L’Iran l’ha festeggiato come la “fine dell’aggressione israeliana”, per Israele è arrivata l’ora di “concentrarsi su Teheran” e Hamas si dice addirittura pronto a replicare la tregua raggiunta tra Tel Aviv e il Libano arrivando anche a un definitivo scambio di prigionieri. Sembra una svolta del conflitto, ma la situazione nel sud del paese resta instabile e a dare una risposta certa saranno soprattutto le prossime ore e i prossimi giorni: il cessate il fuoco siglato da Israele riguardo all’operazione che lo vede impegnato sul fronte Sud libanese è formalmente in atto, ma fino all’ultimo momento i militari delle Israel Defense Forces e i combattenti di Hezbollah si sono scambiati colpi a vicenda.

Anche dopo l’entrata in vigore dell’intesa si sono verificati momenti di tensione. La situazione non è stabile a causa della divergenza tra le istruzioni impartite dalle autorità libanesi e da quelle israeliane. Nabih Berri, presidente del Parlamento di Beirut e negoziatore per conto di Hezbollah, ha inviato gli sfollati del sud a “fare ritorno” alle loro abitazioni. “Tornate orgogliosi ai vostri villaggi, perché hanno sconfitto il nemico”, ha detto in un discorso trasmesso in tv. Al contrario le autorità israeliane, ma anche l’esercito regolare di Beirut, hanno vietato qualsiasi spostamento nel sud del paese.

Per questo si sono verificati diversi incidenti. L’artiglieria israeliana ha sparato alcuni colpi nella zona di Kafr Kila, un villaggio quasi del tutto raso al suolo nel settore orientale della Linea blu, la linea di confine provvisoria tra il Libano e Israele, dove dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco alle 4 del mattino locali (le 3 in Italia) centinaia di famiglie hanno tentato di tornare nelle loro abitazioni, anche se distrutte. Secondo il ministero dell’Informazione libanese l’Idf ha aperto il fuoco per impedire ai civili di farvi ritorno.

Le forze israeliane hanno confermato di aver aperto il fuoco contro un veicolo “con diversi sospetti a bordo” in viaggio “in una zona in cui gli spostamenti sono vietati nel territorio libanese”. In seguito “i sospetti hanno lasciato l’area”, ha affermato l’Idf, aggiungendo che “interverranno contro chiunque tenti di violare l’accordo per il cessate il fuoco e continueranno a proteggere i cittadini di Israele”, mentre l’Aeronautica “resta pronta a intervenire in tutto il territorio libanese”.

Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno ordinato all’Idf di “non consentire alla popolazione libanese di entrare nella zona dei villaggi vicino al confine nel Libano meridionale”. “Ciò – ha precisato l’ufficio del primo ministro – è in accordo con la prima fase dell’attuazione del cessate il fuoco”. Katz ha ordinato all’esercito di adottare misure “forti” per impedire a quelli che lui definisce come “membri di Hezbollah” di entrare nei villaggi di confine. “A causa dell’ingresso dei membri di Hezbollah a Kfar Kila”, Katz ha ordinato ai militari “di agire con forza e senza compromessi contro sviluppi di questo tipo”, afferma il suo ufficio in una dichiarazione. Ai membri di Hezbollah deve essere impedito di raggiungere le aree nel Libano meridionale dove l’Idf continua a proibire gli spostamenti. Oltre all’incidente nel villaggio di Kafr Kila, l’Idf ha riferito che anche nel villaggio di Mis al-Jabal i soldati hanno sparato e colpito i sospetti. Incidenti sono stati segnalati anche ad al-Hayam e Yaron. L’ufficio di Netanyahu ha affermato che “quattro sospetti libanesi arrestati oggi dalle truppe dell’Idf nel Libano meridionale sono agenti di Hezbollah, tra cui un comandante locale”.

Il divieto di far ritorno dei villaggi del sud varrà anche domani. “Per la vostra sicurezza non dovete spostarvi a sud verso i villaggi evacuati nel sud Libano – ha comunicato nel pomeriggio il pomeriggio il portavoce arabo dell’Idf, Avichai Adari -. Qualsiasi movimento verso queste zone vi mette a rischio. Dalle 17.00 fino alle 7.00 di domani (giovedì), è severamente vietato viaggiare a sud del fiume Litani. Quelli che sono già a sud del Litani rimarranno al loro posto. Le nostre forze si occuperanno con fermezza di qualsiasi movimento che violi l’accordo di cessate il fuoco”.

Anche i militari libanesi hanno chiesto ai residenti dei villaggi di confine di ritardare il rientro a casa fino al completo ritiro dell’esercito di Tel Aviv: “Con l’entrata in vigore del cessate il fuoco, l’esercito sta prendendo le misure necessarie per completare il suo dispiegamento nel sud. Il comando dell’esercito invita i cittadini ad aspettare prima di tornare nei villaggi e nelle città in prima linea in cui sono penetrate le forze nemiche israeliane, in attesa del loro ritiro”. L’esercito libanese ha anche annunciato che le sue truppe hanno iniziato a dispiegarsi a sud del Litani in coordinamento con l’Unifil, allo scopo di stabilire l’autorità dello Stato nell’area.

Le due parti hanno continuato a colpirsi a vicenda fino a poco prima dell’entrata in vigore dell’accordo. Nella notte il Partito di Dio ha comunicato di aver lanciato droni contro “obiettivi militari sensibili” a Tel Aviv in risposta agli attacchi israeliani a Beirut: “In risposta all’attacco alla capitale Beirut e ai massacri commessi dal nemico israeliano contro i civili”, Hezbollah ha lanciato “droni contro un gruppo di obiettivi militari sensibili nella città di Tel Aviv e nei suoi sobborghi”, ha affermato il gruppo sostenuto dall’Iran. Tra gli obiettivi dei velivoli armati del partito armato libanese, riporta Al Jazeera, c’era la residenza del comandante dell’aeronautica militare israeliana, il maggiore generale Tomar Bar. “L’operazione ha raggiunto i suoi obiettivi con precisione”, sostiene il gruppo.

Sull’altro fronte, l’Idf ha sferrato il suo colpo più micidiale contro Hezbollah:circa cento bombe, molte anti-bunker, hanno distrutto una fabbrica supersegreta di missili terra-superficie dei miliziani filoiraniani nel nord del Libano. Secondo la tv israeliana Channel 12, il raid è stato pianificato come “attacco finale” prima del cessate il fuoco. Obiettivo: impedire a Hezbollah di produrre in maniera indipendente missili a lungo raggio per il futuro.

Intanto, almeno stando alle dichiarazioni, l’onda lunga dell’accordo raggiunto in Libano sembra essere arrivata anche sul lato opposto del confine israeliano, nella Striscia di Gaza, dove invece il conflitto continua senza sosta. Hamas si è detto pronto a intraprendere i passi necessari per arrivare a una tregua nell’enclave palestinese, definendo l’annuncio del cessate il fuoco “una vittoria e un grande successo per la resistenza”: “Hamas è pronto per un accordo di cessate il fuoco e per un serio accordo di scambio di prigionieri”.

Ma nelle ultime ore Gaza sembra essere tornata a essere il principale teatro di guerra: l’aviazione israeliana è impegnata in una vasta ondata di attacchi nella zona di Beit Lahiya, nel nord della Striscia.

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