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Milla Magee, la Miss Inghilterra ‘sui generis’: “Bullizzata per il mio fisico. Porto avanti la campagna per la rianimazione cardio-polmonare e il Principe William mi sostiene”

"Quando ero piccola venivo bullizzata per il mio aspetto: per la mia altezza e per il mio fisico. Sono sempre stata più grande (rispetto alle coetanee, ndr), più muscolosa e alta. Crescendo non è stato facile, anzi ho sofferto molto anche perché andavo in una scuola privata di sole ragazze", le parole della 24enne

Un vulcano di energia e di positività, portavoce di una importante campagna sul CPR (rianimazione cardio-polmonare, nota anche più semplicemente come massaggio cardiaco). Il suo nome è Milla Magee, classe 2000 ed è Miss Inghilterra (la prima “plus size”) in carica. FQMagazine l’ha incontrata a Roma: lei ha raccontato la responsabilità che sente da quando riveste questo ruolo prestigioso. Non solo. Ha parlato anche dei valori per i quali ha sempre combattuto, già da prima della notorietà, del supporto del Principe William e infine di cosa la lega agli Oasis.

Che bambina era Milla?
Sono cresciuta a Londra ma poi mi sono trasferita in Cornovaglia. Non ero la tipica ragazza di città, a me piaceva la natura. Spesso ho affrontato delle difficoltà, ho imparato a sentirmi veramente me stessa quando ho iniziato a fare surf. Per me è stata come una terapia. Ma avevo un obiettivo finale ben chiaro: disegnare il mio futuro. Questo è ciò che mi ha insegnato anche il concorso di Miss Inghilterra. Ciò che teniamo nel nostro cuore, ciò che vogliamo fare, nessuno può portarcelo via.

Poi è arrivato il bullismo. Come lo ha vissuto?
Sì, quando ero piccola venivo bullizzata per il mio aspetto: per la mia altezza e per il mio fisico. Sono sempre stata più grande (rispetto alle coetanee, ndr), più muscolosa e alta. Crescendo non è stato facile, anzi ho sofferto molto anche perché andavo in una scuola privata di sole ragazze. Ho sempre avuto una certa personalità e crescendo questo mi ha comportato dei problemi. I social media, poi, contribuiscono a creare uno stereotipo. Se a 15 anni mi avessero detto ‘sarai Miss Inghilterra’, mi sarei messa a ridere. Sa, quando non si è uguale agli altri, quando ti senti diversa… ma con il tempo ho capito che siamo speciali e unici. Se fossimo tutti uguali, il mondo sarebbe molto noioso. La personalità è la vera cosa importante. Infatti, quando mi chiedono qual è il mio prototipo, io rispondo che non lo ho. Quello che hai, che racconti, la tua anima: questo è ciò che conta.

Che esperienza è stata il concorso di Miss Inghilterra?
Non avevo mai fatto un concorso di bellezza prima. Quello che a volte non si vede è il grande lavoro e la grande organizzazione che c’è dietro. Ho incontrato molte persone e mi ha dato la possibilità di portare avanti diverse mie battaglie.

Per esempio?
Una delle mie passioni è la sostenibilità. Dobbiamo proteggere il nostro Pianeta, ne abbiamo solo uno. Dalle piccole cose: utilizzare poco la plastica, minimizzarne l’impatto e poi riciclare. Questi gesti può farli chiunque, non c’è bisogno di un titolo.

Com’è cambiata la sua vita?
Sicuramente in positivo, anche se io non sono cambiata poi così tanto. Ho le stesse passioni di prima, solo che adesso ho una platea più ampia con cui comunicare. Ho una grande responsabilità, ma come tutti d’altronde. Ognuno di noi dovrebbe avere ben chiaro in mente cosa vuole lasciare su questo Pianeta.

Ha dei modelli che l’hanno ispirata?
Sì, anche se poi negli anni sono cambiati. Quando ero giovane pensavo più al mondo del surf, oggi invece mi ispiro alle precedenti Miss England che magari negli anni hanno portato avanti delle battaglie, occupandosi per esempio dei bambini più bisognosi. Può sembrare un cliché ma è veramente così.

