Crime

“Rosa e Olindo? Il più grande errore giudiziario del nostro Paese. Impagnatiello ha messo la maschera il piccolo fiammiferaio”: parla Roberta Bruzzone

In una lunga intervista senza filtri rilasciata al Corriere, la criminologa si racconta e si esprime su alcuni dei crimini più controversi d’Italia, recenti e non

Rosa e Olindo? Il più grande errore giudiziario della storia del nostro paese”: la criminologa Roberta Bruzzone non esita a dire la sua sul delitto più divisivo di Italia, la strage di Erba, che da sempre spacca in due l’opinione pubblica tra innocentisti e colpevolisti. In una lunga intervista senza filtri rilasciata al Corriere, si racconta e si esprime su alcuni dei crimini più controversi d’Italia, recenti e non.

Le indagini
Con le sue indagini, Roberta Bruzzone ha dato un prezioso contributo a molti casi difficili: dalla scomparsa di Denise Pipitone alla strage di Erba. Per il delitto di Avetrana di Sarah Scazzi ha ricoperto il ruolo di consulente per la difesa dello zio della ragazza Michele Misseri, condannato per concorso in soppressione di cadavere per il delitto compiuto dalla moglie Cosima Serrano insieme alla figlia Sabrina, entrambe condannate all’ergastolo. Un omicidio che la criminologa ha definito “prototipico di dinamiche familiari manipolatorie in cui due donne per farla franca sono disposte a sacrificare il membro più fragile della famiglia”. Anche il caso di Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo per l’omicidio Giulia Tramontano è considerato paradigmatico dalla Bruzzone: “Un ragazzo che si pone come un narcisista dimesso, il piccolo fiammiferaio, che vuole riparare gli errori della sua vita. Ha proposto una maschera, ma la sua reale dimensione era quella opposta”. Infine, il parere della criminologa sull’imitazione di Virginia Raffaele: “Mi diede fastidio in particolare un’imitazione da Maria De Filippi, mi dipinse con il sangue che grondava, ridicolizzava il mio lavoro di fronte a persone che hanno sofferto, offendendo la memoria delle vittime”.

“Nella mente di Narciso”
Il narcisismo patologico, che può purtroppo sfociare in delitti di genere e forme di violenza contro le donne, è da tempo al centro del lavoro della celebre psicologa che ha debuttato ieri su Raiplay con un nuovo format. “Nella mente di Narciso” è il programma televisivo in cui Roberta Bruzzone spiega questa forma eccessiva di amore per sé stessi che genera indifferenza e disprezzo per l’altro, fino ad arrivare alla negazione anche fisica. Nello show la criminologa prova a sensibilizzare sui tratti tossici e a volte letali di questa patologia sulle vittime. “Che cosa significa narcisista e come si comporta?” recita il claim del format con cui si cerca di sviluppare consapevolezza sui disturbi della personalità. Come si legge in una sua recente intervista: “Ritengo di essere un buon esempio di un modo diverso di essere donna, consapevole di sé, che non deve chiedere permesso a nessuno. Affondiamo le radici dell’educazione in modelli di un patriarcato tossico che non vuole assolutamente saperne di tramontare. Si può vivere diversamente, sbattendosene altamente di quello che dice la gente. Sono una persona che sa di valere, consapevole delle mie qualità: l’ho dimostrato sul campo, senza scorciatoie, mezzucci, menzogne o triangolazioni. Sono una che tira fuori gli artigli nel momento in cui serve, ma non ho mai dovuto né barare né raccontare bugie per ottenere quello che ho”. E a chi pensa che il suo successo sia in parte merito del suo aspetto fisico: “Se una persona ritiene che la bellezza mi abbia aiutato evidentemente non è in grado di capire quello che dico, quindi è un suo limite e come tale mi fa una certa tenerezza. Si dice che uno nasce incendiario e poi muore pompiere, io mi sento ancora incendiaria” (fonte: Mowmag).

Chi è Roberta Bruzzone
Classe ’73, originaria di Finale Ligure, Bruzzone è cresciuta con un papà poliziotto e sin da piccola ha nutrito interesse per la criminologia soprattutto irrisolta. Dopo aver ottenuto la laurea in Psicologia a Torino con il massimo dei voti, si è specializzata in psicopatologia forense per poi perfezionarsi negli Stati Uniti in criminologia. Anche il marito di Roberta Bruzzone, Massimo Marino, è un funzionario della Polizia di Stato. “Lui è una persona estremamente protettiva, mi accompagna spesso negli eventi pubblici ed è molto attento che non mi succeda niente” ha rivelato la criminologa alla conduttrice Caterina Balivo durante una puntata di “Vieni da me”. Con il marito e l’amica Mara Panzieri ha anche fondato un gruppo rock, le Rock Riders: “Un progetto di sensibilizzazione musicale contro la violenza di genere”, con cui ha pubblicato il brano “È troppo tardi ormai” per una campagna preventiva antiviolenza. Dal 2009, la Bruzzone è a capo della CSI Academy, da lei stessa fondata per formare futuri consulenti in scienze forensi. Inoltre insegna criminologia e psicologia investigativa all’Università Niccolò Cusano e alla Lum Jean Monet di Bari. Non ha disdegnato tuttavia incarichi più leggeri come quello di giudice per Ballando con le stelle dal 2017 al 2021.