Negli Usa, la passione per il latte crudo è trasversale ed è aumentata del 21% nell’ultimo anno, secondo l’università del Delaware. Il raw milk piace a molti influencer dei social, al futuro ministro della salute Robert F. Kennedy e non ultimo all’attrice Gwyneth Paltrow, che nella pubblicità ai latticini della Raw Farm, principale produttrice californiana, dice: “Bevo panna cruda nel caffè ogni mattina”. Purtroppo, era proprio di questa azienda il lotto contaminato dal virus dell’aviaria (H5N1) ritirato recentemente dalle autorità californiane, con la seguente giustificazione: “Per maggior cautela, e per via della diffusione dell’influenza aviaria in mucche da latte e polli e degli sporadici casi negli esseri umani”. I consumatori sono stati invitati a non bere il latte contaminato e a preferire quello pastorizzato, più sicuro. Non è stato rilevato nessuna infezione tra le persone, tuttavia la situazione richiede di tenere alta la guardia perché negli Usa l’influenza aviaria si sta diffondendo e il latte crudo è a maggior rischio di contaminazioni.

Aviaria in crescita
Come suggerisce il nome, l’influenza aviaria interessa gli uccelli: quelli selvatici prima di tutto, ma anche i polli da allevamento. Tuttavia da circa un anno, negli Stati Uniti, il virus ha fatto il salto di specie passando ai mammiferi ai bovini da latte (e a maggio ai maiali). Da marzo 2024 sono state individuate 505 mandrie infette in 15 Stati Usa e lo scorso venerdì addirittura 402 in California – il peggior focolaio dal 2023. Nessuna evidenza invece di un passaggio del virus da persona a persona. Nel 2024 gli statunitensi Centers for Disease Control and Prevention hanno registrato 55 contagi di aviaria tra gli esseri umani, di cui 29 nella sola California. Per la maggior parte si tratta di lavoratori degli allevamenti, che sono quindi a diretto contatto con gli animali, ma la scorsa settimana la malattia è stata individuata per la prima volta anche in un bambino, non è ben chiaro come. I sintomi dell’aviaria sono quelli tipici dell’influenza: occhi arrossati, naso che cola, mal di gola, vomito, diarrea, tosse, dolori articolari, febbre. Problemi simili non si riscontrano da noi. “Attenzione alta, ma nessun pericolo imminente per l’Italia, dove il sistema di controlli veterinari funziona bene come anche la rete di istituti zooprofilattici”, ha dichiarato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simi (Società italiana di malattie infettive e tropicali). “Ad oggi non sono stati segnalati in Italia casi di infezione H5N1 nei bovini e quindi non deve essere allarme sul consumo di latte. Ricordo però che la pastorizzazione del latte è il processo che inattiva virus e batteri”.

Latte crudo e contaminazioni
Per latte crudo s’intende il latte di mucche, capre, pecore o altri animali che non sia stato scaldato a più di 40° C, né sia stato sottoposto a trattamenti aventi lo stesso effetto”, spiega l’EFSA. Per contro, il latte pastorizzato viene portato a 71,7°C per 15 secondi. Secondo le autorità sanitarie il latte crudo può causare una serie di infezioni che vanno dalla salmonella alla E. coli, dalla brucellosi al campylobacter e alla listeria. “Neonati, bambini, donne incinte, anziani e soggetti immunodepressi corrono un rischio maggiore di ammalarsi se consumano latte crudo”, avverte l’EFSA. Su TikTok, il creator Microbiology Wes, MSc (@microbiologywes) mette in guardia i consumatori con post del tipo: “Bere latte crudo invece che pastorizzato espone a un rischio 640 volte superiore di ammalarsi”. E come abbiamo visto, nel raw milk si può trovare anche il virus H5N1: “L’influenza aviaria è associata principalmente al pollame, ma non si può trascurare la possibilità di una contaminazione incrociata nella produzione lattiera, soprattutto se non vengono seguite rigide misure di biosicurezza”, ha spiegato a Women’s Health, Darin Detwiler, docente alla Northeastern University.

Latte crudo: benefici non confermati
I fan parlano di un migliore profilo nutrizionale per il mancato trattamento termico, di una migliore tolleranza al lattosio, di un valido contributo alla flora intestinale e alla prevenzione dell’asma infantile. Pochi studi sembravo però confermare tutti questi benefici. Tra questi uno del 2023 sul kefir crudo, secondo cui, solo questo latticino era in grado di prevenire la risposta allergica acuta in topi sensibilizzati. “I risultati di questo studio indicano proprietà specifiche del kefir di latte crudo che possono contribuire i suoi benefici aggiuntivi per la salute”, concludono gli autori. Dal punto di vista gastronomico il latte crudo pare avere una marcia in più, per esempio per i francesi, che difficilmente resistono davanti a camembert, reblochon o roquefort di latte crudo, pur conoscendone i rischi. In ogni caso meglio pensarci bene prima di consumare latticini crudi, soprattutto se si fa parte di categorie a rischio.

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