Notte di tensione nel quartiere Corvetto di Milano, dove un centinaio di ragazzi – quasi tutti giovanissimi – hanno protestato per la morte di Ramy Elgaml, il 19nne egiziano deceduto in un incidente stradale in scooter nella notte fra sabato e domenica durante un inseguimento dei carabinieri. A partire dalle 18 – in un crescendo che ha raggiunto l’apice attorno alle 22.30 – ci sono stati roghi, vandalismi e lanci di bottiglie e petardi verso la polizia che ha risposto con cariche di alleggerimento e lacrimogeni.
Nel corso degli incidenti, avvenuti tra piazzale Gabrio Rosa e viale Omero, quindi anche tra via dei Cinquecento e via dei Panigarola, è stato anche assaltato il filobus 93, pesantemente danneggiato dai manifestanti. Una persona è stata fermata: si tratta di un 21enne montenegrino, a cui si contestano, riferisce stamani la questura, “lancio di petardi, getto di oggetti e resistenza a pubblico ufficiale”. Il giovane è stato portato a San Vittore in attesa dell’interrogatorio di convalida. Dai video pare essere stato tra i più facinorosi e il sequestro del suo telefono cellulare potrebbe portare a individuare altri partecipanti. Una rete che si sospetta non essere solo della zona, dato che l’arrestato viene da un altro quartiere considerato a rischio, la cosiddetta ‘casbah’ di San Siro.
Non è la prima volta che accade: già nella notte tra domenica e lunedì e prima ancora domenica pomeriggio, in un’arteria stradale vicina, si erano verificati momenti di tensione. Ramy Elgaml è morto nella notte tra sabato e domenica: era a bordo di un grosso scooter guidato da un 22enne tunisino, senza patente. Inseguiti dai carabinieri, i due hanno attraversato la città arrivando a sud in via Ripamonti, dove lungo un rettilineo, all’altezza dell’incrocio con via Quaranta, in cui hanno perso il controllo del mezzo. Il ventenne è stato sbalzato quando lo scooter è salito sul marciapiede finendo la corsa contro un muretto. Lunedì si è saputo anche di accertamenti in corso, da parte degli inquirenti, su un eventuale impatto tra la gazzella dell’Arma e il motoveicolo.
Dalle prime verifiche della Polizia locale, con l’analisi delle telecamere della zona, è emersa infatti la possibilità di un urto accidentale, durante l’inseguimento, tra la parte anteriore della vettura dei carabinieri e quella posteriore dello scooter, proprio negli istanti in cui quest’ultimo sterzava verso sinistra per andare a schiantarsi contro un muretto. La macchina dei carabinieri, poi, è andata contro un semaforo. Il ragazzo alla guida, fermato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, è ancora piantonato in ospedale.
La questura di Milano è orientata a chiedere rinforzi, probabilmente una trentina di agenti: potrebbero essere utilizzati per le nuove, eventuali tensioni che potrebbero crearsi nel quartiere a sud est della metropoli, da anni già al centro di problemi di degrado e abusivismo. Per il sindacato di polizia Fsp quella avvenuta nel quartiere Corvetto non è stata una protesta alla “nobile ricerca di risposte” ma una “guerriglia, che era stata organizzata nei tempi e nei modi, con tanto di auto posizionate ad hoc per impedire l’intervento delle forze dell’ordine” per “affermare una presunta superiorità sulle leggi, sullo Stato, su ogni regola civile”, sostiene il segretario generale Valter Mazzetti.