Qual è il momento, da quando è stata eletta Miss Inghilterra, a cui è più legata?
Ce ne sono tantissimi, se dovessi sceglierne uno è sicuramente la finale di Miss Inghilterra. Mai avrei pensato che sarei arrivata fino alla fine, io volevo solo partecipare e portare un cambiamento. In quel momento, quando hanno fatto il mio nome, non riuscivo a realizzare. Quella vittoria non è stata solo per me ma per tutti, un vero sogno.

Come può migliorare la società riguardo a tematiche come i diritti delle donne, il bullismo o la tutela dell’ambiente?
Credo che l’uso consapevole della tecnologia possa fare moltissimo. Penso che le donne meritino di riconoscere le proprie forze, senza che questo sembri un modo per vantarsi. Basta con l’immagine stereotipata che un tempo si aveva delle donne: delicate, con vestiti floreali e un trucco impeccabile. Siamo coraggiose, siamo forti, resilienti e dobbiamo sostenerci. Questo vale sia per le donne che per gli uomini, ovviamente. Per questo mi piace parlare di ‘diritti di tutti’.

Quali altre tematiche ha a cuore?
La gentilezza, la salute mentale. Credo che la terapia possa fare molto. Io crescendo – dopo il bullismo – ho trovato la mia terapia nel surf. Quindi ognuno trova la propria strada, il proprio modo per ricaricarsi trovando tempo per se stesso, non solo per gli altri.

Perché ha scelto proprio il progetto CPR?
Ho iniziato perché già avevo delle abilità occupandomi di servizio di salvataggio in mare, ma anche per un fatto personale. Ho perso due dei miei nonni per attacchi cardiaci. Quando uno dei due è morto, mia zia era lì ma non era preparata per le manovre di primo soccorso. È importante la tempestività in questi casi, per questo ci sto mettendo tutta ma stessa. A scuola dovrebbero parlarne molto di più. Vorrei portare dei cambiamenti anche a livello legislativo e renderlo obbligatorio negli istituti scolastici.

A che punto è la campagna?
Già vado nelle scuole, spero di arrivare in più scuole possibili. I ragazzi si impegnano molto, sono interessati e partecipano. Imparano qualcosa e sono orgogliosi di avere questa abilità. Spero che attraverso la mia campagna riuscirò a cambiare qualcosa nel futuro. Non c’è bisogno di un grande finanziamento, è assolutamente possibile realizzarlo e mi sono attivata per sensibilizzare la politica su questo.

Dove si vede tra 10 anni?
Non lo so, forse con la giusta formazione per il CPR e che diventi obbligatorio in tutte le scuole del mondo.

Com’è andato l’incontro con il Principe William?
È avvenuto prima della finale di Miss Inghilterra, lui era davvero entusiasta del mio progetto sul CPR. Sa cos’accade a volte? Che noi guardiamo queste persone come se fossero così in alto, invece sono proprio come noi. Siamo tutti esseri umani, siamo tutti alla pari. Non importa chi tu sia, il CPR puoi farlo. Ogni mercoledì faccio volontariato nelle ambulanze, anche lì abbiamo parlato di CPR, possiamo farlo tutti, per davvero.

So che è stata sempre circondata dalla musica. “Oasis” le dice qualcosa?
Ho vissuto il mondo della musica grazie a mia mamma, che lavorava presso la Creation Records, l’etichetta con cui gli Oasis avevano firmato inizialmente. E poi Meg (Mathews, ndr), l’ex moglie di Noel (Gallagher, ndr), è la mia madrina. Quando mi chiedono ‘com’è stato?’ io rispondo che non lo so, ero una bambina. Noi a volte mettiamo gli idoli su un piedistallo, ma in realtà sono persone come noi.

Che musica ascolta?
Mi viene in mente Jim Morrison, ma in generale credo che la bellezza della musica sia che è universale, ascolto cose diverse. Apprezzo per esempio anche la musica italiana di un tempo, i compositori di una volta, la musica classica.