La seduta di lunedì 25 novembre del Parlamento serbo, dedicata al dibattito sulla legge di bilancio per il 2025, è stata segnata da un clima di caos, insulti e scontri fisici tra esponenti della maggioranza e dell’opposizione. I lavori a sono stati ripetutamente interrotti dai deputati dell’opposizione, che hanno protestato con slogan ostili al governo, cori simili a quelli da stadio e un chiasso assordante provocato dall’uso di fischietti. Non sono mancati lanci di oggetti e carte in aula.

Al centro della protesta, l’accusa rivolta alla presidente del parlamento, Ana Brnabic, di aver compiuto un “colpo di stato rifiutando di discutere una mozione di sfiducia al governo. La mozione, proposta dall’opposizione, si basava sulla presunta responsabilità dell’esecutivo per il crollo alla stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto il 1° novembre, che ha causato la morte di 15 persone.

La situazione è degenerata ulteriormente all’arrivo in aula del premier Milos Vucevic e di alcuni ministri, accolti da uno striscione esibito dai deputati di opposizione con la scritta: “Avete le mani sporche di sangue”. Ne sono seguiti momenti di alta tensione, con scontri fisici, insulti reciproci e tafferugli che hanno richiesto l’intervento dei servizi di sicurezza per riportare la calma.

L’episodio ha portato a una dura condanna da parte delle autorità governative, tra cui il presidente Aleksandar Vucic, il premier Vucevic e la stessa presidente del parlamento Brnabic. I rappresentanti della maggioranza hanno accusato l’opposizione di ricorrere alla violenza e all’intolleranza per mancanza di argomenti politici, mettendo in cattiva luce la Serbia e le sue istituzioni.

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