Tre vittorie su tre per le italiane nella prima giornata del quinto turno di Champions League 2024/25: l’Atalanta del Gasp è uno spettacolo, che schianta lo Young Boys a Berna per 6 a 1, mentre vincono di misura e con qualche patema di troppo il Milan a Bratislava e l’Inter a San Siro contro il […]
Tre vittorie su tre per le italiane nella prima giornata del quinto turno di Champions League 2024/25: l’Atalanta del Gasp è uno spettacolo, che schianta lo Young Boys a Berna per 6 a 1, mentre vincono di misura e con qualche patema di troppo il Milan a Bratislava e l’Inter a San Siro contro il Lipsia.
Importantissima la vittoria dei nerazzurri di Inzaghi, che battono l’Rb per uno a zero grazie a un autogol di Lukeba, prendendosi momentaneamente la vetta solitaria della classifica Champions, aspettando il Liverpool. Buono l’inizio dell’Inter, che controlla la gara trovando il gol nel primo tempo, lasciando pensare di avere in pugno la partita e di poter arrotondare il vantaggio, seppur la squadra di Rose sia un cliente ostico e da non sottovalutare. Poi gli uomini di Inzaghi danno l’impressione di preferire il controllo della gara piuttosto che la ricerca del raddoppio, che sfiorano comunque con Pavard e con Dumfries, ma aprendosi anche a qualche rischio di troppo – Sommer deve salvare su Nusa – e soffrendo fino al fischio finale, quando Dimarco esulta come avesse segnato ribattendo un tiro di un avversario. E fa bene l’esterno nerazzurro, perché seppur con qualche sofferenza, forse inaspettata, è una vittoria da grande squadra, che regala all’Inter la vetta della classifica con vista diretta sugli ottavi.
L’Atalanta in Svizzera fa ciò che le riesce meglio, ultimamente con grande continuità tra Serie A e Champions: stritolare gli avversari. Prima Retegui, poi De Ketelaere, poi Kolasinac e ancora Retegui e ancora De Ketelaere (che aveva firmato gli assist per tutti i gol non siglati da lui fin quando è stato in campo) e infine Samardzic: una sinfonia nerazzurra che a Berna travolge 6 a 1 lo Young Boys, che si illude di essere in partita solo all’inizio, quando trova il gol dell’uno a uno su calcio d’angolo. Certo tutto si può dire tranne che sia una sorpresa la squadra di Gasperini, né è una sorpresa che modificando le pedine e sacrificando quelle più importanti l’Atalanta non smetta di dominare. L’elemento nuovo è semmai la continuità: non perde da settembre, tra ottobre e novembre la Dea ha messo insieme dieci vittorie e un pareggio in undici partite, trentatrè gol fatti e cinque subiti. Numeri che parlano, qualora il campo non lo facesse abbastanza per la squadra di Gasperini. Si chiudesse oggi la prima fase Champions i bergamaschi sarebbero direttamente agli ottavi: di mezzo però ci sono, oltre allo Sturm Graz, ancora Real e Barcellona da affrontare. Ad oggi la sensazione è che la sedia del dentista toccherà pure a blancos e blaugrana.
Bene il Milan, ma non benissimo. Si salva il risultato, la vittoria per tre a due in casa dello Slovan Bratislava e poco altro. Da bocciare soprattutto la fase difensiva: concedere due gol a una squadra fanalino di coda, che due gol li aveva segnati in tutta la competizione finora è già di per sé un dato poco lusinghiero, il come sono arrivati non migliora le cose. Settanta metri in campo aperto dopo un’ azione d’ attacco del Milan nel primo caso, un altro contropiede, seppur palesemente viziato da fallo nel secondo, con gol di un giovanissimo, Nino Marcelli, oggetto del desiderio rossonero nei mesi scorsi. Bene però il reparto avanzato: Abraham ritrova il gol in Champions dopo quattro anni e firma anche uno splendido assist per il gol iniziale di Pulisic. Segna pure Leao, che parte dalla panchina stavolta probabilmente più per la necessità di Fonseca di preservare il portoghese ,uscito malconcio dalla gara contro la Juve, in una gara considerata abbordabile. Restano poi perplessità sull’atteggiamento mostrato in partita, ben lontano da quello feroce della gara col Real, a tratti simile a quello visto contro la Juve che ha portato ai fischi di San Siro. Contava vincere, però, e il Milan vince, mettendo in discesa il discorso qualificazione con tre gare non difficilissime ancora da giocare.