Si tratta del tempio di Pa Nakhon Chaibovorn, nella provincia centrale di Pchichit, nel quale un team di cronisti ha scoperto i cadaveri
Quarantuno cadaveri donati per sviluppare la meditazione. Sta facendo scalpore la notizia del ritrovamento di una caterva di salme in un monastero buddista thailandese. Si tratta del tempio di Pa Nakhon Chaibovorn, nella provincia centrale di Pchichit, nel quale un team di cronisti ha scoperto i cadaveri. Probabilmente si tratta di volontarie donazioni da parte dei singoli defunti, o autorizzate dai loro parenti, per rendere più efficace una pratica meditativa relativa al buddismo. Rimane il fatto che, come riportano le testate asiatiche, l’Ufficio del Buddismo nella provincia di Phichit, non approva affatto le meditazioni con i cadaveri e ritiene che una pratica religiosa siffatta non sia normale.
Secondo diverse fonti giornalistiche i cadaveri erano accompagnati da regolari certificati di morte, ma ufficialmente le autorità di polizia stanno indagando sul reato di furto di salme, senza aver formulato ancora alcuna accusa diretta ai monaci. Secondo questi ultimi la “tecnica di meditazione” sviluppata in loco prevede che i praticanti “meditino nei padiglioni che contengono bare con resti umani”. Una pratica presente, anche se non ufficiale, in Thailandia fin dal XVIII secolo, prima di diventare pressoché assente nel XX secolo.