, comunque sarebbero stati necessari altri voti, sempre a maggioranza assoluta, per il cambio effettivo dello statuto e Beppe Grillo potrebbe chiedere la ripetizione di ciascuno di questi. Infatti, quello votato in questa assemblea può essere equiparato a un “sondaggio” con i desiderata degli iscritti, piuttosto che a un voto con effettiva efficacia.

Conoscendolo, penso sia ovvio che Beppe non si fermerà e userà tutte le prerogative a sua disposizione. E fa benissimo. Il MoVimento 5 Stelle è evaporato, ma il vapore si può trasformare in un uragano.