“Io alla mattina, tutti i giorni, la prima cosa che faccio è andare al cimitero, ho bisogno di stare un po’ con Giulia, con quel pezzo di marmo che mi ricorda mia figlia Giulia. E poi ricomincia la mia giornata, col lavoro, poi torno a casa, e basta. Non esistono feste, non esiste più un […]
“Io alla mattina, tutti i giorni, la prima cosa che faccio è andare al cimitero, ho bisogno di stare un po’ con Giulia, con quel pezzo di marmo che mi ricorda mia figlia Giulia. E poi ricomincia la mia giornata, col lavoro, poi torno a casa, e basta. Non esistono feste, non esiste più un divertimento, più nulla“. All’indomani della sentenza che ha condannato Impagnatiello all’ergastolo, il padre di Giulia Tramontano su Repubblica parla della figlia – uccisa con 37 coltellate al settimo mese di gravidanza dal padre del bambino – parla della decisione dei giudici, dell’impegno contro la violenza sulle donne e delle manifestazioni di affetto ricevute da lui e dalla sua famiglia dopo l’uccisione di Giulia.
Lui, Franco Tramontano, per sentirsi vicino alla figlia va sulla sua tomba tutte le mattine, consapevole che da un anno e mezzo “non viviamo più. La nostra vita oggi è praticamente il lavoro, grazie al quale riusciamo a non stare sempre a pensare alla stessa cosa”. Nelle tante lettere che arrivano a casa, “ci sono persone che anche meglio di noi, pur non avendola mai conosciuta, riescono a dire cosa ha rappresentato Giulia e tutta questa storia terribile”. Poi ricorda la figlia, che aveva 29 anni quando è stata uccisa il 27 maggio 2023. Era “molto riservata, anche nei miei confronti – racconta -. Aveva un rapporto bellissimo con sua mamma, e con me aveva quasi soggezione – dice -. Ricordo una delle ultime occasioni in cui ci siamo visti, lei era a casa mia. Ha chiamato sua mamma, le ha detto: “Mamma, non mi lasciare sola con papà, io mi vergogno”, diceva così perché era incinta… questa era Giulia: una ragazza troppo riservata, veramente troppo gentile. Continuerà a vivere in noi, questa è una cosa indelebile. In noi e in tantissime altre persone che ci contattano sempre”.
Quanto alla sentenza, Franco Tramontano ha spiegato che sapere di Impagnatiello seduto a pochi metri da lui non gli ha fatto nessun effetto, perché quella persona “rappresenta il nulla” e che, “conoscendo le qualità della presidente della Corte che si sa che è una persona tosta” la famiglia si aspettava la sentenza di ergastolo. Anche se la famiglia di Giulia dovrà affrontare probabilmente ancora due processi, il secondo e il terzo grado. “La storia continua e per noi il dolore… perché siamo costretti a risentire e a rivivere certe cose che ci feriscono, ci fanno male”.