Oltre il 90% dei bambini nel mondo respira aria tossica, mentre l’accesso all’acqua pulita non è garantito in tutte le nazioni sviluppate. La organizzazione per l'ambiente propongono raccomandazioni per la salute dei più piccoli
Di Laura Reali, presidente Ecpcp (European confederation of primary care pediatricians) e Roberto Romizi, presidente Isde (Associazione medici per l’ambiente) Alla luce della 29ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) a Baku, in Azerbaigian, si solleva un appello urgente per dare priorità alla protezione dei bambini dagli effetti dannosi della contaminazione ambientale. Organizzazioni […]
Di Laura Reali, presidente Ecpcp (European confederation of primary care pediatricians) e Roberto Romizi, presidente Isde (Associazione medici per l’ambiente)
Alla luce della 29ª Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) a Baku, in Azerbaigian, si solleva un appello urgente per dare priorità alla protezione dei bambini dagli effetti dannosi della contaminazione ambientale. Organizzazioni globali di rilievo, tra cui l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il Programma delle Nazioni unite per l’ambiente (Unep) e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), hanno evidenziato i gravi rischi che il cambiamento climatico, l’inquinamento atmosferico e idrico, e l’esposizione a sostanze neurotossiche rappresentano per la salute e lo sviluppo dei bambini. Gli effetti del cambiamento climatico sulla salute dei bambini sono profondi. L’aumento delle temperature e gli eventi meteorologici estremi aggravano le condizioni di salute, aumentando la frequenza di malattie legate al calore, problemi respiratori e malattie infettive tra i giovani. Secondo l’Oms, i bambini sono tra i gruppi più vulnerabili ai rischi climatici per la salute a causa dei loro sistemi immunitario e respiratorio in via di sviluppo.
L’inquinamento atmosferico rappresenta una delle principali preoccupazioni per la salute pubblica dei bambini a livello globale, con un impatto particolarmente grave nelle regioni urbanizzate dei Paesi sviluppati. Studi condotti da Unicef e Ocse dimostrano che inquinanti come il particolato fine (PM2.5 e PM10) e il biossido di azoto (NO₂) aumentano il rischio di asma, riduzione della funzionalità polmonare e ritardi cognitivi nei bambini. Secondo i dati dell’Oms, oltre il 90% dei bambini nel mondo respira aria tossica ogni giorno, con circa 600.000 decessi annuali tra i bambini sotto i cinque anni. Occorre affrontare la necessità di politiche rigorose di riduzione delle emissioni e l’adozione di standard di qualità dell’aria più elevati per proteggere i sistemi respiratori dei più giovani.
L’accesso all’acqua pulita è cruciale per la salute e lo sviluppo dei bambini, ma anche nei Paesi sviluppati la contaminazione delle acque resta un problema critico. Sostanze chimiche industriali come i Pfas, il deflusso agricolo e metalli pesanti come il piombo possono contaminare le risorse idriche, rappresentando gravi rischi per la salute, in particolare per lo sviluppo cognitivo dei bambini. L’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) e l’Unep sottolineano che l’accesso all’acqua pulita non è garantito in tutte le nazioni sviluppate, rendendo urgenti regolamenti più severi sulla sicurezza idrica.
L’esposizione dei bambini a sostanze neurotossiche presenti in prodotti di consumo, cibo e acqua ha raggiunto livelli preoccupanti. Studi dell’Oms e dell’Ocse rivelano che neurotossine come piombo, mercurio, pesticidi e particolato ultrafine possono compromettere lo sviluppo neurologico dei bambini, causando deficit cognitivi a lungo termine e problemi comportamentali.
Oms, Unep, Ocse e Unicef propongono diverse raccomandazioni fondamentali: