Mondo

Israele-Libano, la tregua: via entro 60 giorni le truppe di Tel Aviv, 10mila soldati di Beirut a sud del Litani. Da definire il ruolo dell’Unifil

I primi due obiettivi sono raggiunti: far rifiatare l’esercito e spostare attenzione e risorse sul fronte di Gaza. Tradotto: tornare a intensificare i bombardamenti contro Hamas. Ma al momento i contenuti dell’intesa tra Israele ed Hezbollah mediata da Stati Uniti e Francia non sono stati resi pubblici in via ufficiale. Chi ha trattato. Al tavolo […]

Hai già letto 5 articoli
questo mese.

PER CONTINUARE A LEGGERE

1 € PER IL PRIMO MESE

I primi due obiettivi sono raggiunti: far rifiatare l’esercito e spostare attenzione e risorse sul fronte di Gaza. Tradotto: tornare a intensificare i bombardamenti contro Hamas. Ma al momento i contenuti dell’intesa tra Israele ed Hezbollah mediata da Stati Uniti e Francia non sono stati resi pubblici in via ufficiale.

Chi ha trattato. Al tavolo erano seduti Israele, il presidente del Parlamento libanese Nabih Berri per conto di Hezbollah e i mediatori internazionali: in primo luogo gli Stati Uniti, rappresentati dall’inviato Amos Hochstein, e in un secondo momento la Francia di Emmanuel Macron.

Cosa prevede l’intesa. Secondo una versione pubblicata dal quotidiano emiratino The National, il documento in 13 punti incarica le forze armate libanesi di far rispettare la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite del 2006, che impedisce a Hezbollah di rifornirsi di armi e infrastrutture militari nella zona cuscinetto istituita nel 2006 tra il fiume Litani a nord e la Blue Line (la frontiera provvisoria tra Israele e Libano) a sud, prevede che l’esercito di Tel Aviv si ritiri entro 60 giorni smettendo nel frattempo di violare lo spazio aereo libanese per bombardare e spiare i movimenti e le postazioni di Hezbollah e richiede l’invio di 10 mila soldati libanesi nella zona il prima possibile, sotto la guida di Stati Uniti e Francia. Gran parte del testo riguarda il funzionamento di un meccanismo tripartito istituito dalla forza di osservazione internazionale Unifil, da Washington e da Parigi per gestire l’applicazione e le violazioni del trattato.

Il testo, proposto da Washington, indica che deve essere l’esercito libanese a controllare l’accesso alle aree a sud del Litani, anche se molti sfollati si sono già riversati nella zona. Entro gennaio la “buffer zone” dovrebbe essere controllata solo dall’esercito regolare libanese con la collaborazione dei caschi blu dell’Unifil. Un ultimo punto include una richiesta da parte di Tel Aviv e Beirut affinché gli Stati Uniti e l’Onu aiutino a “facilitare i negoziati indiretti tra Israele e Libano con l’obiettivo di risolvere i punti controversi rimanenti lungo la Blue Line, in linea con la Risoluzione 1701″.

Punti da definire. Tel Aviv chiede che la missione dei caschi blu Unifil (con una forte presenza italiana) cambi natura e venga dotata della forza necessaria per aiutare l’esercito regolare libanese a disarmare Hezbollah. Tel Aviv vuole mantenere anche la possibilità di intervenire militarmente diretti in caso di “minaccia imminente”. La questione del disarmo di Hezbollah o dello smantellamento del suo arsenale al di fuori dell’area meridionale del Litani non è inclusa nell’accordo, né menzionate esplicitamente né implicitamente.