Dal Torino Film Festival tre recensioni di opere presentate nella rassegna guidata da Giulio Base che si concluderà il prossimo 30 novembre. The Black Sea, Kasa Branca e Ho visto un re.
THE BLACK SEA di Derrick B. Harden e Crystal Moselle. (Usa/Bulgaria 2024). Concorso Lungometraggi.
Avete presente il senso del plot di The terminal? Ecco, al contrario, trasferite tutto in Bulgaria, a Sozopol, una località turistica sul Mar Nero. È lì che Khalid (Derrick B. Harden – interprete e regista del film), un gioviale ma spiantato barista di Brooklyn, pensa di trasformarsi in gigolo per una matura signora bulgara incontrata su Facebook e rifarsi una vita da ricco. Solo che arrivato a Sozopol Khalid scopre che la donna è appena morta, rimane in 24 ore senza soldi e passaporto, ma soprattutto si accorge di essere l’unico uomo “nero” in mezzo ai bianchi e strambi bulgari. Finirà tuttofare nel porticciolo turistico per mettere insieme quattro soldi, incontrerà una ragazza (Irmena Chichicova, teneramente perfetta) che ha un mezza scrivania come ufficio turistico, e con lei darà vita allo sgarrupato bar Blue Flower dove si vendono matcha, pane, formaggio e peperoni al ritmo di hip hop newyorchese e bulgaro. Insomma, siamo delle parti del limbo spaziale e sospeso da cui non ci si riesce a spostare, materialmente prima e spiritualmente poi, infine metaforicamente come fuga inattesa e felice, per un cinema graziosamente artigianale, stilisticamente scoppiettante, incredibilmente energico. Camera a mano dal primo all’ultimo fotogramma, dolceamara comicità ad ogni angolo di strada e di svolta narrativa, sedie, bollitori e fornelli sgangherati più il solare entusiasmo nel vivere e rappare di Khalid/Derrick (nella realtà newyorchese davvero barista e buffo artista a tutto tondo) rende The black sea un prodottino indie davvero encomiabile, spassoso, con un finale tra fanghi e colorazione della pelle che muta di romantica e commovente fattura. Co-dirige Crystal Moselle. Soundtrack zeppo di brani hip hop proprio di Harden (POM POM). Nei credits ufficiali non ci sono sceneggiatori accreditati perché il film è stato improvvisato dalla prima all’ultima battuta. Se è vero: chapeau.